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Cristoph Franz (Roche): “Avanti tutta con la ricerca sull’Alzheimer”

di Michela Perrone

Per il chairman della multinazionale elvetica crenezumab e gantenerumab, le due molecole in fase avanzata di studio, sono un investimento costoso e che richiede molto tempo, ma l’azienda è convinta della loro importanza. Risultati non prima del 2020.

20 MAR - “Credo che Roche sia l’unica azienda farmaceutica al mondo ad avere due molecole in fase avanzata di studio per l’Alzheimer. Negli ultimi anni ci siamo concentrati su crenezumab e gantenerumab, molecole che agiscono con meccanismi diversi sul cervello e che comportano trial molto lunghi e costosi, con un’elevata percentuale di rischio”. A parlare è Cristoph Franz, chairman di Roche, in un colloquio esclusivo con Daily Health Industry.
 
E proprio risultati non all’altezza delle aspettative hanno recentemente spinto altre pharma a ritirarsi dalla ricerca delle terapie per le malattie neurodegenerative come Alzheimer e Parkinson.“Sono patologie che progrediscono lentamente, quindi serve molto tempo per testare le molecole che stiamo studiando”, continua Franz, che stima che i primi risultati significativi non arriveranno prima del 2020. L’Italia contribuisce in modo importante alla ricerca sull’Alzheimer; nel nostro Paese sono 21 i centri che vi stanno lavorando.
 
“Nella filosofia Roche sono due le domande che ci poniamo sempre prima di intraprendere un investimento: la prima è se esistano delle importanti esigenze mediche non ancora soddisfatte. La seconda è se abbiamo qualche idea dal punto di vista scientifico per indirizzare queste malattie verso un esito diverso e migliore dell’attuale. Per l’Alzheimer abbiamo risposto sì a entrambe le questioni e abbiamo deciso di portare avanti la ricerca in quest’ambito, anche se siamo consci che è estremamente rischioso”.Dopo i successi incassati in ambito oncologico, Roche torna così a concentrarsi sulle neuroscienze. Oltre all’Alzheimer, le altre patologie “nel mirino” sono sclerosi multipla (recentemente è stato approvato anche in Europa ocrelizumab) e malattia di Huntington.

Ricerca e sostenibilità
. Sulla sostenibilità dei sistemi sanitari, messa a dura prova dai farmaci innovativi, Franz sostiene che “è vero che in alcuni ambiti esistono farmaci estremamente innovativi che hanno un costo importante, ma quello che spesso viene tralasciato nella discussione pubblica è che esistono altre aree terapeutiche in cui i brevetti sono scaduti e, grazie a generici o biosimilari, si registra un risparmio per i sistemi sanitari. Recentemente per esempio sono scaduti i brevetti delle statine: questo significa risparmi per miliardi di dollari nel settore cardiovascolare. Certo, parallelamente sono aumentati i costi in ambito oncologico, ma credo che questo sia fisiologico e rifletta dove sta andando il progresso scientifico. Credo che quando si ragiona di sostenibilità si debba guardare l’intero quadro”.

L’Italia. 
Il mercato italiano, per Roche, “è uno dei più importanti d’Europa. “Tra gli aspetti migliorabili, dal nostro punto di vista, c’è sicuramente la velocità di approvazione dei farmaci – afferma Franz – Mediamente, un nuovo farmaco viene approvato in Europa un anno dopo rispetto agli Stati Uniti e prima che sia disponibile in Italia occorre aspettare almeno altri 12 mesi, o anche di più. Credo che questo rifletta una peculiarità del vostro Paese, cioè la sanità su due livelli: quello nazionale e quello regionale. È un processo che rallenta molto l’immissione in commercio di nuove molecole e che andrebbe sveltito, anche nell’interesse dei pazienti”.
 
Michela Perrone

20 marzo 2018
© Riproduzione riservata

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