Tumore ovaio. Sistema immunitario genera anticorpi che lo combattono. Uno studio in vitro
di Marilynn Larkin
Uno studio israeliano in vitro ha scoperto che il sistema immunitario delle donne con carcinoma ovarico può produrre anticorpi contro il tumore. Se confermata da studi successivi, questa scoperta potrebbe portare alla messa a punto di un nuovo tipo di immunoterapia.
05 APR -
(Reuters Health) – Il sistema immunitario delle pazienti con carcinoma ovarico può produrre anticorpi contro il tumore. È quanto ha evidenziato uno studio in vitro guidato da
Ziv Shulman, del Weizmann Institute of Science, in Israele, secondo il quale la scoperta potrebbe portare a un nuovo tipo di immunoterapia. I risultati della ricerca sono stati pubblicati su Cell.
Il team ha scoperto che gli anticorpi generati dalle cellule immunitarie all’interno dei carcinomi ovarici umani, così come gli autoanticorpi preesistenti, rivestono le cellule tumorali, spesso con IgG, e contribuiscono alle risposte immunitarie antitumorali. Inoltre, il team ha mutato o clonato le cellule secernenti anticorpi intratumorali nel carcinoma ovarico sieroso di alto grado (HGSOC) che hanno prodotto anticorpi reattivi al tumore contro il bersaglio tumorale MMP14 e le mutazioni hanno migliorato l’adattamento delle cellule al tumore, in particolare contro il bersaglio.
Per esaminare, poi, se il legame degli anticorpi monoclonali derivanti dal paziente dipendesse dalle ipermutazioni somatiche, il team ha ripristinato la sequenza originale, testando la capacità di legame alle cellule del cancro ovarico. La ricerca ha rivelato due tipi di anticorpi reattivi al tumore nel pazienti, di cui uno dipende dalle ipermutazioni per il legame del tumore (classe I) e un altro tipo che lega il tumore nella forma originaria (classe II).
“Le ipermutazioni somatiche promuovono la reattività dell’anticorpo antitumorale contro gli autoantigeni di superficie nel carcinoma ovarico sieroso di alto grado”, spiega Shulman, precisando che “il prossimo passo sarà determinare la loro specificità per le cellule tumorali e capire eventuali effetti terapeutici su modelli animali”.
Secondo gli autori, dunque, “gli autoanticorpi reattivi al tumore sono presenti in natura o si evolvono attraverso un processo di selezione guidato dall’antigene. I risultati dello studio evidenziano l’origine e la potenziale applicabilità degli autoanticorpi diretti agli antigeni di superficie nel colpire il tumore”.
Fonte: Cell
Marilynn Larkin
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
05 aprile 2022
© Riproduzione riservata
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