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Encefalopatia traumatica cronica. Risulterebbe "distinta dall’Alzheimer e diagnosticabile in maniera precisa"

di Viola Rita

Secondo i neuropatologi di Boston, l’encefalopatia traumatica cronica CTE, una malattia la cui entità è stata a lungo dibattuta, sarebbe diagnosticabile con specifici criteri e dunque risulterebbe essere una malattia “unica nel suo genere”. Necessari ulteriori approfondimenti per validare i criteri

17 DIC - L’encefalopatia traumatica cronica (CTE) risulterebbe essere una malattia “unica nel suo genere e diagnosticabile in maniera precisa”, dato che riconoscibile attraverso una ‘firma biologica’ specifica: lo afferma un gruppo di scienziati della Boston University Medical Center, che ha pubblicato i risultati dello studio sul giornale Acta Neuropathologica. I criteri che definiscono questa patologia, detti NINDS CTE, sono stati presentati dagli autori dello studio durante il board-meeting della Fondazione del National Institutes of Health (NIH). Tuttavia, sono necessari ulteriori Meeting per ottenere la validazione di questi criteri all’interno di un gruppo più vasto di neuropatologi, sulla base di un campione di casi provenienti da fonti multiple, si legge nelle conclusioni della pubblicazione.
 
La CTE è una malattia degenerativa progressiva del cervello che generalmente si presenta in pazienti che hanno subito ripetuti traumi, ad esempio in particolari ambiti atletici e sportivi. La degenerazione progressiva può comportare sintomi tra cui perdita della memoria, confusione, capacità di giudizio ridotta, problemi nel controllare gli impulsi, depressione ed eventualmente demenza progressiva. Tali variazioni possono comparire anche anni o decenni dopo l’avvento del trauma del cervello. I traumi in questione ‘accendono’ la degenerazione del tessuto cerebrale attraverso la costruzione di depositi anomali di una proteina chiamata tau, la stessa che è  coinvolta anche nella malattia degenerativa dell’Alzheimer. Tuttavia, sottolineano gli autori dei criteri, in base ad essi la CTE sarebbe distinguibile dall’Alzheimer e risulterebbe essere una malattia a sé stante.
 
“Questo studio fornisce il primo step verso lo sviluppo di criteri neuropatologici convalidati per la CTE e potrebbe aprire la strada a futuri studi clinici e sulla meccanica” della patologia, si legge all’interno della pubblicazione su Acta Neuropathologica.
 
Per realizzare lo studio, in seguito allo sviluppo e alla stesura di tali criteri, un consensus panel di sette esperti in Neuropatologia ha revisionato separatamente e in maniera indipendente le slide relative a 25 casi di malattia associata a depositi anomali della proteina tau. Gli esperti erano completamente all’oscuro di informazioni sui partecipanti presi in considerazione, tra cui età, sesso ed eventuale esposizione a traumi dovuti a particolari attività atletiche. Nella valutazione, gli esperti si sono basati sui criteri diagnostici sviluppati da Ann C. McKee, MD, Direttore del Programma CTE Program all’Università di Boston e Capo di Neuropatologia, VA Boston Healthcare System. Gli scienziati hanno concluso che tali criteri permettono di distinguere la CTE da altre patologie che coinvolgono la proteina tau, incluso l’Alzheimer, e che l'encefalopatia traumatica cronica presenta una “firma biologica” unica nel cervello.  
 
“La caratteristica specifica considerata unica nella CTE è rappresentata dall’accumulo anomalo perivascolare della proteina tau nei neuroni, astrociti e processi cellulari in un percorso biologico irregolare al livello del solco corticale”, ha dichiarato Ann McKee, autore corrispondente del paper.
 
“Queste lesioni non sono caratteristiche di nessuna delle altre patologie”, prosegue l'autrice, aggiungendo che tali caratteristiche sono state rintracciate “soltanto negli individui che hanno subito ripetuti traumi cerebrali, tipicamente in numerosi episodi”. Tra le malattie neurodegenerative prese in considerazione vi sono la paralisi sopranucleare progressiva, la degenerazione corticobasale, tauopatia primaria collegata all’età, il complesso di Parkinson-demenza dell’isola di Guam.
 
 
 
Viola Rita
 
 
 
*Ann C. McKee, Nigel J. Cairns, Dennis W. Dickson, Rebecca D. Folkerth, C. Dirk Keene, Irene Litvan, Daniel P. Perl, Thor D. Stein, Jean-Paul Vonsattel, William Stewart, Yorghos Tripodis, John F. Crary, Kevin F. Bieniek, Kristen Dams-O’Connor, Victor E. Alvarez, Wayne A. Gordon. The first NINDS/NIBIB consensus meeting to define neuropathological criteria for the diagnosis of chronic traumatic encephalopathy. Acta Neuropathologica, 2015; DOI: 10.1007/s00401-015-1515-z

17 dicembre 2015
© Riproduzione riservata

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