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Pillola “5 giorni dopo” senza ricetta. Snoq Sanità scrive a Boldrini, Fedeli e De Biasi: “Donne in Parlamento facciano sentire la loro voce. Le italiane devono avere stessi diritti delle europee”


In una lettera alla presidente della Camera, alla Vice presidente del Senato e alla presidente Commissione Igiene e Sanità, "Se non Ora Quando" sollecita una presa di posizione affinché non si perda l’occasione di adeguarsi alla normativa europea che prevede la vendita senza obbligo di ricetta. "Via anche il test che è obbligatorio solo in Italia". LA LETTERA.

06 MAR - "Il mantenimento dell’obbligo di ricetta e del test di gravidanza per avere la pillola dei cinque giorni dopo renderebbe solo più difficoltoso l’accesso al farmaco, e non determinerebbe alcun vantaggio o beneficio per le donne italiane. Anzi produrrebbe solo un intralcio di ordine temporale nonché un esborso economico per le donne oltre ad aumentare il ricorso a metodi più invasivi e più lesivi per l’integrità psico-fisica. Per questo si sollecita una presa di posizione delle istituzioni e del Parlamento affinché non si perda l’occasione di adeguarsi alla disposizioni europee che prevedono la vendita della contraccezione di emergenza senza obbligo di ricetta".
 
È quanto scrive “Se non Ora Quando? Sanità” in una lettera inviata alla Presidente della Camera Laura Boldrini, alla Vice Presidente del Senato Valeria Fedeli, e alla Presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato Emilia De Biasi.
 
Una richiesta che arriva alla vigilia del parere che il Consiglio Superiore di Sanità è chiamato a esprimere in merito alla recente deliberazione dell’Agenzia europea dei medicinali (Ema) che prevede la vendita della pillola dei 5 giorni dopo nelle farmacie senza l’obbligo di ricetta medica.
 
“Gli studi effettuati dopo la commercializzazione in quasi tutto il Mondo del farmaco per la contraccezione d’emergenza – rileva Maura Cossutta, coordinatrice di “Se non Ora Quando? Sanità” nella lettera – hanno dimostrato l’assenza di rischi e in particolare quello di eventuale aborto e anche in caso di assunzione durante uno stato di gravidanza non ancora noto. Questo rischio era stato, infatti, ventilato al momento della prima immissione in commercio del medicinale, mancando studi specifici di grande portata che potessero escluderlo al 100%. Le nuove osservazioni su oltre 3 milioni di pazienti hanno invece accertato che tale rischio è inesistente e da qui la decisione dell’Ema di eliminare la controindicazione gravidanza e quindi l’obbligo di prescrizione, con il conseguente invito alle autorità farmaceutiche nazionali di fare altrettanto, adottando anche i foglietti illustrativi inseriti nelle confezioni del medicinale e nella relativa scheda tecnica.”
 
"Va inoltre evidenziato che, a oggi – segnala Snoq Sanità – anche i Paesi che si erano inizialmente opposti a questa decisione hanno recepito questo invito, ad eccezione di Malta, dove non è ammessa la contraccezione d’emergenza, e dell’Ungheria".
 
“La questione è ora al vaglio del Css che dovrà fornire un parere in merito alla eliminazione dell’obbligo di prescrizione e quindi anche del test di gravidanza, entrambi inserito dall’Aifa in riferimento a possibili rischi che oggi l’Ema ha definitivamente escluso. A questo riguardo – ha quindi aggiunto Cossutta – vorremmo sottoporre alla vostra attenzione come il mantenimento di tali due obblighi renderebbe più difficoltoso l’accesso al farmaco, non determinando altresì alcun vantaggio o beneficio.  Entrambi gli obblighi infatti producono un intralcio di ordine temporale nonché un esborso economico: le donne e soprattutto le ragazze sarebbero costrette ad acquistare un test di gravidanza e a cercare un medico per la prescrizione del farmaco. Questo doppio iter non fornirebbe maggiore sicurezza e al contrario potrebbe far aumentare il ricorso a metodi più invasivi e più lesivi per l’integrità psico-fisica”.
 
Il timore di Snoq Sanità è che ci sia un tentativo di impedire la possibilità di accesso a un dispositivo che aumenta le possibilità di contraccezione perché lo si inquadra come metodo abortivo. “Questo profilo è stato smentito in più occasioni dalla comunità scientifica – ha sottolineato la coordinatrice di Snoq sanità –  che ha inoltre dimostrato come la modalità di assunzione libera e senza prescrizione risponda a evidenze scientifiche e a buone pratiche per la sicurezza del paziente. Unici criteri, come ha ricordato recentemente anche la Corte Costituzionale, sottesi alla pratica medica”.
 
Se il parere del Css dovesse essere negativo sulla autorizzazione o dovesse mantenere i due obblighi per l’assunzione “crediamo che sarà molto difficile trovare adeguata motivazione scientifica da rappresentare a livello europeo. E sarà un’ulteriore occasione persa a favore delle donne italiane e della loro capacità e possibilità di autodeterminazione”.
 
“Perché infatti le donne italiane dovrebbero essere ostacolate e trovare inutili e incomprensibili difficoltà di accesso ai farmaci di contraccezione di urgenza rispetto alle loro concittadine europee? – ha aggiunto Cossutta – il motivo di questa lettera, illustre Presidente Boldrini e illustre Vice Presidente Fedeli e illustre presidente De Biasi, è quindi quella di sollecitare una presa di posizione vostra e di tutte le parlamentari italiane, affinché non si perda questa occasione".
 
"Crediamo che un vostro intervento - conclude Cossutta - possa contribuire anche in questo caso a continuare il percorso verso una visione laica e serena, non limitante e discriminante della auto determinazione della donna e della sessualità femminile.  Speriamo che non si debba sottostare a una visione non scientifica e irragionevole di quanto concerne la salute delle donne, come è avvenuto purtroppo in passato e che ci ha allontanato dal contesto europeo e internazionale”.

06 marzo 2015
© Riproduzione riservata

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