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Endocrinologia. “Sarà sempre più un punto di snodo del network delle patologie complesse”. Intervista ad Andrea Lenzi 


Il presidente della Società italiana di Endocrinologia in occasione degli Stati generali fa il punto sul futuro. “Nell’ultimo decennio è molto cresciuta. Si è evoluta sia dal punto di vista clinico e delle nuove competenze che ha dovuto affrontare, mi riferisco a tutte quelle patologie di rilievo sociale come ad esempio l’obesità, l’osteoporosi, la disfunzione della fertilità e della sessualità, le malattie ed i tumori rari in endocrinologia”

25 GEN - “L’Endocrinologia deve diventare il centro di un network fatto di patologie complesse e di elevato impatto sociale ed economico. La ricerca scientifica, con la capacità di traslare i risultati di ogni nuova scoperta (dalla metodologia diagnostica, al farmaco) nella pratica clinica”. Questi gli obiettivi degli Stati generali dell’Endocrinologia che si tengono oggi a Roma, enunciati da Andrea Lenzi, Coordinatore della Conferenza dei Presidenti dei Corsi di laurea in Medicina e Chirurgia e Presidente della Società Italiana di Endocrinologia.
 
Professor Lenzi perché questi Stati Generali della Endocrinologia? 
E' stata una giornata di lavoro e di studio che servirà per ridefinire alcuni aspetti della disciplina endocrinologica. L’attenzione si è incentrata in particolare sull’assistenza, sulla ricerca e sulla formazione. I lavori si sono svolti secondo una modalità piuttosto innovativa con l’alternarsi di brevi relazioni dei docenti a lunghe discussioni con gli specializzandi. La novità è questo confronto tra l’Endocrinologia di oggi e l’Endocrinologia di domani, quella che mi piace definire come “Endocrinologia 2.0”.  Gli Stati Generali sono l’inizio di un percorso che terminerà a giugno del 2017 in occasione del Congresso Nazionale di Endocrinologia, durante il quale presenteremo un documento che farà il punto sull’Endocrinologia italiana, una sorta di libro bianco sullo stato dell’arte che porteremo all’attenzione delle Istituzioni, dei decisori politici, della Pubblica Amministrazione e dei Media, referenti diversi da noi medici specialisti ma con i quali dovremo imparare a confrontarci costantemente. Questo lungo percorso ha il fine di proporre un approccio rinnovato alla disciplina Endocrinologia che è sempre più anche Scienza del benessere.
 
Come è cambiata l’Endocrinologia e come cambierà in futuro e qual è il nuovo volto dell’Endocrinologo?
L’Endocrinologia nell’ultimo decennio, e in particolare in questi ultimi cinque anni, è molto cresciuta. Si è evoluta sia dal punto di vista clinico e delle nuove competenze che ha dovuto affrontare, mi riferisco a tutte quelle patologie di rilievo sociale come ad esempio l’obesità, l’osteoporosi, la disfunzione della fertilità e della sessualità, le malattie ed i tumori rari in endocrinologia e molte altre per cui non è ancora noto alla gran parte dei Pazienti il ruolo dell’Endocrinologo, sia sotto il profilo scientifico, in quanto oggi sempre di più è tutto legato a sostanze chimiche (alimenti, ambiente, inquinanti) e in particolare gli ormoni sono le sostanze caratterizzate dalla più elevata potenza biologica conosciuta influenzando la vita e la salute di uomini e donne. L’Endocrinologia mai come oggi deve essere in grado di curare e gestire tre epoche molto importanti della vita di un individuo: la fase dello sviluppo, la fase della maturità e la fase della vecchiaia, che va governata sempre meglio per evitare gravi patologie e disabilità. L’Endocrinologo deve essere in grado di adattarsi a questi cambiamenti e per questo deve ricevere una formazione lungo l’intero percorso di studio dall’Università alla Scuola di Specializzazione fino ai Master e Dottorati di ricerca ed anche una formazione continua con l’ECM. L’Endocrinologia del futuro è orientata verso l’alta specializzazione e il “Super-Endocrinologo” del domani sarà una figura di raccordo tra molteplici discipline, ma anche un ricercatore raffinato e al tempo stesso un clinico aperto, preparato ad affrontare una società in continua evoluzione.
 
Quali sono le tappe di questa rivoluzione?
In primo luogo l’assistenza. L’Endocrinologia deve diventare il centro di un network fatto di patologie complesse e di elevato impatto sociale ed economico. La ricerca scientifica, con la capacità di traslare i risultati di ogni nuova scoperta (dalla metodologia diagnostica, al farmaco) nella pratica clinica. La formazione: il mondo accademico deve adattarsi a un nuovo paradigma di Endocrinologia e di Endocrinologi. Università e Società Scientifiche devono guidare l’Endocrinologo verso una medicina del benessere a tutte le età. E da ultimo l’Endocrinologia 2.0 non potrà prescindere da una forte attenzione all’economia sanitaria e all’organizzazione per ottimizzare le prestazioni e risparmiare.

25 gennaio 2016
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