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Allarme clorexidina. Il diffusissimo disinfettante (usato anche in ospedale) potrebbe indurre resistenza agli antibiotici

di Maria Rita Montebelli

Uno studio pubblicato su Antimicrobial Agents and Chemotherapy evidenzia che l’esposizione a concentrazioni crescenti di clorexidina, un componente ampiamente usato nei disinfettanti e negli antisettici per uso domestico ma anche ospedaliero, determina la comparsa di ceppi di Klebsiella pneumoniae resistenti anche alla colistina, considerata l’ultima frontiera del trattamento antibiotico nelle forme multi drug resistance

31 OTT - L’esposizione della Klebsiella pneumoniae alla clorexidina, un disinfettante largamente utilizzato sia in ambiente domestico che negli ospedali, potrebbe indurre resistenza alla colimicina (colistina), l’antibiotico considerato l’ultima spiaggia di trattamento per le forme multi-drug resistant.
A dare la ferale notizia è uno studio pubblicato su Antimicrobial Agents and Chemotherapy, la rivista dell’American Society for Microbiology.
 
A queste conclusioni i ricercatori americani sono giunti andando ad esporre alcuni ceppi di Klebsiella pneumoniae, rappresentativi dei comuni isolati ospedalieri, a concentrazioni crescenti di clorexidina. Mentre alcuni di questi ceppi venivano uccisi dall’esposizione alla clorexidina, altri riuscivano a sopravvivere a concentrazioni di disinfettante molto superiori a quelle che determinavano la morte dei ceppi parentali. Altri ancora infine acquisivano una resistenza alla colistina, indotta da mutazioni geniche specifiche.
 
“La clorexidina – commenta J. Mark Sutton, National Infections Service, Public Health England, Salisbury, Gran Bretagna – è un componente critico delle attuali pratiche di controllo delle infezioni; lo sviluppo di un aumento di resistenza per esposizione a questo composto ha potenziali ricadute sulle nostre capacità di prevenire le infezioni durante i ricoveri in ospedale e nel corso degli interventi chirurgici di routine o di emergenza”.
 
I risultati di questo studio suggeriscono inoltre che molti batteri patogeni condividono vie metaboliche del tutto analoghe o simili. Una pressione selettiva specifica da parte di antisettici quali la clorexidina potrebbe dunque determinare la comparsa di mutazioni simili in questi pathway, conferendo in questo modo un grado maggiore di resistenza in diverse specie batteriche. “Se questo stesso fenomeno verrà documentato negli ospedali, questo significherà che avremo bisogno di ripensare come e quali tipi di disinfettanti o antisettici possano essere utilizzati in clinica”.
 
Maria Rita Montebelli

31 ottobre 2016
© Riproduzione riservata

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