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Epatite C e farmaci innovativi. La denuncia di Cittadinanzattiva: “I cittadini viaggiano verso India e Hong Kong per acquistarli”


Confusione nelle informazioni sull’accesso ai farmaci innovativi e sulle liste di attesa. A tutto questo si aggiungono sempre più frequenti casi di turismo verso Oriente per accedere a terapie da parte di chi non rientra nei criteri stabiliti dall’Aifa per poter accedere gratuitamente al trattamento. Questo il quadro che emerge a due settimane dall’avvio del programma di tutela di Cittadinanzattiva “Epatite, C Siamo”.

31 LUG - Ancora confusione nelle informazioni ai cittadini sull’accesso ai farmaci innovativi anti Epatite C, tempi di accesso e trasparenza delle liste di attesa, e casi di turismo in Oriente per accedere alle terapie per chi non è oggi eleggibile al trattamento gratuito in Italia, perché non è malato tanto quanto previsto dai criteri stabili dall’Aifa. Questo, in estrema sintesi, il quadro che emerge a due settimane dall’avvio del programma di tutela di Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato “Epatite, C Siamo”.

“Mentre le istituzioni italiane discutono se e come curare più persone, i cittadini si sono organizzati: prenotano un viaggio e vanno in India o ad Hong Kong per comprare il farmaco con una spesa intorno ai 2 mila euro. Questo è un fenomeno che va tracciato, analizzato e affrontato dalle Istituzioni per garantire la sicurezza delle cure, per evitare che si sviluppino soggetti intermediari che lucrano sulla salute e per rispondere ad una vera domanda di salute ad oggi insoddisfatta. Adagiarsi sul fai-da-te sostenibile non è una risposta. Voler guarire prima che il proprio stato di salute peggiori è una questione che non può essere liquidata dalle istituzioni come un semplice capriccio dei cittadini” Queste le dichiarazioni di Tonino Aceti Coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato.
 
“Guardando invece dentro i nostri confini stiamo ad oggi trattando meno di una persona su tre delle aventi diritto. Ancora troppo poco. Tutte le Istituzioni devono fare di più e meglio”, conclude Aceti.

Negli scorsi giorni, inoltre, il Tribunale per i diritti del malato ha inviato una nota alla Commissione Salute della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome in merito alla bozza di “Piano Nazionale per la prevenzione delle epatiti virali da virus B e C", in cui l’associazione ha sottolineato tra l’altro l’assenza di stanziamento di risorse economiche, la necessità di affrontare il tema della co-infezione HIV-HCV che interessa almeno 33.0000 persone, e di prevedere che vengano coinvolte oltre alle Associazioni di pazienti anche quelle di cittadini, così da poter permettere il fattivo contributo anche di Associazioni, ad esempio, come quelle di tutela dei diritti dei detenuti, delle comunità degli immigrati, delle persone affette da Hiv, solo per citare alcuni esempi. 

31 luglio 2015
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