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In 5 anni +57% incidenza infezioni da Enterobacterales resistenti ai carbapenemi. Ecdc: “Grave rischio per sanità europea”


Per quanto riguarda l'Italia, il tasso di incidenza è passato da 8,43 a 9,29 per 100.000 abitanti nello stesso periodo (+10%). Paesi come Bulgaria, Croazia e Cipro hanno riportato aumenti ancora più drammatici, rispettivamente del 246%, 277,5% e 275,5%.

04 FEB -

Dal 2019 si è assistito a un incremento delle infezioni causate da Enterobacterales resistenti ai carbapenemi (Cre), fenomeno che rappresenta una minaccia significativa per i pazienti e i sistemi sanitari nell'Unione Europea e nello Spazio Economico Europeo. E' quanto rivela un aggiornamento della valutazione del rischio dell'Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie). Secondo i dati del 2023, l'incidenza stimata delle infezioni del sangue da K. pneumoniae resistente ai carbapenemi nell'UE/SEE è aumentata da 2,52 casi per 100.000 abitanti nel 2019 a 3,97 nel 2023, registrando un incremento del 57,5%. Per quanto riguarda l'Italia, il tasso di incidenza è passato da 8,43 a 9,29 per 100.000 abitanti nello stesso periodo (+10%). Paesi come Bulgaria, Croazia e Cipro hanno riportato aumenti ancora più drammatici, rispettivamente del 246%, 277,5% e 275,5%.

Le CRE, tra cui Klebsiella pneumoniae ed Escherichia coli resistenti ai carbapenemi, si stanno diffondendo rapidamente negli ospedali, con un aumento preoccupante delle infezioni del sangue in 23 Stati membri dell'Ue. Questa diffusione è favorita dalla presenza di ceppi ad alto rischio multiresistenti, come la linea ipervirulenta K. pneumoniae ST23, che mostrano una crescente resistenza ai carbapenemi. Inoltre, altre specie emergenti di Enterobacterales resistenti ai carbapenemi stanno iniziando a diffondersi nelle strutture sanitarie. Parallelamente, sono stati rilevati ceppi resistenti di E. coli anche al di fuori dell'ambito ospedaliero, aumentando il rischio di diffusione nella comunità. “Questi dati indicano un'alta probabilità di ulteriore diffusione delle CRE sia negli ospedali che nella comunità, una tendenza preoccupante considerando l'elevata mortalità associata a queste infezioni. Sebbene siano disponibili nuovi antibiotici, le opzioni terapeutiche restano comunque limitate. È necessaria un'azione immediata per controllare il problema e proteggere i pazienti da infezioni sempre più difficili da trattare”, ha dichiarato Piotr Kramarz, Chief Scientist dell'Ecdc.

L'Ecdc sottolinea che, nonostante l'importanza delle misure di prevenzione e controllo delle infezioni (Ipc), la loro implementazione in molti ospedali è insufficiente per contenere la diffusione delle Cre. Pertanto, invita i paesi dell'UE/SEE a rafforzare gli sforzi di contenimento, adottando le seguenti azioni:

L'Ecdc esorta infine i paesi dell'UE/SEE e gli ospedali ad intensificare le azioni di controllo per contrastare il peggioramento della situazione epidemiologica, limitare il rischio di ulteriore diffusione delle Cre e proteggere i pazienti e le comunità.



04 febbraio 2025
© Riproduzione riservata

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