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Spesa farmaceutica. Continua il calo: - 9,1% nel 2012. Grazie a generici, ticket, "sconti" e diretta


Il livello della convenzionata scende così sotto quello registrato nel 2001. Diminuisce il costo per ricetta (- 9,3%). Tra i motivi l'aumento del ticket, il taglio dei prezzi, le trattenute imposte alle farmacie, la crescita dei generici e della distribuzione diretta e per conto. I dati di Federfarma.

12 MAR - Continua per il sesto anno consecutivo il calo della spesa farmaceutica convenzionata SSN, che nel 2012 registra un -9,1% rispetto al 2011. “Con questo dato - commenta il presidente di Federfarma Annarosa Racca - la spesa farmaceutica convenzionata si colloca oggi, unica voce del bilancio sanità, a livelli inferiori a quelli del 2001”.
La riduzione della spesa farmaceutica convenzionata è dovuta alla diminuzione del valore medio delle ricette (-9,3%), legata a vari fattori: i ripetuti tagli dei prezzi dei medicinali, le trattenute imposte alle farmacie, il progressivo aumento del numero di medicinali equivalenti e la distribuzione diretta o per conto di medicinali acquistati dalle ASL.
 
Il contributo delle farmacie al contenimento della spesa sottolinea Federfarma - continua ad essere rilevante: nel 2012 è stato, complessivamente, di circa 800 milioni di euro. Oltre che con la diffusione degli equivalenti e la fornitura gratuita di tutti i dati sui farmaci SSN, le farmacie concorrono a limitare la spesa con lo sconto per fasce di prezzo, che ha prodotto nel 2012 un risparmio di oltre 536 milioni di euro, e con la quota dello 0,64% di cosiddetto pay-back, che vale oltre 73 milioni di euro. A tali pesanti oneri va aggiunta la trattenuta dell’1,82% sulla spesa farmaceutica, aumentata, da luglio 2012, al 2,25%. Tale trattenuta aggiuntiva ha comportato, per le farmacie, un onere quantificabile in circa 186 milioni di euro per il 2012.
 
“Tutto ciò – spiega Annarosa Racca – rende sempre più difficile la situazione economica delle farmacie, specialmente nelle Regioni come Campania, Calabria, Lazio, ma anche Piemonte, nelle quali si verificano ritardi nei pagamenti da parte delle ASL. La difficoltà del momento è confermata anche dalle notizie del fallimento di alcune farmacie in Friuli e in Campania”.
Anche i cittadini, con i ticket, contribuiscono sostanzialmente nella stessa misura delle farmacie al contenimento della spesa. Le quote di partecipazione a carico dei cittadini crescono a seguito degli aumenti dei ticket a livello regionale, ma anche a causa del ricorso dei cittadini a medicinali di marca più costosi, con pagamento della differenza di prezzo rispetto all’equivalente meno costoso. “Quest’ultimo fenomeno – osserva il presidente di Federfarma - è alimentato dalle polemiche sull’efficacia dei generici e sulla sostituzione da parte del farmacista”.
 
L’incidenza sulla spesa lorda delle quote di partecipazione a carico dei cittadini è passata dal 10,7% del 2011 al 12% del 2012. Nelle Regioni con ticket più incisivo le quote di partecipazione hanno un’incidenza sulla spesa lorda tra il 13% e il 15,2%.
L’aumento dell’onere a carico dei cittadini è legato agli interventi sui ticket adottati a livello regionale, ma soprattutto al ricorso da parte dei cittadini a medicinali di marca più costosi, con conseguente pagamento della differenza di prezzo rispetto all’equivalente di prezzo più basso, in misura rilevante a seguito delle polemiche sull’efficacia dei medicinali generici e sulla sostituzione da parte del farmacista, polemiche che creano diffidenza nei cittadini.
Nelle Regioni che non applicano ticket sui farmaci, la quota dovuta al pagamento del differenziale rispetto al medicinale di marca più costoso ha un’incidenza sulla spesa lorda che va dal 5,6% all’8,4%.
Se si considerano le sole quote relative ai ticket sui farmaci introdotte a livello regionale (escludendo, quindi, gli importi relativi alla differenza di prezzo tra farmaco di marca più costoso ed equivalente), emerge che i cittadini e le farmacie contribuiscono in misura pressoché equivalente al contenimento della spesa farmaceutica convenzionata.
 
Dall’analisi della composizione dei consumi di farmaci in regime di SSN emerge che nel 2012 i farmaci per il sistema cardiovascolare si confermano la categoria a maggior spesa pur facendo segnare, a parità di consumi, un calo del -13,5% rispetto al 2011, a seguito del maggior utilizzo di medicinali a brevetto scaduto di prezzo più basso. Da segnalare il forte calo della spesa (-14,5%) per farmaci antimicrobici, cui corrisponde una riduzione dei consumi: i cittadini hanno utilizzato quindi meno antibiotici, grazie anche alle varie campagne informative per promuoverne il corretto utilizzo.
Per quanto riguarda le categorie di farmaci più prescritte, anche nel 2012 si collocano al primo posto gli inibitori della pompa acida (farmaci per gastrite, ulcera, reflusso gastrico), che fanno segnare un sensibile aumento dei consumi rispetto al 2011 (+7,1%). All’interno della categoria dei farmaci antipertensivi diminuisce il ricorso agli ace-inibitori e aumenta quello ai betabloccanti.

12 marzo 2013
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