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Influenza. Un milione e 400mila italiani a letto. Aifa lancia allarme: “Casi in aumento. Ma c’è ancora tempo per vaccinarsi”


Trecentocinquantamila solo nelle seconda settimana di gennaio. L’incidenza è di 5,77 casi per mille assistiti. Regioni più colpite Marche e Veneto, seguite da Campania ed Emilia Romagna. Si ammalano soprattutto i bambini al di sotto dei 5 anni. Il livello di incidenza è comunque simile a quello delle precedenti stagioni 

19 GEN - I casi di sindrome influenzale registrati in Italia, come indicano i dati forniti dal Rapporto Epidemiologico InfluNet, elaborati dal Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), sono in costante aumento, ma c'è ancora tempo per vaccinarsi in alcune regioni. Lo segnala l’Aifa con una nota.
 
Durante la seconda settimana del 2015 i casi stimati di sindrome influenzale sono circa 350.000, per un totale di circa 1.391.000 casi dall’inizio del periodo di sorveglianza. Il livello di incidenza, nell’attuale stagione, è simile a quello osservato nelle precedenti stagioni influenzali, in modo particolare nella stagione 2012-2013.
 
Il valore dell’incidenza totale rilevato dalla rete di medici sentinella presenti in tutto il territorio nazionale è pari a 5,77 casi per mille assistiti; le regioni più colpite sono Marche e Veneto, seguite da Campania ed Emilia Romagna.
 
La fascia d’età maggiormente colpita è quella dei bambini al di sotto dei 5 anni, con un’incidenza pari a 11,15 casi per mille assistiti. Si è verificato un brusco aumento del numero dei casi anche nella fascia dei giovani adulti: nella fascia d’età tra i 5 e i 14 anni il valore si attesta a 6,37. Nella fascia 15-64 anni il livello dell’incidenza è 6,23, mentre tra gli individui di età pari o superiore a 65 anni è 2,80 casi per mille assistiti.
 
L’influenza – ricorda l’Aifa - è una malattia provocata da virus e non va confusa con un semplice “malanno di stagione”; le sue complicanze vanno dalle polmoniti batteriche alla disidratazione, al peggioramento di malattie preesistenti (quali ad esempio il diabete, malattie immunitarie o cardiovascolari e respiratorie croniche), alle sinusiti e alle otiti (queste ultime soprattutto nei bambini). In Italia le complicanze dell’influenza causano circa 8.000 decessi, in particolare nei soggetti al di sopra dei 65 anni di età e con condizioni di rischio.
 
La vaccinazione – aggiunge l’Aifa - costituisce la principale misura di prevenzione dell’influenza, sia perché aumenta notevolmente la probabilità di non contrarre la malattia sia perché, in caso di sviluppo di sintomi influenzali, questi sono molto meno gravi e, generalmente, non seguiti da ulteriori complicanze; è importante vaccinarsi, soprattutto per chi appartiene alle categorie a rischio e chi non si è vaccinato è ancora in tempo a farlo in alcune regioni.
 
Chi deve vaccinarsi.Sulla base della Circolare del Ministero della Salute “Prevenzione e controllo dell’influenza: raccomandazioni per la stagione 2014/2015” – ricorda l’Aifa -  la vaccinazione è raccomandata per i soggetti di età pari o superiore a 65 anni; per i bambini di età superiore ai 6 mesi, ragazzi e adulti fino a 65 anni di età affetti da patologie che aumentano il rischio di complicanze da influenza; per i bambini e gli adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico, a rischio di Sindrome di Reye in caso di infezione influenzale; per le donne che all’inizio della stagione epidemica si trovino nel secondo e terzo trimestre di gravidanza; per gli individui di qualunque età ricoverati presso strutture per lungodegenti; per i medici e il personale sanitario di assistenza; per i familiari e i contatti di soggetti ad alto rischio; per i soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo; per il personale che, per motivi di lavoro, è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani. 
 
 
Per contrastare l’influenza stagionale e la sua diffusione tra la popolazione – sottolinea ancora l’Aifa -  sono raccomandate inoltre alcune misure di prevenzione sanitaria, come lavare spesso le mani con acqua e sapone, e in particolare dopo avere tossito e starnutito o dopo avere frequentato luoghi e mezzi di trasporto pubblici; rimanere a casa quando si è malati, in modo da limitare contatti possibilmente infettanti con altre persone; assumere farmaci in grado di ridurre la temperatura e il dolore solo quando strettamente necessario.
 
Nella sindrome influenzale senza complicanze di origine batterica non è raccomandato l’uso di antibiotici.A questo proposito, anche quest’anno l’AIFA ha dedicato al tema un’apposita Campagna di Comunicazione (“Antibiotici. Senza regole non funzionano”), ribadendo l’importanza di ricorrere agli antibiotici solo quando necessario e dietro prescrizione del medico che ne accerti l’effettiva utilità.

19 gennaio 2015
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