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Farmaceutica. Menarini, crescono fatturato (+1,6%) e dipendenti


Nel 2018 sono state sono assunte nel mondo 600 persone, il 60% sono donne. Un anno con alcune negatività ma anche con molte positività: tra perdite di brevetto e impatto negativo dei tassi di cambio sono stati persi 200 mln di euro. Ma il fatturato cresce di 260 mln di euro e le unità di farmaci distribuiti e venduti nel mondo raggiungono quota 700 milioni (+6%). Presentati a Firenze i numeri del colosso farmaceutico
 

16 MAR - Un fatturato di 3,6 miliardi di euro con una crescita dell’1,6% e 600 nuove assunzioni, di cui il 60% sono donne.
Il gruppo farmaceutico Menarini chiude il 2018 con un bilancio dal segno positivo. Un anno tutt’altro che facile: la scadenza del brevetto dell’Olmesartan (trattamento per l’ipertensione) alla quale si è aggiunto l’impatto negativo provocato dai tassi di cambio in Russia e in Turchia e altro ancora, è costata all’azienda fiorentina la perdita di quasi 200 milioni di euro. Un percorso accidentato, tuttavia tirate le somme il fatturato è cresciuto di 260 milioni di euro.
 
A snocciolare dati e raccontare le novità il vertice dell’azienda, il presidente Eric Cornut, il manager svizzero arrivato nell’azienda italiana da quasi un anno, e la famiglia Aleotti, Lucia e Alberto Giovanni, presenti entrambi nel consiglio di amministrazione, Carlo Colombini, new entry del Consiglio di Amministrazione, affiancati da Annamaria Pizzigallo, direttore medico scientifico di Menarini.
 
“È stato un anno molto sfidante per l’azienda con alcune negatività ma anche con molte positività – ha spiegato Lucia Aleotti – la scadenza di brevetto ha pesato per quasi 60 mln di euro, mentre le differenze di cambio sono costate circa 50 mln in Turchia e circa 40 milioni in Russia. In Cina, area dove l’azienda ha puntato di più e dove sono consentite e normate in maniera severa le vendite via internet, c’è stata poi una sospensione delle vendite sulle piattaforme e-commerce nei mesi di giugno e luglio per una ulteriore revisione delle norme diventate ancora più stringenti. Due mesi di blackout che hanno pesato economicamente sulla nostra Azienda. Ciò nonostante – ha aggiunto – Menarini chiude con un fatturato in crescita dell’1.6 per cento. Una crescita importante di cui siamo molto orgogliosi realizzata grazie ad alcuni nuovi lanci (nella parte finale dell’anno e che ancora non hanno manifestato i loro effetti), e soprattutto grazie ad una importante crescita delle unità di farmaco vendute: parliamo di 40 milioni di confezioni aggiuntive che equivalgono a 700 milioni di unità di farmaci distribuiti e venduti nel mondo, più 6 per cento”.
 
Dove sono localizzati gli investimenti del Gruppo farmaceutico? l’Italia naturalmente, insieme alla Germania e alla Russia sono i paesi più importanti per l’azienda a livello di fatturato. Ma evidenti segnali di crescita arrivano dall’area dell’Asia Pacific: in Cina (58 milioni di euro fatturati + 42%), la Thailandia (65 mionini fattirati, +26%). Altro “gioiello di famiglia” è il Centro America sui quali la Menarini sta puntando con risultati in crescita.

“La Menarini è una squadra vincente esigenti – ha poi affermato il manager Eric Cornut al suo primo esordio pubblico – e la sfida è quindi continuare a vincere nonostante il cambiamento dei mercati. Dobbiamo fare fronte a cambiamenti demografici, all’accesso a terapie sempre più moderne legate all’esplosione tecnologica, tutto questo su uno sfondo di crescita economia piuttosto ridotta. Ogni anno quindi è come se partissimo da meno zero e tra il brevetto che scade e le manovre sui prezzi dobbiamo prima portarci in pareggio e subito dopo crescere. Il mondo a valle rappresentato dalle farmacie e dai medici è cambiato, esistono oggi catene di farmacie che possono diventare potenti, e si sono create reti ospedaliere sia per logiche pubbliche regionali o per necessità di fusione a livello privato. Occorre un equilibrio migliore – prosegue – e questo richiede più professionalità in un periodo magnifico e difficile in cui spuntano terapie utili che curano davvero. Tuttavia a livello industriale chi fa ricerca rischia di vedere diventare obsoleto quello che fino a poco prima era considerato all’avanguardia. I rischi di impresa sono quindi aumentati, chi perde terreno non esiste più, quanti grandi nomi dell’industria sono scomparsi, chi non produce novità e innovazione rilevante per il sistema salute scompare. Dobbiamo appunti cercare sempre il giusto equilibrio. La sfida in Cina – ha concluso – ci appassiona e saremo a Shangai pochi giorni per vedere nuove strumentazioni sanitarie. L’entrata nell’area dell’oncologia tra il 2022 e 2023 vedrà coesistere il modello di oggi con un modello di prodotti mirati, altamente scientifici, da produrre e vendere in modo totalmente nuovo”.
 
Alla crescita di fatturato si associa anche anche la crescita dei dipendenti. Sono state realizzate 600 nuove assunzioni nel mondo, di cui il 60% donne e come ha specificato Lucia Aleotti “non sono quote rosa, ma sono state selezionate come le migliori”. In totale Menarini vanta quindi 17mila 632 dipendenti supera per la prima volta il tetto del miliardo di euro di stipendi per le risorse umane.
 
Il Gruppo infine continua ad investire in Ricerca e Sviluppo focalizzandosi principalmente nell’area dell’oncologia in cui sono in corso 4 progetti di ricerca in fase clinica 1, per dieci indicazioni (leucemia mieloide, tumori solidi che non rispondono a altre linee di terapia). Prosegue inoltre l’impegno nel campo dei vaccini con un nuovo centro di ricerca che sarà inaugurato entro l’anno. Inoltre il 2018 ha visto l’Azienda impegnata nella lotta ai super batteri: grazie a un accordo stretto con l’azienda americana Melinta Therapeutics, Menarini ha acquisito i diritti per la commercializzazione di quattro antibiotici che agiscono su ceppi multiresistenti responsabili di infezioni gravi.

16 marzo 2019
© Riproduzione riservata

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