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Assobiotec. Riccardo Palmisano è il nuovo Presidente. “Al settore occorre una governance efficace, certa e centralizzata”

di G.B.

Nel corso dell'assemblea pubblica che ha formalizzato la nomina, è stato assegnato l'Assobiotec Award a Emma Bonino, che ha osservato: “Ancora troppo diffusa la tendenza erronea a far corrispondere sano e naturale”. Il ministro Stefania Giannini ha ribadito l'importanza di costruire “un partenariato strutturato tra pubblico e privato, tramite misure come per esempio il ricorso al credito di imposta”.

01 MAR - Riccardo Palmisano, Amministratore Delegato di MolMed, è il nuovo Presidente di Assobiotec, l’Associazione Nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie che fa parte di Federchimica. La nomina odierna è stata formalizzata in occasione dell’Assemblea annuale dei soci e durerà fino al 2019. Succede ad Alessandro Sidoli, alla guida dell’Associazione dal 2010. L’Assemblea ha anche dato avvio al nuovo assetto organizzativo di Assobiotec con l’elezione dei componenti del Consiglio Direttivo che si riunirà nuovamente il prossimo 30 marzo per designare il Comitato di Presidenza.

Sono tre le priorità d’azione per il prossimo triennio al centro del mandato di Palmisano. Nel documento programmatico della sua presidenza, ha sintetizzato così i principali obiettivi del suo mandato: “Intendo impegnarmi affinché, con il contributo delle Istituzioni, si possa dare avvio a nuovi interventi a favore del settore con particolare riferimento a tre priorità d’azione. In primis una Governance efficace, certa e centralizzata che consenta di migliorare la gestione delle risorse e definire obiettivi chiari e condivisi in termini di scelte di investimento a livello di settore. Una governance complessiva, che parta dalla ricerca di base ed arrivi all’accesso al mercato, comprendendo che si tratta di un continuum e non di una serie di tasselli staccati ed indipendenti”.

La seconda priorità indicata da Palmisano è quella “legata alla definizione di una strategia nazionale dell’innovazione e della ricerca di medio e lungo periodo con un forte orientamento al mercato e alla competitività industriale che sia in grado, da una parte, di catalizzare gli investimenti in un numero minore di progetti, ma di grandi dimensioni, e dall’altra, utilizzando la ‘fattispecie’ recentemente introdotta di Piccola Impresa Innovativa, di esprimere uno strumento fortemente incentivante per chi fa innovazione”. La terza, infine, è quella della “creazione di un fondo di Venture Capital dedicato alle biotecnologie che possa, da un lato favorire la nascita e lo sviluppo di imprese innovative, dall’altro costruire un punto di riferimento per operatori finanziari esteri interessati a co-investire nel nostro Paese”.

Nel corso della mattinata è stata effettuata anche la cerimonia di premiazione dell’Assobiotec Award: riconoscimento assegnato, dal 2008, alle personalità e/o enti che si sono particolarmente distinti nella promozione dell’innovazione, della ricerca scientifica e del trasferimento tecnologico.
Il premio quest’anno è andato ad Emma Bonino per “la viva passione ed il coraggio che hanno caratterizzato il suo impegno a favore della libertà di scienza; per il suo essere sempre stata in prima linea nella battaglia per il diritto al progresso scientifico; per avere sostenuto, con competenza e determinazione, il valore dell’innovazione”.

“Parte della mia attività politica è stata dedicata al tema della ricerca scientifica – ha sottolineato Bonino – In particolare tramite l’attività dell’Associazione Luca Coscioni. In questo momento è possibile scorgere all’orizzonte i primi passi del cambiamento necessario per superare alcune limitazioni ancora troppo difficili da eradicare. E’ molto importante riuscire a marcare la differenza tra naturale e sano, perché spesso si tende a far erroneamente corrispondere i due concetti. Si pensi agli Ogm: oggi in Italia non possiamo coltivarli, ma continuiamo a importarli. E' un assoluto paradosso. Sostenere la ricerca è quindi imprescindibile per l’innovazione, anche perché il metodo scientifico è un baluardo più importante a difesa della democrazia”.

L’importanza di costruire una solida cultura scientifica è stata focalizzata anche da Roberto Scrivo, Capo della Segreteria Tecnica del Ministero della Salute. “E’ infatti sempre più forte il rischio di cadere in pasto agli sciamani di turno – ha evidenziato – come dimostrarono gli sviluppi del caso Stamina. Occorre quindi creare un ambiente favorevole agli investimenti verso la scienza, obiettivo che il governo sta perseguendo pienamente, rafforzando l’innovazione come volano di crescita”. Altro punto da collocare in primo piano “risiede nella difesa della proprietà intellettuale, senza però mai fermarsi al brevetto in quanto bisogna anche promuovere la cultura del trasferimento tecnologico. E, allo stesso tempo, è fondamentale definire nuove regole per i comitati etici”.

L’assemblea pubblica è stata chiusa dall’intervento di Stefania Giannini, ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. “La scienza è il principale strumento di affermazione della democrazia partecipata. In questo senso – ha fatto notare – è incoraggiante che in Italia si sia tornati a parlare di ricerca che ha certamente bisogno di maggiori risorse, ma anche di un miglioramento nella qualità della spesa”. La priorità è “indubbiamente quella di investire nel capitale umano, che in Italia è di altissimo livello e con un ottimo grado di specializzazione verticale. Questo patrimonio è dovuto soprattutto all’università, che garantisce il 75% della ricerca del nostro Paese. Altro tassello imprescindibile riguarda la costruzione di un partenariato strutturato tra pubblico e privato, tramite misure come per esempio il ricorso al credito di imposta. Tutto ciò deve avvenire, però, sfoltendo la giungla normativa e riducendo la segmentazione delle attività”.
 
G.B.
 


01 marzo 2016
© Riproduzione riservata

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