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Cure compassionevoli. Corte europea diritti dell’uomo: “Non sono un diritto. Servono evidenze scientifiche”


Pubblicate le motivazioni con cui la Corte europea per i diritti dell’uomo (ECHR) aveva respinto lo scorso 28 maggio la richiesta di un uomo di utilizzare il metodo Stamina su sua figlia. L'Aifa: "Riconosciuta la validità del nostro operato". LA SENTENZA (in lingua francese).

11 GIU - L’accesso alle cure compassionevoli non è un diritto, ma deve essere supportato evidenze scientifiche. Ad affermarlo è la Corte europea per i diritti dell’uomo (ECHR), nella sentenza che spiega le ragioni della bocciatura pronunciata dalla stessa Corte lo scorso 28 maggio contro il metodo Vannoni. La Corte, infatti, ha respinto il ricorso di un cittadino italiano la cui figlia è affetta dall’adolescenza da una patologia cerebrale degenerativa e che chiedeva di poter far accedere la figlia al metodo Stamina.

La richiesta era già stata respinta dal Tribunale di Udine. Una decisione che, secondo il ricorrente, era lesiva del diritto alla vita e anche discriminatoria, perché per casi simili a quello di sua figlia altri tribunali italiani avevano autorizzato l’accesso al trattamento. La Corte europea ha respinto il ricorso del cittadino italiano affermando che l’interdizione per la paziente al “metodo Stamina”, prevista dal tribunale, perseguiva l’obiettivo legittimo di proteggere la salute ed era proporzionata a questo scopo. I giudici hanno stabilito che il caso è stato adeguatamente ponderato e la decisone debitamente motivata e non arbitraria. Secondo la Corte europea quindi la paziente non è stata affatto discriminata, anche se alcuni Tribunali italiani hanno permesso il medesimo trattamento per patologie simili.

A rilanciare la notizia è oggi l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), spiegando che la decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo “rappresenta un ulteriore riconoscimento della validità dell’operato dell’Agenzia Italiana del Farmaco. L’AIFA nasce per garantire l'accesso al farmaco e il suo impiego sicuro e appropriato come strumento per la protezione e la promozione della salute e opera con l’unico  obiettivo di tutelare la salute dei cittadini. Ed è proprio per perseguire questo scopo che l’Agenzia ha ordinato nel maggio del 2012 la sospensione delle somministrazioni a base di cellule staminali da parte della Stamina Foundation presso l’Azienda Ospedaliera “Spedali Civili di Brescia” a causa del mancato rispetto delle normative poste a salvaguardia della salute dei pazienti”, conclude l’Aifa.
 

11 giugno 2014
© Riproduzione riservata

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