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Farmaci e web. “Mercato illegale al 99% ma aumentano acquisti”. Aifa lancia campagna informativa: “Non c’è percezione del rischio”


L’Agenzia del farmaco lancia nell’ambito del progetto Ue ‘Fakeshare’ una campagna per informare sui rischi per la salute che s’incorrono nell’acquistare i farmaci via web. Il fenomeno è in crescita e coinvolge quasi 2 mln di persone (2-4% popolazione). Al top negli acquisti dimagranti, anabolizzanti, pillole sessuali. Ma si fanno sempre più strada i farmaci innovativi: epatite C e oncologici. VIDEO - RICERCA - BROCHURE

23 MAG - È un mercato illegale che cresce del 10% all’anno e il cui giro d’affari conta miliardi di euro. Stiamo parlando del commercio illegale on line di farmaci che anche nel nostro paese sta vivendo un vero e proprio boom i cui rischi (per la salute in primis) sono però sottovalutati in nome della logica del prezzo e non della garanzia della legalità di un prodotto. A rilanciare l’allarme sui rischi e a mettere in campo ricette per il contrasto del fenomeno è l’Agenzia del farmaco italiana (Aifa) che ha presentato oggi la campagna di comunicazione realizzata nell’ambito del progetto europeo ‘Fakeshare’ cofinanziato dalla commissione Ue e giunto al suo terzo anno.

La campagna prevede un breve video sui rischi derivanti dagli acquisti illegali via web e una brochure che presenta una serie di casi reali di persone morte a causa di farmaci comprati on line, da una ragazza inglese deceduta per delle pillole dimagranti a un quarantacinquenne trevigiano stroncato da un infarto dopo aver assunto Viagra brasiliano.

Durante la conferenza stampa l’Agenzia ha rilasciato anche i numeri di una ricerca condotta su mille internauti tutti con una frequenza di connessione superiore a una volta alla settimana. Dai dati è emerso che  “il 25% degli utenti web che acquistano online (un numero cresciuto enormemente in appena due anni e corrispondente al 2-4% della popolazione generale), ha dichiarato di aver acquistato almeno un farmaco (che molto probabilmente era illegale visto che l’Aifa ha specificato come il 99% dei farmaci che si vendono on line sono ‘fake’)”.
 
Ma il dato più preoccupante “è la mancanza della percezione del rischio” visto che secondo la ricerca “il 44% ha dichiarato di vedere positivamente la possibilità di acquistare su web e soprattutto si fida” soprattutto delle informazioni che si scambiano sui social. L’indagine ha messo in risalto poi come “i farmaci più acquistati, sono quelli per dimagrire, quelli legati alle prestazioni sessuali e gli anabolizzanti, ma iniziano a farsi strada anche gli innovativi, come antitumorali o contro l'epatite C”.
 
Un’ampia maggioranza del campione (73,67%) ha affermato poi di essere consapevole della diffusa abitudine di acquistare farmaci online e di esserne venuto a conoscenza principalmente attraverso i canali web. Una percentuale significativa ha giudicato positivamente l’acquisto di farmaci online (40,74%), anche se l’acquisto effettivo si rivela una pratica non abituale.

"La cosa interessante come psichiatra - ha affermato il direttore generale dell'Aifa Luca Pani – è che non c'è nessuna percezione del rischio. Per un individuo che vede non adeguato alla sua immagine corporea quel peso o quei muscoli, questo diventa una malattia, faresti qualunque cosa".  “Il problema ha due caratteri – ha spiegato Pani – uno individuale. Non c’è nessuna percezione del rischio di coloro che accedono a questi canali, che tra l’altro stanno solo su internet. Gli scambi di alcune sostanze che non chiamerei nemmeno farmaci, abbiamo trovato la varecchina. Ma abbiamo visto che le persone pur di perdere peso, far crescere i muscoli, aumentare le prestazioni sessuali è disposto a tutto”. E poi c’è il problema del mercato illegale. “È alto il rischio di infiltrazione del crimine organizzato. E c’è una crescita del 10% anno su piattaforme di base di miliardi di euro”.

È evidente malgrado gli sforzi, l’impossibilità di un controllo totale di internet. Bisogna intervenire in modo incisivo sul lato della domanda”. Pani a poi parlato anche dell’applicazione della direttiva Ue sui farmaci on line anche in Italia (si possono vendere e acquistare solo farmaci senza obbligo di ricetta). “Noi vediamo emergere da questa indagine che lo scambio via web (stile Amazon) vale anche per i farmaci. Ma secondo me questo non vale, neanche per i farmaci OTC. La mia opinione  personale è che occorrono normative per cui la salute dei farmaci deve essere preminente anche a costo di  rinunciare ad un po’ di libertà, so che è impopolare ma credo che ce ne siano fin troppi di farmaci”.
 
“I numeri sono sottostimati – ha precisato Domenico Di Giorgio, direttore Ufficio Qualità e Contraffazione dell’Aifa - perché internet è un canale di approvvigionamento diretto e indiretto. C’è sia l’acquirente di un singolo farmaco ma c’è anche il sexy shop che compra su internet e poi rivende. E sono sottostimati anche i dati sulla salute, essendo questo un mercato totalmente illegale, anche perché sono in pochi a denunciare: se ho comprato on line magari per imbarazzo avrò lo stesso sentimento anche nel denunciare”.

Fondamentale per contrastare il fenomeno il ruolo dei carabinieri del Nas. “Il Contrasto al crimine farmaceutico è una priorità – ha detto il Tenente Colonnello Erasmo Fontana - .  Non solo sotto l’aspetto poliziesco ma per l’impatto sociale che ricopre”. E in questo senso “l’attività contrasto non può prescindere da una condivisione di esperienze comuni”.

23 maggio 2016
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