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Cancro. Gli oncologi chiedono di aumentare il prezzo delle sigarette: “Con quei soldi meno fumatori e cure di qualità uguali per tutti”. Al via il Congresso annuale dell’Aiom


Un Patto nazionale contro il cancro da finanziare anche con l’aumento del prezzo delle sigarette. Due misure urgenti per assicurare, da un lato, una qualità delle cure uguale in tutte le Regioni d’Italia, e per bloccare, dall’altro, l’aumento del numero di nuove diagnosi di cancro, soprattutto fra le donne, sempre più fumatrici. Queste le proposte dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica, l’Aiom, che oggi inaugura, a Roma, il suo XIX Congresso nazionale. IL PROGRAMMA.
 

27 OTT - Fanno la valigia e partono, per giorni, settimane o, addirittura, mesi interi. Sono più di un milione gli italiani che, ogni anno, sono costretti ad andare fuori dalla propria Regione per curarsi. Per questo, appare urgente più che mai il “Patto contro il cancro”, un programma ed una regia di livello nazionale, che garantiscano una strategia unitaria per combattere la malattia. A lanciare l’appello è l’Aiom, l’Associazione Italiana di Oncologia Medica, in occasione dell’inaugurazione del suo XIX Congresso nazionale, che si è aperto oggi a Roma.
 
La conferma del Fondo per i farmaci anticancro innovativi rappresenta una misura indispensabile per sostenere l’accesso alle cure anche nel 2018, ma non basta. L’Associazione immagina una Rete che renda giustizia alla parità delle cure, dalla prevenzione alle terapie, dalla riabilitazione all’umanizzazione dell’assistenza, alla ricerca fino all’innovazione. Un Patto da finanziare con l’aumento del prezzo delle sigarette, una strada già percorsa con successo da altri Paesi come l’Australia, la Norvegia e l’Irlanda.
 
Il Fondo per i farmaci anticancro innovativi
“La ‘tempesta perfetta’ che si temeva potesse travolgere il sistema sanitario per l’arrivo delle nuove molecole anticancro - ha detto Carmine Pinto, presidente nazionale Aiom - è stata evitata. Grazie anche al Fondo di 500 milioni di euro destinato all’acquisto di queste terapie che gli oncologi italiani lo scorso anno hanno fortemente richiesto e che il Governo italiano ha istituito per la prima volta nell’ottobre 2016”.
 
“Oggi il Fondo – ha continuato Pinto - è una misura strutturale, però la spinta all’innovazione e le nuove terapie sempre più efficaci in futuro rischiano di non rendere sufficiente questa fonte. Per questo chiediamo di implementarlo, come parte integrante del Patto, con una tassa di un centesimo in più a sigaretta”.
 
Cancro e fumo
Duecentosettanta nuove diagnosi di tumore, ogni giorno, in Italia, sono riconducibili al fumo. Una dipendenza che diventa sempre più donna. In quindici anni l’incidenza del cancro del polmone fra gli uomini è diminuita, passando da 29.097 nuovi casi nel 2003 a 28.200 nel 2017 (-1,7% annuo). Fra le donne, invece, è aumentata di 3,1 punti percentuali, salendo da 7.962 diagnosi nel 2003 a 13.600 nel 2017. Anche cancro della vescica presenta lo stesso andamento: -1,1% tra uomini e +0,3% per le donne.
 
I dati del 2017
In Italia, per l’anno in corso, sono stati stimati finora 369 mila nuovi casi di tumore, di cui 192 mila fra i maschi e 177 mila fra le femmine.
“Nel 2018 il Fondo – ha continuato il presidente Pinto – dovrebbe essere destinato alla copertura dei costi sia dei farmaci che dei test richiesti dall’agenzia regolatoria italiana (Aifa) per la prescrizione di queste terapie. Negli ultimi dieci anni in Italia sono state messe a disposizione dei pazienti circa 40 nuove molecole anticancro e il Fondo varato dal Governo nel 2016 ha assicurato nel 2017 l’accesso a sei farmaci innovativi (due in ematologia e quattro in oncologia)”.
 
