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A Milano pubblico e privato puntano tutto su Human Technopole e Ema

di Michela Perrone

Ci credono Città, Regione, Governo, ma anche l’industria: tutti d’accordo nel sostenere che siano due opportunità da non perdere. Per riuscire nella doppia sfida occorre però spirito di collaborazione e velocità. I due temi sono stati affrontati anche nell’assemblea annuale di Assobiotec

02 MAG - Milano è in fermento: i prossimi mesi saranno cruciali per il futuro della città, con due sfide impegnative. Da un lato occorre concretizzare il progetto dello Human Technopole, la città della scienza che si collocherà all’interno dell’area dedicata a Expo, e dall’altro è necessario attrarre l’Ema, l’Agenzia europea del farmaco, che attualmente ha sede nella Londra post-Brexit.
 
I due temi sono stati affrontati oggi a Milano durante l’assemblea annuale di Assobiotec, l’Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie che fa parte di Federchimica. “Il mondo delle imprese è pronto e disponibile a fare la propria parte”, ha confermato Riccardo Palmisano, presidente di Assobiotec, che ha auspicato un maggiore coinvolgimento dell’industria nella fase progettuale. “La combinazione di Human Technopole ed Ema a Milano significherebbe l’unione di due grandi investimenti strategici, due progetti di alto profilo scientifico e internazionale, ma soprattutto sarebbe la conferma dell’investimento del nostro Paese su elementi chiave come l’eccellenza scientifica e tecnologica. Questo renderebbe l’Italia più competitiva e attrattiva in un settore cruciale per il futuro delle giovani generazioni e per la qualità della vita di tutti”.

C’è la ferma convinzione da parte che siano due opportunità da non lasciarsi sfuggire e che occorra collaborare a tutti i livelli per vincere la partita che la scienza italiana – e quella milanese in particolare – sta giocando in questi due campi. Secondo Stefano Firpo, direttore generale per la Politica Industriale, la Competitività e le Pmi del Ministero per lo Sviluppo Economico, “negli ultimi anni sono stati attuati nel nostro Paese interventi fiscali importanti per costruire un ecosistema favorevole all’innovazione, come per esempio il Patent Box e il riconoscimento dello status di start up e Pmi innovativa”, oltre alle maggiori risorse destinate al comparto. Secondo i dati della Camera di Commercio, Milano è prima in Italia con le sue 13 mila imprese ed è leader in ambito chimico (con mille aziende su seimila nazionali) e farmaceutico (con 245 su 764).
 
Human Technopole
Il progetto Human Technopole è avviato, adesso la sfida è rispettare i tempi. Stefano Paleari, presidente del Comitato di coordinamento Human Technopole, ha ricordato che “a novembre 2016 abbiamo ottenuto un mandato di 24 mesi per accompagnare la fase di start up del soggetto giuridico che governerà il Polo”. Nel frattempo è stata approvata la legge di Stabilità che prevede un finanziamento permanente, la nascita di una Fondazione che comprenda almeno il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, quello della Salute e quello dell’Economia e delle Finanze e l’obbligo di presentare al Governo lo statuto della Fondazione. “A febbraio abbiamo insediato la struttura di progetto, a marzo approvato il masterplane che prevede Palazzo Italia come fulcro centrale per l’insediamento. Infine, abbiamo già bandito il concorso per il direttore generale con scadenza il 3 luglio”.

La consegna al Governo della bozza di statuto della Fondazione è prevista per il 12 giugno, “in tempo per avviare una consultazione pubblica, approvare il progetto e renderlo operativo entro ottobre 2017, a meno di 12 mesi dall’inizio del mandato”, continua Paleari, sottolineando che “ci siamo resi conto che i tempi non sono una variabile indipendente, ma condizionano la buona riuscita del progetto”. Da qui il ferreo cronoprogramma che prevede le prime assunzioni entro fine anno, con una capacità di insediamento a fine 2018 fino a 500 persone, un terzo della condizione di regime che sarà raggiunta entro il 2024.

“Negli aeroporti un hub fornisce valore aggiunto all’esistente, diventa un punto di riferimento senza togliere nulla a ciò che già c’è – ha affermato Paleari – Vorremo che succedesse lo stesso nell’ambito delle scienze della vita con il tecnopolo, tenendo sempre ben a mente che lavoriamo per le persone”.
Secondo Diana Bracco, presidente del Cluster nazionale per le Scienze della Vita Alisei, “l’idea da far passare nel nostro Paese è che lo sviluppo si fonda solo sull’innovazione. Lo Human Technopole è un grande progetto che potrebbe rappresentare una svolta decisiva per l’Italia di domani. Sono sempre stata molto ottimista su questo progetto ambizioso e visionario, un’eredità di Expo per mettere in prima linea l’Italia per quanto riguarda le scienze della vita”.
 
Ema
Ancora tutta aperta è invece la partita dell’Ema, l’Agenzia europea per i farmaci che a breve potrebbe lasciare il Regno Unito post-Brexit. Sono tante le città candidate ad accogliere l’ente, che porta in dote oltre 700 persone tra funzionari e ricercatori, cui si devono sommare i visitors e i rappresentanti dei diversi Paesi europei, oltre all’indotto creato dall’ospitare una macchina così complessa.
 
“L’Ema catalizza una serie di eventi per tutti i Paesi del’Unione Europea e sarebbe un delitto perderla – ha affermato il numero uno di Assobiotec Riccardo Palmisano – Noi pensiamo che Milano abbia tutte le carte in regola per poter vincere questa partita e che sia la candidata ideale dell’intera Europa. Ha leadership, competenze e professionalità, eccellenze nella sanità pubblica e privata, nella medicina e nella ricerca, innegabile e storica vocazione al progresso, all’internazionalità e all’innovazione. Basti pensare che quest’area investe ogni anno 7 miliardi in ricerca e sviluppo ed è la prima, in Italia, per numero di brevetti, start up innovative e imprese biotech”. Anche se l’attività di lobbing delle città concorrenti è iniziata addirittura prima del referendum inglese, “la recente nomina dell'ex Ministro Enzo Moavero a consigliere del Premier ci sembra che possa essere la mossa giusta per dare la spinta decisiva a questo ambizioso progetto – ha spiegato Palmisano – In qualità di ex Ministro degli affari europei, Moavero si presenta con la credibilità necessaria a promuovere la candidatura italiana in Europa. Insomma, a nostro avviso, l'uomo giusto al posto giusto".
 
D’accordo anche Diana Bracco, rappresentante unica del sistema produttivo e imprenditoriale nella cabina di regia lombarda che ha il compito di avanzare all’Unione europea la candidatura lombarda: “Per avere un quadro completo di che cosa è oggi Milano occorre tenere conto del post-Expo e della strategia di apertura e collaborazione con le imprese dello Human Technopole”. Per riuscire a centrare l’obiettivo bisogna però fare presto: “In giugno sono attese da parte dell’Unione Europea le modalità di candidatura e quelle di trasferimento dell’ente, mentre la decisione arriverà in autunno”, spiega Bracco, sottolineando la necessità di “portare delle idee valide nel dossier su Milano, che permettano di farla preferire ad altre città. Con l’Efsa a Parma in Italia potrebbe davvero nascere una Fda europea, cioè un polo comunitario dedicato alla tutela della sicurezza alimentare, farmaceutica e delle biotecnologie, sul modello di quanto già esiste in Paesi come gli Usa e la Cina”. 
 
Michela Perrone

02 maggio 2017
© Riproduzione riservata

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