Ictus cerebrale. Per la prima volta una donna italiana a capo dell’European stroke organization
Valeria Caso, neurologa presso la Stroke Unit dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia, ha iniziato il suo mandato biennale come Presidente a Barcellona, alla seconda edizione del Congresso della Società europea ictus cerebrale. “Non è sufficiente affrontare l’ictus soltanto da un punto di vista clinico, è necessaria un buona politica di prevenzione su tutta la popolazione e un funzionamento ottimale del 'percorso stroke'”.
24 MAG - Si è chiusa nei giorni scorsi, a Barcellona, la seconda edizione del Congresso della European Stroke Organization (Eso), la Società Europea Ictus Cerebrale; l’evento ha visto la partecipazione di oltre 3700 delegati provenienti da ben 97 paesi, che hanno avuto la possibilità di seguire tre giorni di intensi di lavori e sessioni tenute da 250 esperti, la task force mondiale contro l’ictus cerebrale.
Durante il Congresso,
Valeria Caso, neurologa presso la Stroke Unit dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia, ha iniziato il suo mandato biennale come Presidente dell’European Stroke Organization. La Dottoressa Caso è la prima italiana e donna Presidente della più grande società scientifica europea dell’ictus, che mette insieme tutti i Paesi Europei e i Paesi dell’ex Unione Sovietica, ma la cui influenza politica si estende a tutta la comunità scientifica internazionale. La Dottoressa Caso ha illustrato i nuovi obiettivi, focalizzati su una stretta alleanza tra l’Eso, costituita da medici, paramedici e Istituzioni, e le associazioni di supporto ai pazienti affetti da ictus, tra cui Alice Italia Onlus.
“Non è sufficiente affrontare l’ictus soltanto da un punto di vista clinico – ha dichiarato la neo Presidente -. Per raggiungere l’obiettivo 'più pazienti affetti da ictus trattati nel miglior tempo possibile' è necessaria un buona politica di prevenzione su tutta la popolazione e un funzionamento ottimale del 'percorso strok' affinchè le persone colpite possano raggiungere nel minor tempo possibile i luoghi elettivi di cura. L’Eso vuole essere un ponte tra i cittadini colpiti da ictus, la comunità scientifica e medica, e le istituzioni affichè si possa intervenire a livello di prevenzione primaria, cura delle persone colpite, e di reiserimento sociale. L’Eso – conclude la Dottoressa Caso - auspica e promuove la prevenzione e la cura dello stroke anche a livello politico al fine di migliorare la qualità di vita di coloro che sopravivvono all’ictus, delle loro famiglie, e di preservarne l’indipendenza”.
L’Eso è coinvolta in tutti i livelli di pianificazione e programmazione sanitaria a livello europeo. L’impegno con il legislatore, seppur gravoso, è l’unica via per promuovere un’implementazione del sistema di cura e prevenzione dello stroke.
24 maggio 2016
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