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Insonnia al 2° posto nelle sequele psichiatriche dei pazienti Covid-19


In Italia sono 12 milioni le persone che soffrono di disturbi del sonno e circa 1 adulto su 4 soffre di insonnia cronica o transitoria. Cifre che sarebbero addirittura raddoppiate nell’anno della pandemia da Covid. Colpita anche la popolazione pediatrica. Il punto dalla Società Italiana di Neurologia

18 MAR - Il sonno rappresenta una condizione importante e indispensabile per la vita stessa: indispensabile in quanto condizione necessaria alla sopravvivenza, importante per le modificazioni neuronali, biochimiche, metaboliche che avvengono con il sonno e durante il sonno.
Con queste premesse la Società Italiana di Neurologia partecipa oggi alla celebrazione della Giornata Mondiale del Sonno e fa il punto sull’impatto della pandemia sui disturbi del sonno.
 
“Numerosi studi che si sono occupati delle conseguenze provocate dalla infezione Covid-19 – commenta Giuseppe Plazzi, Direttore del Centro per lo Studio e la Cura dei Disturbi del Sonno dell’Università di Bologna – evidenziano come l’insonnia si posizioni al secondo posto (dopo il disturbo d’ansia) nelle sequele psichiatriche dei pazienti Covid-19. Indipendentemente dal background, Inoltre, l’insonnia, una volta comparsa tende a divenire una condizione permanente. Considerando, quindi, i considerevoli fattori di rischio associati ad una insonnia persistente (la bidirezionalità dimostrata con disturbi dell’umore - ansia e depressione - disturbi cognitivi, disturbi endocrino-metabolici e cardiovascolari) gli studi hanno fatto emergere le importanti implicazioni per prognosi e trattamento dell’insonnia.”

In Italia ben 12 milioni di persone soffrono di disturbi del sonno: difficoltà di addormentamento, frequenti risvegli durante la notte, risvegli precoci la mattina e difficoltà di riprendere sonno. Secondo i recenti dati dell’Associazione Italiana per la Medicina del Sonno (Aims), nel nostro Paese circa 1 adulto su 4 soffre di insonnia cronica o transitoria. Sono soprattutto le donne ad essere maggiormente interessate, circa il 60% rispetto al totale. Il 20% dei casi riguarda invece bambini e minori. Cifre che, secondo gli esperti, sarebbero addirittura raddoppiate nell’anno della pandemia da Covid.
 
“Un sonno frammentato e disturbato – dichiara Alfredo Berardelli, Presidente della Società Italiana di Neurologia – predispone alla deposizione patologica nel cervello di proteine anomale, associate a fenomeni neurodegenerativi, all’infiammazione, all’arteriosclerosi. Riconoscere, quindi, un disturbo del sonno che ne comprometta qualità e durata del sonno notturno consente un tempestivo trattamento che eviterà anche pericolose conseguenze diurne quali disturbi dell’umore, cognitivi, di attenzione e sonnolenza".
 
Il confinamento della pandemia ha impattato anche sulla popolazione pediatrica soprattutto per l’esposizione indiscriminata agli strumenti elettronici e l’assenza di sincronizzatori sociali che hanno causato una vera e propria esplosione di disturbi del ritmo circadiano, insonnia e conseguenti disturbi dell’umore e comportamentali. Considerando l’importante ruolo che il sonno ha nella prevenzione e nella promozione del benessere fisico mentale delle persone, e le gravi conseguenze prodotte da una sua scarsa qualità, è necessario prestare molta attenzione questa fascia di popolazione attraverso azioni d’intervento concrete.

18 marzo 2022
© Riproduzione riservata

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