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Ictus cerebrale. Alice Italia Odv: “Incremento dei valori plasmatici di omocisteina, un fattore di rischio da non trascurare”


In caso di particolari patologie, di mutazione del gene MTHFR o di diete sbilanciate si può verificare iperomocisteinemia che, oltre a costituire un fattore di rischio per le patologie cerebro-cardiovascolari, è associato anche all’insorgenza di malattie neurodegenerative e fragilità ossea. L’alert dell’Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale,

30 GEN -

Età, pressione alta, abitudine al fumo di sigaretta, obesità, diabete ed elevati livelli di colesterolo rappresentano fattori di rischio che aumentano la probabilità di essere colpiti da ictus cerebrale, patologia che, nel nostro Paese, rappresenta la terza causa di morte dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie. È ormai ben noto come una alimentazione sana ed equilibrata, sia in termini di calorie introdotte che di nutrienti, che parta dunque dalla consolidata tradizione della nostra dieta mediterranea, possa ridurre fino al 20% la possibilità di essere colpiti da questa patologia.

Ma Alice Italia Odv, l’Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale, ha voluto accendere i riflettori su un altro fattore di rischio, forse meno conosciuto al grande pubblico ma non ovviamente agli specialisti: l’omocisteina, un aminoacido presente in piccole quantità nell’organismo, derivato della metionina, altro aminoacido che si assume con i cibi, soprattutto attraverso carne, uova, latte e legumi.

Nelle persone sane, questo aminoacido si trasforma grazie all’acido folico e alle vitamine B6 e B12. Può succedere, invece, che in caso di particolari patologie, di mutazione del gene MTHFR o di diete sbilanciate si verifichi un incremento dei valori plasmatici di omocisteina (iperomocisteinemia) che, oltre a costituire un fattore di rischio per le patologie cerebro-cardiovascolari, è associato anche all’insorgenza di malattie neurodegenerative e fragilità ossea.

“L’incremento dei valori di omocisteina determina un danno alle pareti delle arterie, causando un ispessimento del loro rivestimento interno – spiega Massimo Del Sette, Direttore Uoc Neurologia Policlinico San Martino Irccs – uno studio pubblicato nel 2013 su Neural Regeneration Research ha dimostrato che chi registra alti livelli di omocisteina, di colesterolo e trigliceridi, a parità di altri fattori di rischio, ha il 40% in più di possibilità di andare incontro ad un ictus rispetto a chi ha valori nella norma. Inoltre, in una recente revisione della letteratura sull’argomento pubblicata sulla rivista internazionale Spence et al, Stroke 2020, viene riportato che la correzione della iperomocisteinemia comporta una riduzione del rischio dal 34% fino al 70%”.

Dall’Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale, arrivano quindi indicazioni utili per tenere sotto osservazione i livelli di omocisteina e consigli per seguire uno stile di vita sano.

I fattori che condizionano la quantità di omocisteina presente nel sangue sono: fattori fisiologici, ossia età e sesso (le donne hanno generalmente livelli più bassi rispetto agli uomini, anche se si registra un aumento dopo la menopausa a causa della diminuzione degli estrogeni); fattori ambientali , come fumo, alcol, eccessivo consumo di caffè, scarsa attività fisica; ereditarietà; presenza di altre patologie, come insufficienza renale e ipotiroidismo e assunzione di farmaci come contraccettivo orale o antiepilettico

Come rilevare l’omocisteina nel sangue? L’esame per il dosaggio dell’omocisteina è un semplice prelievo di sangue venoso, eseguito nella maggior parte dei laboratori, che deve avvenire dopo un digiuno di circa 10-12 ore. Vengono considerati normali i valori di omocisteina compresi tra 5-9 micromoli/L. Quando questi valori vengono superati, si parla invece di iperomocisteinemia e ne esistono diversi stadi: borderline (10-12 μmol/L), moderata (13-30 μmol/L), intermedia (31-100 μmol/L) e grave (>100 μmol/L). È fondamentale tenere periodicamente sotto controllo questo valore del sangue.

I livelli di omocisteina possono essere abbassati efficacemente assumendo acido folico e le vitamine B6 e B16, attraverso una dieta ricca in vitamine e/o l’assunzione di integratori alimentari. Alimenti ricchi di vitamina B6 sono: pesce, carne, uova, frutta, verdura, latticini e frutta secca. Alimenti ricchi di vitamina B12 sono: aringhe, tonno, sgombro, sogliola, mozzarella, fontina, parmigiano, brie, gorgonzola, robiola. È molto importante anche individuare la modalità di cottura più adatta per evitare una perdita eccessiva di vitamine; il consiglio è quello di consumare quanto più possibile cibi crudi o cotti a bassa temperatura (ad esempio, circa il 50% della vitamina B6, della vitamina B12 e dell’acido folico si perde con la bollitura del latte; il 40% della vitamina B6 se si griglia la carne).

Alice Italia Odv consiglia infine di seguire una dieta bilanciata, varia e ricca di frutta, verdura, legumi, cereali, pesce (soprattutto quello azzurro) e olio extravergine di oliva. Di limitare il consumo di: sale, zuccheri semplici (dolci, caramelle, bevande zuccherate), bevande alcoliche e grassi saturi (salumi e carni grasse), raggiungere e mantenere il peso Ideale, svolgere regolare attività fisica e non fumare

“Il vecchio adagio ‘Mens sana in corpore sano’ è assolutamente valido per quanto riguarda il rischio di ictus cerebrale, correlato al benessere corporeo e ad un sano stile di vita – conclude Andrea Vianello, Presidente di Alice Italia Odv – Ben l’80% degli ictus potrebbe essere evitato attraverso il trattamento dei principali fattori di rischio: il nostro benessere e la nostra salute sono nelle nostre mani e si giocano sulle scelte e abitudini che mettiamo in atto ogni singolo giorno”.



30 gennaio 2023
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