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Cervello. Sei bugiardo? L'imaging neurale lo svela


L’approccio di studio basato sull’elettrofisiologia cognitiva permette di vedere come reagisce il cervello quando si mente: in particolare, gli scienziati sono in grado di riconoscere la risposta bioelettrica inconfondibile, chiamata N400, che riflette il tentativo di sopprimere l’informazione riconosciuta come vera.

18 LUG - Le aree del cervello più attive dal punto di vista “elettrico” nella costruzione della menzogna sono la regione frontale e pre-frontale dell’emisfero sinistro e la corteccia cingolata anteriore. E da oggi possono essere osservate in “tempo reale”: secondo una ricerca pubblicata su PLoS One da Alice ProverbioMaria Elide VanutelliRoberta Adorni del dipartimento di Psicologia dell’Università di Milano-Bicocca è infatti possibile tramite le tecniche di imaging neurale osservare quando queste specifiche aree del cervello che si attivano e quindi riconoscere quando si mente.

Lo studio è stato condotto su 25 studenti universitari tutti volontari, 12 maschi e 13 femmine, ai quali sono state sottoposte 296 domande bilanciate per argomento e tipo di informazione. Le domande comprendevano anche dati, fatti e comportamenti personali conosciuti da ciascun partecipante. Per ogni risposta è stata impartita la specifica istruzione di mentire o dire la verità. È stato utilizzato un paradigma innovativo, che simula la situazione stressante dell’interrogatorio, con domande anche imbarazzanti o su temi delicati. Durante le risposte i volontari hanno indossato speciali cuffie con 128 rivelatori che registravano l’attività elettrica del cervello. “Attraverso un approccio di studio basato sull’elettrofisiologia cognitiva siamo in grado di vedere come reagisce il cervello di una persona quando riconosce qualcosa di familiare”, ha spiegato Alice Proverbio, professoressa associata di Psicobiologia e coordinatrice della ricerca. “È come se l’attività bioelettrica (derivante dall’attività cerebrale) esclamasse un ‘Aha!’”. Inoltre, è possibile stabilire quando una persona sta mentendo poiché il cervello produce una risposta bioelettrica inconfondibile, chiamata N400, che riflette il tentativo di sopprimere l’informazione riconosciuta come vera.

“Rispetto alla macchina della verità che si basa sulla misurazione di aspetti fisiologici come sudore e battito cardiaco per individuare chi mente – aggiunge Proverbio – il metodo basato sulla registrazione dell’attività elettromagnetica misura anche l’effetto cerebrale delle emozioni provate durante l’interrogatorio. L’attività mentale, misurata attraverso le variazioni elettriche delle risposte cerebrali è un indicatore molto più affidabile di quella solo periferica”.
Una tecnica simile, chiamata “brain fingerprinting”, è stata utilizzata negli Stati Uniti dallo studioso Lawrence Farwell in due processi per omicidio (i casi Grinder e Harrington) e ha portato a modificare le sentenze, aiutando a individuare il vero colpevole nel primo caso e a scagionare il presunto nel secondo.
Nello studio dell’Università di Milano-Bicocca è emerso anche che, se è sempre possibile individuare i bugiardi per via della N400, chi prova ansia per domande stressanti (o è accusato ingiustamente) evidenzia una reazione emotiva simile ai mentitori (che ingannerebbe la macchina della verità), il che mette in guardia da un uso sprovveduto di indicatori fisiologici non cerebrali.

18 luglio 2013
© Riproduzione riservata

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