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Iqvia: “Diagnosi di tumore e biopsie dimezzate durante la pandemia e ritardi negli interventi chirurgici”


14 MAG - “Nulla sarà uguale dopo la pandemia. Le diagnosi di tumore e le biopsie sono calate del 52%. Anche le diagnosi di tumore al seno hanno subito una diminuzione a causa del forte calo nello screening durante il periodo della pandemia. Ci sono ritardi negli interventi chirurgici nel 64% dei casi”. È quanto rileva un sondaggio Iqvia frutto presso gli specialisti di oncologia e presentati durante un webinar in cui si mostrano l’impatto della pandemia da coronavirus sulla terapia del cancro in Italia.
 
Inoltre si evidenzia anche come “nei reparti di oncologia in Italia si è registrata una diminuzione del 57% delle visite: gli oncologi dichiarano che in media prima dell’insorgenza del Covid-19 visitavano circa 80 pazienti alla settimana, ma che nell’ultima settimana presa in esame ne hanno visitati 34. Non solo. Il 45% dei malati oncologici ha rimandato la chemioterapia. Questi ritardi avranno un forte impatto su queste patologie, non solo a causa dell’importanza della tempestività della diagnosi e della terapia, ma anche per l’arretrato difficilmente gestibile che subiranno gli ospedali nel prossimo futuro. Infatti, secondo il sondaggio, il 28% dei pazienti oncologici subirà un ritardo nella chemioterapia e nella chirurgia”.
 
I medici chiedono, secondo l’indagine IQVIA, di “rivedere il modello di presa in carico dei pazienti, potenziando l’assistenza domiciliare e tutti i servizi di supporto ai pazienti, soprattutto quelli fragili, riducendo così l’afflusso dei pazienti in ospedale. Bisognerà investire nella telemedicina e nella diffusione dei dispositivi wearable per aumentare il monitoraggio a distanza. E’ emersa la necessità di predisporre la somministrazione di farmaci ospedalieri a domicilio e di risolvere il problema della carenza di alcuni farmaci, dispositivi medici e materiale di protezione personale”.
 
“Non bisogna perdere – prosegue la nota - l’abbrivio di questa crisi. Se ben gestita, potrà servire da catalizzatore per incentivare il cambiamento in meglio della sanità e per lo sviluppo della digitalizzazione. Già vediamo i primi timidi segnali: per esempio il nuovo impulso alle cure domiciliari o la possibilità per i pazienti Covid isolati di comunicare con le proprie famiglie via app o tablet;  si è realizzata la ricetta dematerializzata (via sms e e-mail), finalmente diventata il  modo per i medici di base di evitare gli affollamenti negli ambulatori. Anche la telemedicina ha subito nuovo impulso con diverse delibere in tutte le Regioni. I sistemi sanitari non vedranno un rapido ritorno a una situazione pre-crisi.  L'impatto di Covid-19 sull'innovazione sarà una sfida a lungo termine”.

14 maggio 2020
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