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Scompenso cardiaco. In arrivo sistema che si adatta alle esigenze del cuore


Il dispositivo, grazie ad un particolare algoritmo, adegua automaticamente la stimolazione del cuore alle necessità del momento, migliorando la contrazione. Aumenta in questo modo la risposta del paziente alla terapia e si abbattono i costi del trattamento. In Italia ne soffrono 747 mila persone.

04 DIC - Nel mondo ne soffrono più di 22 milioni di persone, con un’incidenza pari a 2 milioni di casi l’anno. Solo in Italia, i pazienti sono 747.000. Si tratta dello scompenso cardiaco, la condizione in cui il cuore non riesce a svolgere adeguatamente la propria funzione di pompa, determinando l'accumulo di liquidi a livello degli arti inferiori, dei polmoni e in altri tessuti. Una patologia che rappresenta 1-2% della spesa totale per l’assistenza sanitaria in Europa e negli Stati Uniti. Una spesa che potrebbe essere ridotta, grazie al nuovo sistema per la resincronizzazione cardiaca che permette di aumentare la risposta alla terapia e ridurre i costi diretti e indiretti della gestione del paziente. Un sistema innovativo che consente, grazie ad un algoritmo particolare, di adeguare la stimolazione del cuore alle necessità del momento, migliorando la contrazione del muscolo cardiaco.

Il trattamento dello scompenso cardiaco, infatti, prevede varie opzioni terapeutiche, da quella farmacologica fino all'impianto di un dispositivo cardiaco. L’evoluzione della tecnologica dei dispositivi biomedicali e i benefici economici e clinici che essi apportano sono stati i temi della conferenza stampa dal titolo “L’innovazione tecnologica in aritmologia: i nuovi sistemi di resincronizzazione e navigazione cardiaca per ridurre i tempi d’intervento e aumentare la risposta dei pazienti alla terapia”, che si è svolta a Roma, grazie alla collaborazione di Medtronic Italia.

“Lo scompenso cardiaco è in crescita – ha dichiarato Massimo Santini, Direttore del Dipartimento Cardiovascolare dell’Ospedale San Filippo Neri di Roma – i pazienti che ne soffrono devono spesso ricorrere all’ospedalizzazione, con una media di 6-9 giorni di ricovero ogni volta che si presenta una riacutizzazione della situazione cardiaca, un evento molto frequente, anche a seguito di un costante trattamento farmacologico”. Fra le terapie interventistiche, spesso adottate in associazione ai farmaci, sono gli impianti di defibrillatori e di sistemi di resincronizzazione cardiaca (Crt) ad aver conosciuto il maggior sviluppo negli ultimi anni. Il defibrillatore è un dispositivo capace di rilevare e interrompere, mediante una scarica elettrica, eventuali aritmie maligne che, altrimenti, possono procurare un arresto cardiaco e morte improvvisa. Questa scarica “resetta” il muscolo cardiaco e ne ristabilisce il ritmo. La terapia di resincronizzazione cardiaca prevede l’impianto di un dispositivo che, attraverso due elettrocateteri collegati a entrambe le camere cardiache inferiori, invia piccoli impulsi elettrici per migliorare la sincronia di contrazione dei due ventricoli e, di conseguenza, la capacità del cuore di pompare sangue e ossigeno all'interno del sistema cardio-vascolare. I resincronizzatori di nuova generazione sono combinati a una terapia di defibrillazione (Crt-d).

“Nonostante i dispositivi impiantabili siano sempre meno invasivi e di facile applicazione, esiste ancora una percentuale di pazienti ‘non responders’, che non beneficiano della terapia – ha proseguito Santini - in questo caso il medico ottimizza i parametri del sistema impiantato sulla base delle caratteristiche del paziente, manualmente e tramite ecocardiografia, con un dispendio non irrisorio di tempo. Tuttavia, sono oggi disponibili nuovi resincronizzatori cardiaci, che hanno il vantaggio, attraverso un esclusivo algoritmo, di modificare in modo automatico e dinamico questi parametri, adeguandosi costantemente alla conduzione intrinseca del paziente”.

