Nasce a Bologna ‘Perno’, il primo registro mondiale sui tumori del cervello
Il progetto segna una tappa decisiva per trattare al queste neoplasie, considerate rare ma che colpiscono in Italia 3 persone ogni 100.000 abitanti. Brandes (Ausl Bologna): “Il l 35% dei nostri pazienti viene da altre Regioni”.
16 OTT - Si chiama PERNO (Progetto Emilia-Romagna Neuro Oncologia) ed è il primo registro di popolazione al mondo sui tumori cerebrali. È realizzato in Emilia-Romagna, unica regione in Italia ad aver ottenuto un finanziamento del Ministero della Salute per l’iniziativa.
Ad annunciarlo è stata Alba Brandes della Ausl di Bologna–Irccs di Scienze Neurologiche al XV Congresso dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), svolto nei giorni scorsi a Milano.
“Il 35% dei nostri pazienti viene da altre Regioni”, ha spiegato Brandes. “L’alleanza fra neurologi, neurochirurghi, neuroradiologi, patologi, radioterapisti e oncologi – ha proseguito - segna una tappa decisiva per trattare al meglio queste neoplasie che ogni anno in Regione fanno registrare circa 200 nuovi casi e colpiscono in Italia circa 3 persone su 100mila abitanti”.
PERNO, coordinato da Agostino Baruzzi, direttore scientifico dell’Irccs di Scienze Neurologiche della Ausl di Bologna, ha raccolto i dati di incidenza su circa 400 pazienti con tumore cerebrale residenti nella Regione. E ha incluso un sottoprogetto, coordinato da Brandes, per analizzare i risultati clinici e le caratteristiche biologiche di circa 270 pazienti con glioblastoma, la forma più frequente di tumore cerebrale (circa il 70% dei casi). “Per la prima volta – ha spiegato l’esperta - è emersa una corrispondenza tra i risultati di sopravvivenza degli studi clinici e quelli ottenuti nella pratica quotidiana. I pazienti selezionati per le sperimentazioni infatti rispondono a criteri ideali che raramente si riscontrano nella vita reale. E oggi, grazie a PERNO, sappiamo che il trattamento standard è trasferibile sulle persone che curiamo tutti i giorni, indipendentemente dai criteri di selezione. Viene confermato inoltre il ruolo predittivo e prognostico di MGMT, un gene implicato nella resistenza ai farmaci chemioterapici, dimostrando una migliore sopravvivenza per i pazienti che presentavano la metilazione di questo gene e che venivano trattati con la terapia a base di temozolomide”.
16 ottobre 2013
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