“La spesa è stata ben governata con una condivisione tra Istituzioni, oncologi e pazienti – ha sottolineato Stefania Gori, presidente eletto Aiom -. Ma è necessario trovare nuove fonti per sostenere l’innovazione e per garantire a tutti i malati le nuove molecole. Oggi oltre 3 milioni e trecentomila cittadini (3.304.648) vivono dopo la diagnosi, il 24% in più rispetto al 2010. Armi efficaci, come la chemioterapia più attiva e meglio tollerata, le terapie a bersaglio molecolare e l’immuno-oncologia determinano un miglioramento della sopravvivenza con una buona qualità di vita”.
 
La prevenzione
In Italia per la prevenzione, stando agli ultimi dati raccolti nel 2014, si spendono ogni anno 5 miliardi di euro, pari al 4,22% della spesa sanitaria totale, una percentuale che non raggiunge il tetto programmato stabilito nei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea) del 5%.
 
“La prevenzione è uno dei settori che fino ad oggi ha subito in maniera più profonda le politiche di razionamento – ha spiegato Gori -. Per questo serve più impegno in questo campo: il 40% dei casi di tumore, pari a 147.600 diagnosi ogni anno nel nostro Paese, potrebbe essere evitato grazie agli stili di vita sani - dicendo no al fumo, facendo attività fisica costante e mantenendo una dieta corretta - all’applicazione delle normative per il controllo dei cancerogeni ambientali e all’implementazione degli screening”.
 
Italiani e prevenzione
Nel Belpaese non tutti sono così attenti al vecchio detto “prevenire è meglio che curare”. I fumatori sono 11,7 milioni e rappresentano il 22,3% della popolazione con più di 15 anni. Tra questi, il 23,9% degli uomini e il 20,8% delle donne. I sedentari sono un vero e proprio esercito: 23 milioni 85 mila cittadini non praticano nessuna attività fisica. Il 45,9% della popolazione over 18 è in eccesso di peso, il 35,5% in sovrappeso e il 10,4% obeso.
 
“L’Aiom da sempre è in prima linea nelle campagne di prevenzione – ha evidenziato il presidente Pinto -. Da dicembre 2016 a maggio 2017 abbiamo organizzato in 16 città la prima edizione del ‘Festival della prevenzione e innovazione in oncologia’ per spiegare agli italiani il nuovo corso della lotta alle neoplasie. Bastano alcuni numeri per comprendere l’impatto di questa iniziativa: 196mila le persone raggiunte, 123mila gli opuscoli diffusi, 51mila i sondaggi raccolti, 50 i testimonial del mondo dello sport e dello spettacolo coinvolti. L’incremento degli investimenti in prevenzione può determinare in futuro una riduzione del numero di persone da curare”.
 
Prevenire costa meno che curare
“Una persona su cinque colpita dal cancro subisce anche un contraccolpo economico, che si riverbera in un peggioramento della prognosi – ha affermato Annamaria Mancuso, Presidente Salute Donna Onlus -. Questi risultati rappresentano un campanello d’allarme che ci costringe a riflettere sul fatto che buona sanità non significa solo mettere nuovi farmaci a disposizione dei medici e dei pazienti. Diventa fondamentale che si giunga al più presto a individuare un metodo condiviso e integrato per la valutazione dell’innovazione, che tenga cioè conto di tutti gli aspetti coinvolti nella cura: non soltanto dell’efficacia clinica della terapia, ma anche del suo costo-efficacia in termini di qualità della vita”.
 
Le sfide future per un sistema sostenibile
“La ricerca continua a mettere a disposizione dei pazienti e degli oncologi nuove opportunità terapeutiche rendendole accessibili – ha detto Chiara Moroni, Market Access Lead Italy di Bristol-Myers Squibb -. Garantire la sostenibilità del sistema sarà la sfida costante dei prossimi anni, il fondo oncologico è stato il primo decisivo passo. È necessaria una grande ‘alleanza contro il cancro’ fra tutti gli attori del sistema: Istituzioni, medici, pazienti, industria. È importante analizzare il patient journey e allocare le risorse economiche ed organizzative dove possono garantire il maggior beneficio clinico per il paziente. È necessario – ha concluso Moroni - includere la prospettiva dei pazienti nei processi decisionali volti a organizzare la rete dell’assistenza orientandola a una vera presa in carico del paziente”.

27 ottobre 2017
© Riproduzione riservata

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