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Meningite. Baldo (UniPd): “Vaccino anti-meningococco B efficace ma non è in Piano 12-18 anni”. Doria (Fimp): “Germi circolano, in alcuni aggressivi”


Così il professore ordinario di Igiene all'Università di Padova e il segretario provinciale di Venezia della  commentando all'Adnkronos Salute il caso del 17enne di Bassano (Vicenza) ricoverato per meningite B sabato 25 febbraio, per il quale si sono perse le speranze ed è in corso la procedura per la dichiarazione della morte cerebrale.

28 FEB -

"La meningite non è una patologia comune, ma questa infezione in 24 ore, anche meno, nell'adolescente, passa rapidamente dai primi sintomi, che sono aspecifici e similinfluenzali, al ricovero con quadri clinici molto diversificati, fino al decesso, purtroppo".

Lo spiega all'AdnKronos Salute Vincenzo Baldo, professore ordinario di Igiene all'Università di Padova, commentando il caso del 17enne di Bassano (Vicenza) ricoverato per meningite B sabato 25 febbraio, per il quale si sono perse le speranze ed è in corso la procedura per la dichiarazione della morte cerebrale.

"Il vaccino anti-meningococco B è efficace - sottolinea Baldo - Viene già offerto ai nuovi nati e, in alcune regioni, anche negli adolescenti. Il nuovo Piano vaccinale dovrebbe uniformare la situazione a livello nazionale. Attualmente, infatti, nella fascia 12-18 anni è proposto il quadrivalente che copre i ceppi ACWY, ma non quello per il tipo B che è il più diffuso. Già nel 2019 le società scientifiche di igiene e medicina preventiva (Siti), dei pediatri (Fimp) e dei medici di medicina generale (Fimmg) chiedevano di raccomandarlo negli adolescenti, visto che i picchi dell'infezione si hanno nei bambini piccoli e negli adolescenti".

Nel caso specifico, per i contatti più stretti del giovane, più di 250 persone, è stata attivata tempestivamente la profilassi antibiotica che agisce, nel caso di contagio, entro il periodo di incubazione, prima che si sviluppi la malattia. "Ricordo che la trasmissione può avvenire mediante contatti molto stretti - evidenzia l'esperto - Anche se il meningococco ha un potenziale epidemico, le misure preventive, adottate in modo tempestivo, riducono notevolmente la possibilità di avere casi secondari".

La meningite "fa paura, in modo anche irrazionale, ed è alimentata dalla mancanza di informazione - riflette Baldo - Tale paura ha la sua giustificazione nella rapidità e nella violenza con cui tale patologia colpisce. Il meningococco ha infatti la capacità di adattarsi, cambiare la capsula, il cappotto esterno, mantenendo lo stesso grado di virulenza ( il ceppo ST11 è il più forte) e sfuggire alla risposta immunitaria. A questo si aggiunge la sua capacità di replicarsi velocemente, cosa che non dà il tempo per poter intervenire".

Da un punto di vista epidemiologico, "i giovani adulti sono anche definiti centrali nella trasmissione del meningococco - prosegue il docente - Il 24% può essere portatore sano, in base ad alcuni studi, ma non si sa perché in alcuni causi si sviluppi la malattia che, in base alla virulenza del ceppo, ha sequele importanti - il 20% presenta perdita dell'udito, epilessia, danni cerebrali, disturbi dell'apprendimento, amputazione degli arti, cicatrici - oltre al carico psicologico e di assistenza correlati".

L'ultimo rapporto dell'Istituto superiore di sanità (Iss) sulla sorveglianza evidenzia come nel 2021 siano stati segnalati "26 casi di malattia invasiva da meningococco, dati nettamente inferiori rispetto agli anni precedenti - nel 2020 e 2019 ne sono stati segnalati 74 e 190, rispettivamente - ma questo è sicuramente stato indotto, vista la modalità di trasmissione del microrganismo per via aerea - puntualizza lo specialista - dalle misure preventive adottate nel confronto del Covid. Purtroppo nell'ultimo periodo, e il caso Veneto lo dimostra, stiamo assistendo al ritorno dei casi di questa patologia".

