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Vaccini. Fimp propone una campagna shock: “I genitori devono conoscere i rischi”


"Bisogna far vedere cosa succede a un bambino affetto da meningite” e “ascoltare il racconto dei genitori di un bambino deceduto perché non vaccinabile”. E' questa, secondo i pediatri, la nuova strada da percorrere per far finalmente comprendere ai genitori il rischio infettivo e le possblii conseguenze di certe malattie.

30 APR - “In tutto il mondo si è svolta, promossa dall’Oms (World Immunization Week 2014), la Settimana di sensibilizzazione all’importanza della prevenzione verso malattie evitabili con un vaccino, pratica molto diffusa ma che necessita di conferme e rassicurazioni, oltre che degli opportuni aggiornamenti. Anche il mondo del web è stato occupato, giustamente, da statistiche, percentuali, grafici, slogan. Ma, da pediatri abituati giornalmente al contatto con le famiglie, vorremmo aggiungere qualcosa di forse più efficace. I genitori di oggi infatti non conoscono appieno il rischio infettivo di tali malattie in quanto, grazie proprio ai vaccini stessi, non hanno consapevolezza di cosa voglia dire ad esempio una polmonite da morbillo, una paralisi da polio o una cerebropatia da pertosse”. È questo il messaggio lanciato oggi da Giorgio Conforti, Referente Rete Vaccini della Fimp, che per far crescere questa consapevolezza avanza la proposta di una campagna potremmo dire shock, come è stata definita quella contro il fumo con scritte e immagini di forte impatto sui pacchetti delle sigarette.

“Alcuni – spiega infatti Conforti - possono ritenere che questi ‘incidenti’ capitino agli altri, stiano sulle pagine dei giornali o, appunto, nelle statistiche dei medici. Ma se invece traducessimo in comunicazione ‘sensibile’ tutto ciò, allora potrebbe essere più pregnante la raccomandazione a vaccinare il proprio bambino”. Come? “Ad esempio – propone il referente Rete Vaccini della Fimp - facendo ‘vedere’ cosa succede a un bambino affetto da meningite, sia in fase acuta o negli esiti invalidanti per tutta la vita, oppure sentire il racconto di un malato di polio o del medico che lo ha assistito per tanti anni nella riabilitazione; oppure ancora quanto affermano i genitori di un bambino deceduto perché non vaccinabile per morbillo o varicella a causa di una patologia che non ne permetteva l’esecuzione (un bambino oncologico) contagiato a scuola dai compagni non immuni perché i genitori di questi erano mal informati da medici ‘alternativi’”.

“Tutto questo – conclude Conforti - è ben presente nella pagina Facebook della Rete Vaccini e malattie Infettive della Federazione Italiana Medici Pediatri (www.facebook.com/FIMPReteVaccini) e su Twitter (@ReteVacciniFIMP). Obiettivo vero e unico dell’impegno di Fimp sui social media è la miglior comprensione da parte di medici e genitori delle possibilità di tutela della salute dei bambini e non solo. L’invito è quindi a seguirci e a farci seguire il più possibile”.

 

30 aprile 2014
© Riproduzione riservata

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