Nel corso dell’edizione 2012 del congresso dell’European Society of Cardiology di Monaco sono stati presentati i dati di uno studio randomizzato, pubblicato sulla rivista Heart Rhythm, in cui si dimostra che i nuovi dispositivi di Medtronic, Viva e Brava, che hanno ottenuto ad agosto il marchio di Conformità Europea (CE), migliorano del 12% il tasso di risposta alla terapia di resincronizzazione nei pazienti con scompenso cardiaco. Inoltre, i nuovi dispositivi presentano un design innovativo che, riducendo la pressione sulla pelle del 30% rispetto agli altri Crt presenti sul mercato, aumenta il confort dei pazienti.

L’evoluzione della tecnologia dei dispositivi cardiaci impiantabili e i progressi della telemedicina sono alla base del successo del Carelink Network, il sistema Medtronic di controllo remoto dei pazienti, che, entrato in Italia a metà degli anni 2000, oggi conta circa 20.000 pazienti con dispositivi cardiaci impiantati seguiti a distanza.

“Il Remote Patient Management è una tecnologia fondamentale, specialmente per seguire pazienti con stimolazione biventricolare per episodi di scompenso - ha dichiarato Antonio Curnis, Direttore del reparto di Elettrofisiologia del Presidio Ospedaliero Spedali Civili di Brescia – il telemonitoraggio, consentendo un utilizzo ottimale delle sofisticate capacità diagnostiche dei dispositivi impiantabili, fornisce benefici clinici ed economici enormi: permette di riconoscere precocemente gli eventi clinici rilevanti su cui si può intervenire immediatamente con trattamenti farmacologici o ablativi; aumenta l’appropriatezza dell’intervento medico, poiché consente ai pazienti di recarsi alle visite solo in caso di effettiva necessità, a seguito di allarmi da parte del sistema, e ai medici di ridurre il tempo complessivo da dedicare alle visite; permette un miglioramento della qualità di vita dei pazienti, poiché offre loro la possibilità di essere controllati in modo puntuale; infine, riduce il ricorso alle visite urgenti per cause cardiache e la degenza ospedaliera“.

Un vantaggio di grande impatto dal punto di vista economico, considerando, come emerso in precedenza, che il costo maggiore legato allo scompenso cardiaco è dato dai frequenti accessi ospedalieri a cui il paziente è soggetto. “I benefici clinici ed economici sono ampiamente documentati dai dati dello studio Evolvo, “un progetto a cui il nostro ospedale ha partecipato, terminato a fine 2010 e promosso dalla Regione Lombardia – ha spiegato Curnis – inoltre, le nuove tecnologie di telemonitoraggio consentono di decentrare la cura del paziente impiantato, e garantirgli maggiore continuità assistenziale, poiché i dati  raccolti da questi sistemi possono essere utilizzati, oltre che dallo specialista che ha eseguito l’impianto, anche dal medico di famiglia, così come è possibile creare diversi punti di accesso alla cura, come ad esempio nei presidi territoriali per l’assistenza primaria . In questo modo si portano fuori dall’ospedale tutte quelle prestazioni che possono essere gestite sul territorio, in linea con le nuove politiche di contenimento della spesa sanitaria”.

“Una sanità che possa vedere l’innovazione come fonte di risparmio e non come spesa da abbattere: è questo il ruolo dell’industria in questo periodo. – ha detto Luciano Frattini, presidente e amministratore delegato di Medtronic Italia - l’innovazione tecnologica consente di migliorare la gestione di molte patologie croniche aiutando la classe medica a preservare e migliorare la qualità di vita di migliaia di pazienti”.
“Occorre sviluppare una collaborazione ancora più stretta e trasparente tra industria biomedica, medici e istituzioni – ha concluso il presidente Medtronic Italia - accomunati dall’obiettivo di garantire un Sistema Sanitario meno costoso, senza mai dimenticarsi del paziente e del suo diritto alla terapia più adeguata e più moderna”.
 

04 dicembre 2012
© Riproduzione riservata

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