Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Sabato 20 APRILE 2024
Scienza e Farmaci
segui quotidianosanita.it

Trapianto di midollo. Un test identifica i soggetti a rischio di malattia letale da rigetto

di Will Boggs

Un test ematico a duplice biomarker permette d individuare i pazienti trapiantati che hanno un rischio maggiore di incorrere nella malattia letale da rigetto. Se confermato da ulteriori studi, questo test potrà essree usato nella pratica clinica.

13 FEB - (Reuters Health) – È stato individuato un algoritmo a duplice biomarker che appare in grado di identificare, con un semplice esame del sangue, i pazienti a rischio di malattia letale da rigetto (graft-versus-host disease– GVHD) a partire dal settimo giorno dopo un trapianto di cellule ematopoietiche (HCT), cioè ben prima dello sviluppo della malattia conclamata. La GVHD è una delle principali cause di mortalità senza recidiva (NRM) dopo un trapianti di cellule ematopoietiche, con ben il 60% dei pazienti che sviluppano una GVHD acuta in un tempo medio di un mese dopo il trapianto. Recentemente è stata avvalorata la capacità predittiva di tre biomarcatori plasmatici – TNFR1, ST2, e REG3alpha – per quanto riguarda la mortalità senza recidive (NRM) e la risposta al trattamento.
 
Lo studio
Partendo da queste premesse James L. M. Ferrara e colleghi, della Icahn School of Medicine del Mount Sinai, di New York City, hanno tentato di determinare se uno o più di questi marcatori potesse costituire un vero e proprio segno predittivo di NRM e GVHD subito dopo un trapianto di cellule emotopoietiche e prima dello sviluppo della malattia conclamata. Hanno così evidenziato che il modello predittivo più accurato è quello relativo alle concentrazioni di ST2 e REG3alpha, già sette giorni dopo un HCT. Questo modello ha permesso l’individuazione di un gruppo ad alto rischio nel set di prova, il cui NRM è stato del 28%, e di un gruppo a basso rischio, in cui il tasso di NRM era significativamente inferiore (7%).
 
In generale, i ricercatori hanno visto che i pazienti ad alto rischio avevano il triplo di probabilità di morire di GVHD, rispetto ai pazienti a basso rischio. Inoltre, i pazienti ad alto rischio mostravano anche il doppio di possibilità di GVHD refrattaria agli steroidi e il doppio di GVHD gastrointestinale in forma gravissima, rispetto ai pazienti a basso rischio.
 
“Se questo test porta a un intervento precoce che impedisce GVHD letali, renderà il trapianto di midollo più sicuro e la migliore opzione per i pazienti che potrebbero trarne beneficio”. “Prima che diventi uno standard della terapia, – dicono gli autorie dello studio – abbiamo bisogno di dimostrare che agendo su questo test si possono impedire le complicazioni più temute; cioè la forma letale di GVHD. Tali prove sono già in fase di progettazione. Se il trattamento precoce dei pazienti ad alto rischio migliora, allora l’algoritmo sarà utile nella pratica clinica generale del trapianto di midollo.Il nostro obiettivo con le nuove prove è quello di ridurre del % il tasso di mortalità da GVHD nei prossimi 5 anni”.
 
Fonte: JCI Insight 2017
 
Will Boggs

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

13 febbraio 2017
© Riproduzione riservata

Altri articoli in Scienza e Farmaci

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy