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Assemblea Farmindustria. Il neo presidente Cattani avvisa il Governo: “Nuove regole, più investimenti e meno burocrazia o il nostro sistema rischia di essere spiazzato”


Debutto oggi all’assise annuale delle imprese del farmaco per il neo presidente dell’associazione che lancia il suo programma e avverte sui rischi dell’inerzia della politica: “Soffriamo già di un differenziale di costi energetici, che erode la marginalità delle imprese più che in Francia e in Germania, come mostrano i dati di Confindustria. Uno shock che è destinato a durare. Pagheremo nei prossimi mesi l’aumento dei tassi di interesse, che inciderà di più sul nostro Paese tramite lo spread”. LA RELAZIONE DEL PRESIDENTE CATTANI

07 LUG -

“Nel 2021 la vita media in Italia ha recuperato 6 mesi in 1 anno dopo il brusco stop imposto dalla pandemia. Siamo fieri di aver visto ripartire l’Orologio della Vita, perché è la prova tangibile di come investimenti, ricerca e innovazione nel settore farmaceutico rappresentino speranza e sviluppo per il futuro. Un successo del nostro modello di filiera, dalla R&S alla produzione e distribuzione”. Ha esordito così Marcello Cattani, il nuovo Presidente di Farmindustria, nel corso dell’Assemblea Pubblica che si svolge a Roma presso l’Auditorium della Conciliazione.

“Un modello che ha funzionato perfettamente interconnettendosi con quello sviluppato durante l’emergenza pandemica grazie all’impegno comune delle autorità e degli operatori sanitari e delle imprese. Accelerazione, nuove risorse e flessibilità dei processi autorizzativi sono state le leve per vincere questa sfida. Nulla di nuovo da inventare - aggiunge Cattani - ma un modello virtuoso da rendere strutturale”.

“Questo approccio – prosegue - ha portato in 12 mesi a rispondere a una malattia sconosciuta con 13 miliardi di dosi di vaccino prodotte nel mondo – con più di 200 collaborazioni tra aziende e centri di ricerca pubblici – e farmaci efficaci nel bloccare la malattia. Oggi due terzi della popolazione mondiale ha avuto almeno una dose. E in Italia ha consentito di procedere con un’ottima campagna vaccinale, rafforzando così il nostro ruolo di hub di ricerca e produzione per vaccini e terapie contro il Covid-19. Ma anche prima del Covid-19 tante scoperte hanno offerto speranze di cure per poi diventare vere e proprie opzioni terapeutiche, come dimostrano gli straordinari risultati della ricerca per la salute e la qualità di vita in Italia”.

“In dieci anni – ha evidenziato - le persone che sopravvivono dopo una diagnosi di tumore sono 1,2 milioni in più e oggi 2 persone su 3 alle quali viene diagnosticato un cancro sopravvivono dopo 5 anni, 30 anni fa erano 1 su 3 (l’83% di questo progresso si deve ai nuovi farmaci);

le persone trattate con farmaci innovativi contro l’epatite C, e quindi guarite, sono circa 240 mila;

i farmaci orfani autorizzati in Italia sono passati dal 2007 al 2021 da 7 a più di 100;

la mortalità per malattie croniche è fortemente diminuita;

molte patologie hanno ora più trattamenti, solo per fare alcuni esempi la SMA (atrofia muscolare spinale), la fibrosi cistica, la fibrosi polmonare idiopatica, la sclerosi multipla, le cronicità hanno ora più trattamenti, disponiamo di antibiotici innovativi e per le patologie neurodegenerative non si ferma l’impegno delle aziende;

le terapie avanzate stanno già aumentando la possibilità di trattare diverse patologie molto importanti;

le vaccinazioni hanno permesso di eradicare malattie e di controllarne altre, riducendo l’incidenza e la mortalità e consentendo di salvare milioni di vite”.

“Grazie alla nostra industria generiamo – ha rivendicato il Presidente di Farmindustria - benefici diretti e indiretti: 1 euro investito direttamente in studi clinici genera 3 euro di valore per l’SSN, 1 euro investito in prevenzione vaccinale genera da 16 a 44 euro di beneficio; 1 giorno di ospedalizzazione evitata dall’uso appropriato dei farmaci vale circa 1.000 euro.  Per quanto riguarda i rapporti di filiera, a ogni addetto nelle nostre aziende ne corrisponde un altro nei nostri fornitori e altri due considerando tutto l’indotto”.

“Per l’Italia – ha continuato -  le imprese del farmaco sono quindi un patrimonio, un generatore di valore su cui investire per attrarre risorse umane altamente qualificate. Il loro valore nasce da competenza, tecnologia, specializzazioni di eccellenza nella ricerca, nella manifattura, sinergia con le Università e con la filiera. E da un mix equilibrato tra aziende a capitale estero che investono molto nel nostro Paese e aziende a capitale italiano – grandi, medie e piccole – fortemente internazionalizzate. La nostra industria è quindi l’asset prioritario e strategico per la sicurezza nazionale, davanti a settori quali quello dell’energia, dell’ICT e della difesa”.

“Proprio questi valori  - ha detto - ci spingono a chiedere alle Istituzioni risposte che aiutino la nostra filiera nella competizione globale, giocata oggi attraverso forti politiche di attrazione di investimenti e velocità. Una concorrenza molto accesa, anche dentro l’UE, che rischia di spiazzare il nostro sistema industriale e tutta la filiera, se non sarà supportato da nuove regole, da finanziamenti adeguati e da un’Amministrazione pubblica che operi con meccanismi decisionali all’altezza della sfida. Soffriamo già di un differenziale di costi energetici, che erode la marginalità delle imprese più che in Francia e in Germania, come mostrano i dati di Confindustria. Uno shock che è destinato a durare. Pagheremo nei prossimi mesi l’aumento dei tassi di interesse, che inciderà di più sul nostro Paese tramite lo spread”.

“Non possiamo dunque – ha avvisato Cattani - permetterci passi indietro e un altro “spread”: quello di regole più obsolete e complesse degli altri Paesi, di riforme che attendono, anche a causa del ciclo elettorale che sembra ormai avviato, mentre altri Paesi acquisiscono leadership, e si muovono con maggiore velocità.  Ma di fronte a un’accelerazione simile è possibile andare avanti con l’atteggiamento di prima? Anche le forme della governance devono adeguarsi al ritmo del cambiamento, per assicurare:

risorse adeguate e incrementali alla domanda di salute e all’innovazione con il superamento dei tetti e dei silos di spesa;

rapidità e flessibilità, perché le regole rigide non sono adatte a un mondo così veloce;

partnership tra tutti i soggetti per individuare soluzioni concrete;

valutazioni di impatto sulla disponibilità delle cure e sulla struttura industriale prima delle decisioni;

prossimità e integrazione delle cure, grazie a nuove tecnologie e nuovi processi, che non devono trasferire la burocrazia “dalla carta ai bit”, ma valorizzare la responsabilità dei professionisti della salute e semplificare l’organizzazione;

valutazione delle terapie non come costo ma come valore, clinico ed economico, considerando i benefici diretti e indiretti, per il paziente, per il caregiver e per il Paese. Nel 2020 il lockdown è costato tredici miliardi al mese di indebitamento pubblico, l’arrivo di vaccini e farmaci ha evitato che lo avessimo anche oggi.”

“Vogliamo rilanciare la nostra azione, proponendo un’alleanza, un “Patto per la Salute” alle istituzioni, ai professionisti sanitari, ai ricercatori e alle comunità dei pazienti - conclude Cattani -  per il miglioramento della salute, l’incremento delle risorse, l’accesso rapido e la valorizzazione di tutte le terapie, il reale riconoscimento e valorizzazione dell’innovazione, lo sviluppo economico e sociale del Paese, essendo quindi riconosciuti come partner strategico essenziale per la sicurezza nazionale. Diamoci insieme queste regole e investiremo di più, daremo più risposte alla domanda di salute, creeremo ancora maggiori opportunità di lavoro, genereremo maggiore crescita economica e sviluppo sociale”.

Un terzo del fatturato da aziende guidate da donne. 4 le donne nel nuovo comitato di presidenza di Farmindustria

"Le aziende farmaceutiche guidate da colleghe rappresentano oltre un terzo del totale del fatturato del nostro comparto e quindi gestiscono una quota rilevante di tutte le nostre risorse". Ha detto il presidente di Farmindustria Marcello Cattani a margine dell'assemblea pubblica dell'associazione.

"Le donne - ha aggiunto - rappresentano oggi il 43% del totale della forza lavoro nel settore farmaceutico, rispetto a una media del 29% nel manifatturiero. E nella ricerca si raggiunge addirittura il 51%".  Cattani ha inoltre ricordato la forte presenza femminile nel neo-insediato comitato di presidenza di Farmindustria: Lucia Aleotti di Menarini, Nicoletta Luppi di MSD Italia, Emma Charles di Bristol Myers Squibb e Morena Sangiovanni di Boehringer Ingelheim. "Un segnale tangibile di come la diversità di genere sia un valore già presente, ma in ulteriore crescita, all'interno del mondo dell'industria farmaceutica", ha concluso Cattani



07 luglio 2022
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