Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Giovedì 25 APRILE 2024
Scienza e Farmaci
segui quotidianosanita.it

Un micro-laboratorio portatile per diagnosticare la sepsi su una goccia di sangue

di Maria Rita Montebelli

Messo a punto dai bioingegneri e dagli intensivisti dell’Università dell’Illinois uno strumento del tipo lab-on-a-chip che consentirà di scoprire la presenza di una sepsi, ben prima del risultato delle emocolture. Il razionale dell’innovativo strumento si basa sul monitoraggio della risposta immunitaria del paziente e può fornire peraltro informazioni non solo diagnostiche ma anche prognostiche. 

04 LUG - Diagnosticare la sepsi da una goccia di sangue, direttamente al letto del paziente. È la nuova proposta, affidata ad un device portatile, messo a punto da un tema di ricercatori dell’Università dell’Illinois e dal Carle Foundation Hospital in Urbana, Illinois che hanno già sottoposto l’apparecchio ad una serie di verifiche cliniche. La ricerca è pubblicata su Nature Communications.

I vantaggi di un device di questa natura sono molteplici: può aiutare ad individuare la presenza di una sepsi dall’inizio, aiuta a monitorare l’andamento dei pazienti e a formulare una prognosi.

La sepsi è una patologia sistemica derivata da un’infezione a carico di un organo e il sistema immunitario dell’organismo reagisce rilasciando mediatori chimici per combattere l’infezione, ma che hanno lo svantaggio di poter determinare un’infiammazione sistemica che può condurre rapidamente a insufficienza d’organo e a morte.

Questa condizione può arrivare ad interessare fino a un paziente su 5 di quelli ricoverati nelle unità di terapia intensiva degli ospedali; “tuttavia – ammette Karen White, intensivista presso il Carle Foundation Hospital e coautrice dello studio sul versante clinico - può risultare ancora difficile prevedere in anticipo l’entità della risposta infiammatoria così da scongiurare in tempo l’insufficienza d’organo. La sepsi è uno dei problemi più seri e potenzialmente fatali in terapia intensiva. Può diventare rapidamente mortale. Per questo, un test point-of-care da effettuare al letto del paziente che ci consenta di monitorare lo stato infiammatorio del paziente in tempo reale sarebbe di enorme aiuto per trattare più tempestivamente questa condizione e con maggior accuratezza”.
Attualmente è il monitoraggio dei segni vitali del paziente che indirizza verso il sospetto clinico della presenza della sepsi; di fronte a questo sospetto, il medico richiede delle emocolture (la cui risposta può richiedere giorni) e altri test. Ma la sepsi spesso non concede tutto questo tempo al paziente. Problemi questi che potrebbero essere superati grazie al nuovo device, che è in ulteriore fase di miglioramento grazie all’incorporazione di altre misure di biomarcatori dell’infiammazione.

“Vogliamo spostare indietro le lancette dell’orologio della diagnosi – ammette Rashid Bashir,  professore di bioingegneria all’Università dell’Illinois e  vice preside ad interim del  Carle Illinois College of Medicine –  con questo strumento, attraverso il quale ci focalizziamo più sulla risposta immunitaria, che sulla ricerca della fonte dell’infezione; il sistema immunitario di una persona può rispondere diversamente da quello di un’altra alla stessa infezione e a volte risponde prima ancora che l’infezione sia riconoscibile. Questo test rappresenta dunque un utile complemento all’indagine colturale. C’è bisogno di entrambi gli approcci: scoprire il patogeno alla base della sepsi ovviamente ma anche monitorare la risposta immunitaria.”

 
Il device messo a punto dai ricercatori americani è un lab-on-chip (laboratorio su un chip) che misura la conta dei globuli bianchi, la percentuale dei neutrofili, i livelli di CD64 (proteina presente sulla superficie dei neutrofili che aumenta quando la risposta immunitaria del paziente monta). I test clinici condotti finora presso la terapia intensiva del Carle Hospital hanno mostrato una buona correlazione con i risultati dei test tradizionali e con i segni vitali del paziente.. La speranza è inoltre che questa nuova tecnologia non fornisca solo informazioni di diagnosi precoce ma anche sulla prognosi del paziente. Ma per questo c’è ancora tempo e lavoro da fare.

“La grande sfida della sepsi – conclude Bashir – è che nessuno sa quando si svilupperà l’infezione. Normalmente le persone arrivano in ospedale quando stanno già male. L’obiettivo è che questo test possa essere fatto un giorno direttamente a casa, per individuare l’infezione al più presto possibile”.

Maria Rita Montebelli

04 luglio 2017
© Riproduzione riservata

Altri articoli in Scienza e Farmaci

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy