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Immagini per la diagnostica più accurate grazie a un progetto di ricerca dell’Università di Pisa


Lo studio, che riguarda la tecnologia della PET, è stato finanziato con oltre un milione di euro nell’ambito di Horizon 2020. I ricercatori lavoreranno allo sviluppo di un prototipo di rivelatore che possa essere utilizzato come elemento fondante per le future generazioni di scanner PET, che potrebbero offrire prestazioni fino a 100 volte superiori agli attuali.

16 MAR - È stato finanziato con oltre un milione di euro UTOFPET, il progetto coordinato dall’Università di Pisa il cui obiettivo è sviluppare nuove tecnologie nel campo della sensoristica fotonica per rivelatori PET, che consentano di ottenere immagini più nitide con minori dati a disposizione. La PET, tomografia a emissione di positroni, è la tecnologia che, nell’ambito della ricerca clinica, aiuta a rivelare il funzionamento e il metabolismo di organi e tessuti.

Combinando tecnologie fotoniche innovative (come i sensori MultiDigital-Silicon Photomultipliers (MD-SiPM), i cristalli fotonici e sistemi di acquisizione dati intelligenti), i ricercatori lavoreranno allo sviluppo di un prototipo di rivelatore che possa essere utilizzato come elemento fondante per le future generazioni di scanner PET, che potrebbero offrire prestazioni fino a 100 volte superiori agli attuali.

"I dispositivi MD-SiPM sono generalmente più complessi da usare dei comuni sensori utilizzati nei rivelatori PET e richiedono architetture di acquisizione dati più avanzate di quelle convenzionali, ma sono anche molto più precisi – spiega Nicola Belcari, docente di Fisica dell’Ateneo pisano e coordinatore di UTOFPET – L’utilizzo sinergico con i cristalli fotonici, ovvero sottili strati nanostrutturati di un materiale otticamente trasparente ad alto indice di rifrazione, richiede competenze multidisciplinari negli ambiti della simulazione di sensoristica fotonica, della progettazione di rivelatori ed integrazione, sia hardware che software di sistemi di imaging PET".
 
Per questo, nel progetto UTOFPET, sono state coinvolti partner internazionali sia accademici (Universiteit Gent e École polytechnique fédérale de Lausanne) che industriali (AGE Scientific di Capezzano Pianore (LU) e la Molecube NV (Gent)) con competenze altamente complementari.

“La tecnologia sviluppata in questo progetto consentirà il raggiungimento della risoluzione spaziale e della sensibilità richiesta dalle attuali e future applicazioni nel campo dell’imaging molecolare – conclude Nicola Belcari - mantenendo al contempo un favorevole rapporto costo-beneficio”.
 
UTOFPET, che durerà 36 mesi, è stato finanziato complessivamente con 1.119.500 euro dal consorzio Photonic Based Sensing (PhotonicSensing) del programma ERA-NET Cofund - Horizon 2020.

16 marzo 2018
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