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Manovra. “Con biosimilari risparmi fino a 500 mln l’anno”. La proposta di aziende e pazienti


Più o meno l’ammontare dell’intera manovra sui farmaci allo studio della Stato Regioni. Questa la ricetta che il Gruppo Italiano Biosimilari, l’Associazione Donne in Rete, medici specialisti ed esperti di economia sanitaria suggeriscono a Governo e Regioni. “Gare d’acquisto finalmente libere e trasparenti, dove vinca il miglior prezzo senza vincoli e barriere predeterminate”.

21 APR - Alla vigilia della Conferenza Stato Regioni (prevista per il prossimo 23 aprile) che dovrebbe sancire l’intesa su come e dove tagliare il fondo sanitario nazionale 2015, il Gruppo Italiano Biosimilari, l’Associazione Donne in Rete, medici specialisti ed esperti di economia sanitaria sollecitano il Governo e le Regioni a valutare una misura alternativa ai tagli alla farmaceutica che da sola porterebbe risparmi al Ssn per 500 milioni l’anno.
 
"Nessuna ricetta miracolosa - spiegano - . Sitratta di applicare finalmente anche nel nostro Paese le basilari regole del mercato, prevedendo gare d’acquisto regionali trasparenti e rigorose che pongano al primo posto la sicurezza del paziente e l’economicità delle forniture farmaceutiche di medicinali biotecnologici".
 
Come? "Armonizzando la disciplina delle procedure pubbliche di acquisto dei farmaci biologici. Favorendo il confronto concorrenziale diretto tra i biosimilari e l’originator di riferimento ed escludendo il sistema delle cosiddette 'quote predeterminate', che rischiano, non solo di mettere al riparo l’originator dalla concorrenza di prezzo dei biosimilari, ma di nuocere anche alle casse della sanità pubblica che potrebbe risparmiare molto di più con gare “aperte” dove vince il miglior offerente".
 
Basta barriere alla libera concorrenza. "Con il sistema delle 'quote predeterminate', infatti - spiegano - si riserva ai biosimilari uno spazio molto limitato nel bando di gara restringendolo solo al fabbisogno stimato per i nuovi pazienti mai trattati con questo tipo di medicinale e riservando invece agli originator la gran parte della fornitura d’acquisto".
 
Garantire comunque la libertà prescrittiva. "Un sistema senza alcuna giustificazione e basato unicamente sul timore di non poter garantire la continuità terapeutica a quei pazienti già trattati con il farmaco biotecnologico brevettato. In realtà, si può facilmente risolvere la questione garantendo in ogni caso al medico di prescrivere un farmaco diverso dal vincitore della gara, sulla base della propria valutazione della situazione clinica. L'Aifa ha da tempo escluso che il farmaco biotecnologico possa essere sostituito automaticamente dal biosimilare ed ha chiarito che la scelta della terapia rimane una decisione clinica affidata al medico: ma la libertà prescrittiva non si preserva certo alterando i meccanismi concorrenziali. E non bisogna partire da zero. Esistono infatti già alcuni modelli di regolazione delle gare già sperimentati con successo in alcune regioni, quale ad esempio quello della Regione Toscana, che possono essere estesi senza difficoltà a tutte le Regioni".
 
Biosimilari in crescita. Secondo una elaborazione del Centro Studi AssoGenerici su dati IMS Health, nel 2014 il consumo complessivo di biosimilari rispetto al mercato di riferimento per epoetine, filgrastim e somatropina ha superato il 50% in Toscana e nel Trentino - Alto Adige, mentre si registrano valori al di sotto del 15% in Basilicata, Puglia e Calabria, con una mediana che si è attestata intorno al 24%.
 
In arrivo molte scadenze di brevetto. Il Ssn deve saper cogliere l’opportunità. Risparmi per 500 milioni l’anno. "Nei prossimi cinque anni - concludono - verrà a scadenza la copertura brevettuale su altri farmaci biologici, per i quali il Servizio sanitario nazionale spende in media 1,5 miliardi all’anno: la concorrenza dei biosimilari consentirebbe, a regime, di liberare risorse fino a 500 milioni all’anno, che potrebbero essere reinvestite nel sistema per consentire al Ssn di rimborsare i farmaci innovativi".

21 aprile 2015
© Riproduzione riservata

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