Cervello. Negli obesi, la chirurgia bariatrica migliora alcune anomalie
di David Douglas
Dopo la chirurgia bariatrica, anche alcuni studi di neuroimaging indicano una positiva correlazione tra la riduzione di anomalie strutturali e riduzione chirurgica dell’obesità nel cervello di pazienti patologicamente obesi.
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(Reuters Health) - “Un mese dopo lasleeve gastrectomy, i pazienti obesi hanno parzialmente recuperato i deficit strutturali cerebrali nelle regioni associate al controllo dell’assunzione di cibo e alla regolazione cognitivo-emozionale”, spiega
Gene-Jack Wang del National Institute on Alcohol Abuse and Alcoholism di Bethesda, nel Maryland.
In un paper pubblicato dall‘International Journal of Obesity, Wang e colleghi notano che ci sono stati ampi report su queste anomalie del cervello negli obesi. Tuttavia, anche se la chirurgia bariatrica è attualmente l’intervento più efficace per ridurre il peso di questi pazienti, non è chiaro se vi sia anche una concomitante riduzione delle anomalie delle connessioni cerebrali.
Lo studio
Per capirlo, il team ha usato la risonanza magnetica per esaminare i pazienti obesi al basale e un mese dopo l’intervento di chirurgia laparoscopica. In tutto sono stati esaminati 15 obesi patologici e 18 persone di peso normale come gruppo di controllo. Al basale il gruppo degli obesi ha mostrato una diminuita anisotropia frazionaria (FA), densità di materia grigia (GM) e bianca (WM) e maggiore diffusività media (MD) nelle regioni del cervello associate al controllo alimentare, come la corteccia orbito-frontale. Questo è successo anche nelle aree associate con la regolazione cognitivo-emozionale, tra cui il giro frontale inferiore.
Un mese dopo l’intervento chirurgico, i ricercatori hanno trovato differenze significative nei valori di FA nella corona radiata sinistra anteriore e in altre aree. C’era anche un notevole aumento della densità GM in un certo numero di strutture dopo l’intervento.
L’accoppiamento di t-test prima e dopo l’intervento chirurgico ha mostrato un parziale recupero neuroplastico strutturale “che potrebbe in parte mediare il beneficio a lungo termine della chirurgia bariatrica nella riduzione del peso”. Questi risultati e questa linea di ricerca sull’asse intestino-cervello, conclude Wang, “ci aiuta a capire il meccanismo neurobiologico dell’obesità e a predire l’efficacia del trattamento.
Fonte: J Obesity 2016
David Douglas
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
20 luglio 2016
© Riproduzione riservata
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