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Coronavirus. Il caos su quale dato comunicare: sospetti, confermati o solo casi clinici?

di Cesare Fassari

27 FEB - Da alcuni giorni noi cronisti, ormai inchiodati a seguire sostanzialmente un’unica notizia (il coronavirus), abbiamo due appuntamenti quotidiani (uno alle 12 e uno alle 18), cui non si può mancare, con la sala stampa della Protezione Civile.
 
Sullo sfondo marroncino del video You Tube il protagonista dei due press point è il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli, rigorosamente in maglioncino blu d’ordinanza, spesso affiancato da un illustre esperto (negli ultimi giorni si sono alternati tra gli altri Walter Ricciardi, Gianni Rezza, Silvio Brusaferro e il presidente del Css Franco Locatelli).
 
Tema dei due punti stampa, l’aggiornamento sull’andamento dei casi di coronavirus nel Paese.
 
Iniziativa utile e meritoria, soprattutto da quando l’Italia è diventato uno dei focolai mondiali del virus con un numero di casi senza riscontro nel resto d’Europa, che ci pone al terzo posto nel mondo dopo Cina e Corea del Sud.
 
Il problema è che questo appuntamento con i numeri, a volte, “dà i numeri”. Con l’ineffabile Borrelli che passa da un dato all’altro non seguendo spesso un filo logico di descrizione statistica, ma riuscendo (gli va dato atto) a mantenere comunque un invidiabile distacco rispetto al contenuto di quanto sta riferendo quasi desse i numeri dei vincitori dell’ultimo concorso al suo dipartimento e non i dati di quello che, dopo pochi minuti, assumerà i connotati di un vero e proprio bollettino di guerra sulle prime pagine online di tutti i media nazionali e non solo.
 
Forse, resosi conto di ciò, oggi pomeriggio è stato proprio lo stesso Borrelli (vedi video) a rinunciare a “dare i numeri” rimandando alla nota scritta della Protezione Civile e rendendo di fatto quasi immateriale la sua presenza in video, salvo per aver dato notizia che una meritevole azienda del nord ha regalato 35mila mascherine chirurgiche (ma non si era detto che per il coronavirus non servono? Mah…).
 
Ma la storia non finisce qui. Oggi, in una sequenza, forse fortuita ma micidiale, sui numeri del coronavirus sono intervenuti in contemporanea anche Ricciardi e Giuseppe Ippolito dello Spallanzani.
 
Il primo per dire che all'estero avremmo dovuto comunicare solo i casi confermati dall’Iss e, siccome, nel frattempo, si era saputo che dei 650 casi indicati dalla Protezione Civile l’Iss ne aveva confermati finora “solo” 282, i più, noi compresi, hanno pensato per un attimo che tale discrepanza potesse significare che magari i casi “veri” di coronavirus fossero in realtà meno di quelli che da giorni vedono un trend costante e impressionante di crescita (siamo passati dal primo caso autoctono del 20 febbraio ai 650 di oggi).
 
E invece no, perché sempre oggi, a distanza di poche ore, il presidente dell’Istituto superiore di Sanità Brusaferro ha chiarito che i laboratori dell’Iss stanno di fatto confermando, ora dopo ora, tutti campioni pervenuti dalle Regioni, con una rispondenza, tra primo test regionale e secondo test all’Iss, del 100%.
 
Quindi è solo questione di tempo: tra qualche giorno anche gli altri casi segnalati dalle Regioni troveranno conferma e quindi se si seguiranno le indicazioni di Ricciardi (comunicare all’estero solo i casi confermati dall’Iss) di fatto attueremo solo una dilazione temporale della comunicazione sui casi “reali” ma il risultato finale non cambierà.
 
E infine l’altro cortocircuito: stamattina alla stampa estera, presenti i ministri Speranza e Di Maio, il direttore scientifico dello Spallanzani Giuseppe Ippolito ha detto testualmente (non smentito dai due esponenti di Governo seduti accanto a lui, vedi video) che "in Italia si sta lavorando affinché vengano comunicati solo i casi di nuovo coronavirus clinicamente rilevanti, ovvero i casi clinici di pazienti in rianimazione o morti, come avviene negli altri Paesi del mondo. I positivi ai tamponi fatti per qualsiasi altro motivo andranno in una lista separata, estremamente importante per la definizione della situazione epidemiologica".
 
Quindi ancora un’altra scelta di comunicazione.
 
Riepilogando: attualmente stiamo comunicando i casi confermati provenienti dalle Regioni, indicando tra questi quanti sono già stati confermati dall’Iss; Ricciardi (che non dimentichiamolo è da poco consigliere del ministro per  il Coronavirus) propone invece di comunicare all’estero solo quelli confermati dall’Iss, indicando gli altri solo come casi “sospetti”; e infine Ippolito annuncia che si sta lavorando (ma non è chiaro chi e dove) per comunicare solo i contagi ai quali faccia riscontro una rilevanza clinica.
 
Va bene tutto, basta che a un certo punto qualcuno (senza che sia poi smentito da qualcun altro) ci dica, e presto, quali numeri si daranno prima che io e i miei colleghi “si dia a nostra volta i numeri”. Grazie.
 
Cesare Fassari

27 febbraio 2020
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