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Eterologa. Fondazione PMA: “A rischio dal 29 aprile in Italia, anche per i trattamenti in corso”. Lanciato appello al Ministero della Salute


A breve potrebbe non essere più possibile importare gameti ed effettuare la fecondazione eterologa in molti centri italiani preposti, una pratica che interessa oltre 6mila coppie ogni anno. La denuncia arriva dal Congresso nazionale della Fondazione PMA che si è concluso ieri. “Il Ministero richiede entro il 29 aprile i certificati di conformità. Molte strutture però non li hanno perché Regioni ed enti di vigilanza non hanno fatto le ispezioni necessarie”, ha affermato Gianni Baldini, direttore della Fondazione.

23 MAR - Parte dal Congresso nazionale sulla Procreazione Medicalmente Assistita della Fondazione PMA Italia che si è concluso ieri a Firenze un richiamo urgente al Ministero della Salute per far fronte alla minaccia che incombe su molti centri di PMA e una proposta di aggiornamento della Legge 40/2004. “Sarebbe inaccettabile la sospensione dell'attività per questi Centri per responsabilità della Pubblica amministrazione. Ciò provocherebbe gravi danni economici, ma soprattutto pregiudizi alla salute per le coppie col trattamento in corso. Facilmente immaginabili anche i contenziosi legali nei confronti dei centri e delle Autorità preposte che potrebbero scatenarsi”, dichiara l’avv. Gianni Baldini, direttore della Fondazione PMA Italia, in una nota.
 
Dal 29 aprile eterologa a rischio in molti centri italiani
"Dal 29 aprile - spiega la nota - potrebbe non essere più possibile importare gameti ed effettuare la fecondazione eterologa in molti dei centri italiani preposti. Una nota del Ministero della Salute, infatti, ricorda la scadenza prevista dalla legge che ha fissato per questa data ultima la possibilità per i centri di acquisire la certificazione di conformità del CNT (Centro Nazionale Trapianti) al fine di poter accedere all'iscrizione nel compendio europeo degli IT (Istituti di Tessuti) come centro autorizzato.
 
In sintesi - prosegue la nota -, manca l'autorizzazione necessaria per effettuare quei trattamenti di PMA con donazione di gameti, una pratica che interessa oltre 6mila coppie ogni anno. La PMA eterologa infatti va avanti per il 95% grazie ai gameti/embrioni importati dall'estero: la mancata autorizzazione pregiudicherebbe in maniera importante la possibilità di effettuare le prestazioni di PMA eterologa, aggravando la situazione esistente, che già vede la persistenza di importanti flussi di 'turismo procreativo' (circa 10.000 sono le stime relative alle coppie, il 25% del totale dei cicli)".
 
“La mancata autorizzazione ai centri è però dovuta spesso al mancato rispetto della tempistica prevista dalla legge nelle ispezioni da parte delle amministrazioni regionali, delle Regioni e degli Enti preposti alla organizzazione, vigilanza e controllo. Una responsabilità della pubblica amministrazione non può avere conseguenze sui centri e le coppie” dichiara l’avv. Gianni Baldini, docente di Biodiritto all’Università di Siena, Legale di molte coppie che sono ricorse ai Tribunali e alla Corte Costituzionale.
 
La lettera di PMA Italia al Ministero della Salute
"Per far fronte a questa impasse verso cui si sta andando - prosegue la nota -, la Fondazione PMA Italia, quale principale organizzazione dei centri di PMA pubblici e privati (65 centri iscritti rappresentativi del 65% dei cicli totali svolti e delle Associazioni di pazienti), ha inviato una richiesta urgente al Ministero della Salute e al CNT per rischio danni ai Centri di PMA e coppie di pazienti conseguente al prossimo blocco al 29.4.2019 dell'attività di import di gameti di molti Centri di PMA".
 
“Questa lettera al Ministero è una richiesta formale volta a esortare le istituzioni ad adottare le determinazioni necessarie ed urgenti per evitare il prodursi degli effetti che potrebbero scaturire dalla chiusura dei Centri di PMA illegittimamente esclusi. Chiediamo al Ministero una proroga rispetto alla data del 29 aprile e un’accelerazione delle opportune attività di sollecitazione alle diverse Regioni per chiudere gli iter autorizzativi in corso” conclude l’avv. Baldini.
 
