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Ue: le prescrizioni farmaceutiche saranno riviste per renderle "riconoscibili" in tutta Europa


La Pharmaceutical Group of the European Union darà il via a una ricognizione sulle prescrizione dei farmaci negli Stati Membri allo scopo di individuare un sistema “unico” di ricetta valido in tutta Europa ed agevolare la dispensazione di farmaci a un paziente che si trovi in un Paese diverso da quello di residenza. Il farmacista sarà comunque libero di negare il farmaco in caso di dubbi sulla prescrizione, anche di ordine etico.

21 GEN - Permettere al farmacista e al professionista sanitario di valutare, autenticare e convalidare le prescrizioni di altri Stati membri esattamente come avviene con quelle nazionali. Questo il compito affidato alla Pharmaceutical Group of the European Union (Pgeu) dall’Europarlamento nell’ambito degli interventi previsti dalla direttiva approvata lo scorso 19 novembre sull’assistenza sanitaria transfrontaliera.
Primo passo sarà l'introduzione di elementi e misure per verificare che la ricetta sia stata redatta da un professionista del settore sanitario legalmente abilitato. Per evitare la confusione tra farmaci, inoltre, si dovrà, quando possibile, utilizzare il nome generico del farmaco, cioè il principio attivo.

La revisione, spiega una nota del Pgeu, si inserisce nel più ampio progetto di politica sanitaria dell’Unione Europea per il riconoscimento dell’assistenza dei cittadini in ogni Paese dell’Unione, compresa l’assistenza farmaceutica. Un sistema unico di prescrizione risponde così al diritto alla salute e alla sicurezza dei pazienti, ma anche all’esigenza per i farmacisti e gli operatori di identificare facilmente la correttezza di una ricetta prescritta all’estero, anche allo scopo di evitare il rischio di errori terapeutici. A questo scopo saranno anche previste misure per facilitare il contatto tra prescrittori e dispensatori. Questo permetterà anche di migliorare l’assistenza terapeutica in caso essa abbia bisogno di essere modificata per rispondere meglio ai bisogni di salute del paziente.

La direttiva prevede comunque che “il riconoscimento delle prescrizioni non pregiudica le norme nazionali che riconoscono per ragioni etiche il diritto del farmacista di rifiutarsi di dispensare il medicinale qualora la prescrizione sia stata rilasciata nello Stato membro di affiliazione”.
La revisione delle prescrizioni, inoltre, non eliminerà gli obblighi già oggi previsti per i farmacisti a garanzia della sicurezza dei pazienti. Piuttosto rafforzerà gli elementi a tutela della salute e, al contempo, faciliterà il lavoro dei farmacisti attraverso un sistema chiaro e univoco.

Le misure che saranno introdotte per il riconoscimento delle prescrizioni non impediranno agli Stati membri di prevedere ulteriori elementi da inserire nelle loro prescrizioni, purché ciò non impedisca il riconoscimento negli altri Stati membri.
La soppressione di ostacoli normativi e amministrativi non dovrebbe infine pregiudicare la necessità del consenso del medico curante del paziente o del farmacista nei singoli casi, dove questo trovi giustificazione nella protezione della salute umana e risulti necessario e proporzionato rispetto a tale obiettivo.
 

21 gennaio 2011
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