Tra i diversi sierogruppi, "il tipo B è quello più frequente, seguito dal C - ricorda Baldo - Nell'ultimo periodo sono in aumento W e Y. Per la quasi totalità dei ceppi c'è un'opportunità di prevenzione che è la vaccinazione - ribadisce l'esperto - Nei confronti del meningococco abbiamo a disposizione i vaccini polisaccaridici coniugati ACYW e i vaccini proteici contro il meningococco B. Il quadrivalente è offerto gratuitamente ai bambini al 13esimo mese di vita, agli adolescenti a 14-15 anni e alle persone con patologie che possono predisporre a un maggior rischio di sviluppare malattie da meningococco. Per quanto attiene il vaccino anti-meningococco B, viene offerto nel primo anno di vita. C'è la possibilità di riceverlo anche nell'età adolescenziale, ma dipende dalla regione".

"I vaccini sono altamente efficaci - conclude Baldo - Anche l'esperienza inglese lo conferma: hanno raggiunto rapidamente ampi tassi di copertura e si sono ridotti notevolmente i casi”.

"Purtroppo i vari germi del meningococco circolano e sono albergati, in modo asintomatico, in una popolazione adulta e pediatrica che li tollera. In alcuni soggetti sono aggressivi, o lo diventano per condizioni di abbassamento delle difese immunitarie, come dopo l'influenza. La meningite ha un decorso molto veloce: quando ci sono i sintomi, gli organi sono già compromessi", commenta Mattia Doria, segretario provinciale di Venezia della Federazione italiana medici pediatri (Fimp), presidente Centro studi veneto per la formazione e ricerca in pediatria territoriale (Cesper).

"La vaccinazione è lo strumento di eccellenza per prevenire la malattia - sottolinea Doria - La profilassi antibiotica offerta ai contatti del ragazzo è importante perché la diffusione è attraverso le goccioline di saliva, ma c'è un tempo di incubazione di pochi giorni in cui, con l'antibiotico, possiamo agire per evitare l'infezione. Nel caso poi si presentasse qualche sintomo, c'è il tempo per intervenire".

"La meningite si può prevenire - evidenzia il pediatra - perché per queste infezioni abbiamo vaccini per vari ceppi. In Veneto, dal 2015 ai nuovi nati è offerto anche quello contro il meningococco B, che è il più diffuso. Inoltre, chiunque non sia stato vaccinato per il ceppo B può andare al Servizio di Igiene di riferimento e chiedere la vaccinazione con un pagamento di ticket. Lo propongo ai miei pazienti tra gli 8 e 18 anni. La malattia infatti ha due picchi di incidenza: primi due anni di vita e nell'adolescenza, fino ai 18 anni".

I sintomi con sui si presenta nell'adolescente sono "febbre, mal di testa, rigidità del collo. Nei bambini - precisa il medico - la sintomatologia è come la sesta malattia o un'infezione urinaria. La malattia è purtroppo rapidamente progressiva: non si fa in tempo a intervenire con i farmaci, che pure abbiamo. Nel momento in cui i sintomi sono presenti, gli organi sono già compromessi. E' un'infezione rapidissima, non è la polmonite".

Esistono due vaccini per il meningococco: "Il quadrivalente per il ceppi ACWY e l'altro per il B. Ai nuovi nati - continua Doria - la vaccinazione è proposta attivamente. Nel bilancio di salute dei 10 anni rinforzo la raccomandazione per l'anti-meningococco B. La malattia interessa pochi casi, ma sono situazioni drammatiche. Non posso pensare di non dire a un genitore che c'è uno strumento utile per prevenirli. Credo sia una responsabilità di tutti i pediatri".

"Ai genitori va raccomandato di non sottovalutare la prevenzione vaccinale - ribadisce il pediatra - Le infezioni sono poco frequenti perché il germe gira meno in quanto c'è la popolazione vaccinata. La percezione del rischio è bassa", ma paradossalmente "tale percezione aumenta i rischi, che noi medici conosciamo e non dobbiamo sottovalutare. Quando si raccomanda un'azione per il neurosviluppo o l'antibiotico, si dà fiducia al medico, così anche per il vaccino. Non possiamo continuare a pensare che esistano vaccini obbligatori e facoltativi: noi parliamo di raccomandati. E - conclude il pediatra - lo sono tutti".



28 febbraio 2023
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