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I farmaci e la giungla dei ticket regionali: tra chi non lo fa pagare e chi lo chiede anche agli esenti. E le Regioni ogni anno incassano 400 mln

di L.F.

Analisi sui diversi sistemi di pagamento dei ticket fissi regionali sulla spesa farmaceutica. Nove regioni non chiedono nulla ai cittadini mentre nelle altre i sistemi sono molto diversi e c’è chi arriva a chiede anche fino a 6 euro a ricetta. Una vera e propria giungla che con l’unicità del Ssn a ben poco a che vedere. Ecco la mappa.

07 FEB -

Da chi non lo fa pagare a chi invece arriva a far pagare fino a 6 euro a ricetta. Stiamo parlando dei ticket fissi sui farmaci. Una partita che tolta la differenza che ogni cittadino paga per avere il branded (vedi nostra precedente analisi) vale circa 400 mln di euro l’anno che gli italiani versano nelle case regionali come compartecipazione obbligatoria.

Una vera e propria giungla quella del ticket sulla spesa farmaceutica che di fatto segnala come in sanità l’autonomia, anche sul pharma sia già realtà. Perché i diversi criteri regionali evidenziano una cosa su tutte: lo stesso farmaco a seconda della Regione in cui si risiede può costare diversamente al cittadino. E non perché il prezzo sia diverso alla fonte ma perché c’è il ticket che lo fa lievitare quando si arriva alla cassa in farmacia.

Iniziamo l’analisi da chi non fa pagare il ticket. Sono 9 regioni e una Pa: si tratta di Piemonte, Pa Trento, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Friuli Venezia Giulia, Sardegna e Basilicata. In queste regioni non paga nessun ticket sia il non esente che chi ha l’esenzione. È sì perché anche chi dovrebbe essere esente deve pagare il ticket in molte regioni. E ora lo vedremo

Ma andiamo per ordine in altre 5 regioni (Valle d’Aosta, Lombardia, Pa Bolzano, Veneto e Liguria) le cifre sono più o meno simili. Un non esente deve pagare 2 euro a confezione (max 4 euro a ricetta). E anche gli esenti devono pagare: in media 1 euro a confezione ma in Lombardia si può arrivare anche fino a 6 euro a ricetta. Ma lo stesso, seppur con cifre diverse, accade in quasi tutte le Regioni che impongono una compartecipazione tanto che ormai il termine 'esente' appare del tutto inappropriato.

Simile a queste regioni il sistema della Calabria che fa pagare 2 euro a confezione fino ad un massimo di 4 euro a ricetta a cui però viene aggiunto 1 euro a ricetta.

Nelle altre 6 regioni (Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia e Sicilia) vige invece un sistema a scaglioni. Per esempio nel Lazio non si paga il ticket per una lista di farmaci definita dalla Regione mentre per quelli che non sono presenti nella lista si pagano 2,5 euro a confezione se il prezzo del farmaco è inferiore a 5 euro mentre si pagano 4 euro se il prezzo del farmaco supera la soglia dei 5 euro. In Campania invece si pagano 2 euro a ricetta per i farmaci in lista di trasparenza mentre per quelli fuori lista 1,5 euro a confezione (max 3 euro a ricetta) più 2 euro fissi a ricetta.

E le stesse diversità si ritrovano anche sui farmaci in Dpc (Distribuzione per conto).

Insomma, un vero e proprio labirinto delle disuguaglianze.




L.F.



07 febbraio 2023
© Riproduzione riservata

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