In cosa consiste l'eterologa
"La PMA con donazione di seme - spiega la Fondazione - è una metodica di procreazione medicalmente assistita che può consistere in una inseminazione intrauterina con il liquido seminale di un donatore oppure nell’inseminazione in vitro di un ovocita con liquido seminale proveniente da un donatore e nel successivo trasferimento dell’embrione ottenuto nell’utero della donna ricevente.
 
La PMA con donazione di ovociti, invece, è un trattamento di procreazione medicalmente assistita che prevede l’inseminazione di un ovocita proveniente da una donatrice e il trasferimento dell’embrione ottenuto nell’utero della partner femminile della coppia ricevente. Per l’inseminazione viene utilizzato il liquido seminale del partner della ricevente o quello di un donatore".
 
L'Italia fanalino di coda in Europa per donazione di gameti
"In Europa, l'Italia è tra i fanalini di coda in fatto di procreazione medicalmente assistita con donazione di gameti - aggiunge la nota -. Principalmente per una mancanza di informazione e di sensibilità sull'argomento, ma in parte anche per una questione economica. L'Italia, infatti, è uno dei pochissimi paesi europei in cui non è previsto alcun rimborso per donatori di liquido seminale e donatrici di ovociti. Come noi soltanto Austria e Romania. Tale rimborso non è da intendersi come una retribuzione vera e propria, bensì serve a compensare le spese sostenute e il tempo dedicato alla procedura di donazione, che è lunga e complessa, soprattutto per le donatrici di ovociti".
 
"Nonostante le controversie normative legate alla Legge 40 e alle sue successive modifiche - prosegue la Fondazione - , la tendenza in Italia negli ultimi anni evidenzia una sempre maggiore richiesta di queste metodiche. Nel nostro Paese un bambino su trenta nasce grazie alle tecniche di Pma e oggi in Italia vengono eseguiti più di 97.000 trattamenti di Pma l’anno, di cui 6 mila sono quelli di eterologa. Un numero destinato a salire data l’età sempre più alta degli aspiranti genitori, che fa si che la popolazione di coppie in età riproduttiva debba ricorrere alla procreazione assistita nel 12-14% dei casi. Per questi motivi, molto c'è ancora da fare, a partire da una maggiore sensibilizzazione alla donazione".
 
"Uno studio condotto dalla Società Europea di Riproduzione Umana ed Embriologia (ESHRE) su donatrici di ovociti provenienti da diversi Paesi europei ha mostrato che la motivazione principale che le spinge a donare è l’altruismo nei confronti di coppie che altrimenti non potrebbero avere figli. - spiega Luca Gianaroli, vicepresidente Fondazione PMA Italia e Direttore scientifico S.I.S.Me.R. – Società Italiana Studi di Medicina della Riproduzione (Bologna) - La motivazione prettamente economica nella maggior parte dei casi è secondaria, anche perché i rimborsi previsti in quasi tutti i Paesi consistono in cifre limitate, calcolate esclusivamente per compensare il tempo e i costi dedicati al complesso percorso della donazione".
 
Quanto costa importare gameti?
"In Italia, l'assenza di una rete nazionale per la donazione ha conseguenze gravi - spiega Gianaroli - in quanto per far fronte alla domanda crescente di questo tipo di trattamenti, i Centri sono costretti a importare ovociti e spermatozoi da criobanche estere. Solo nel 2016, ad esempio, sono stati importati più di 6.000 criocontenitori di ovociti e più di 3.000 criocontenitori di liquido seminale, per una spesa stimata di circa 20 milioni di euro. Il ricorso a criobanche estere, inoltre, limita il controllo dei Centri sul materiale biologico, sulle condizioni di trasporto e può sollevare problematiche legate all'introduzione di patrimoni genetici diversi da quello italiano". 
 
L'appuntamento nazionale sulla PMA
Si è concluso ieri, presso il Palazzo dei Congressi di Firenze, il 2° Congresso Nazionale sulla Procreazione Medicalmente Assistita, organizzato dal Prof. Luca Mencaglia, Presidente Fondazione PMA Italia, Medico Specialista in Ginecologia e Ostetricia e Direttore Unità Operativa Complessa Centro PMA USL sud-est Toscana. Tra i focus in programma, una nuova app, la realizzazione di una rete per la donazione di gameti, una accurata analisi del fenomeno della denatalità in Italia e le conseguenze dell'assenza dell'eterologa in Italia. 

23 marzo 2019
© Riproduzione riservata

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