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Caregiver, strategia comportamentale contro lo stress

di Linda Carroll

Chi assiste un paziente con demenza spesso soffre a sua volta di ansia e depressione. Uno studio americano ha studiato gli effetti di una strategia comportamentale, il metodo Leaf, su queste persone. Nello studio condotto, dopo un intervento di appena sei settimane, sono arrivati i primi risultati positivi

03 MAG - (Reuters Health) – Molto è stato scritto sugli stress e le esigenze emotive di chi si prende cura dei familiari con demenza. Un nuovo studio statunitense suggerisce che parte di questo onere può essere alleviato da una formazione che aiuta i caregivers a concentrarsi sugli aspetti positivi della loro esperienza. In uno studio randomizzato e controllato, i ricercatori hanno dimostrato che un programma di allenamento online di sei sessioni ha prodotto modesti miglioramenti nell’ansia e nella depressione del caregiver.

I caregiver presentano livelli elevati di angoscia e depressione – spiega l’autrice principale dello studio, Judith Moskowitz, professoressa e diretttice della ricerca
l’Osher Center for Integrative Medicine della Northwestern University di Chicago – Ci sono programmi per aiutarli, ma di solito hanno a che fare con la preparazione ad affrontare le attività di cura effettive”. “Questo studio dimostra che “un programma che insegna ad avere più emozioni positive aiuta gli assistenti a fronteggiare meglio le richieste di caregiving – ribadisce Moskowitz – È unico in quanto descrive un insieme di otto abilità che aiutano ad avere più emozioni positive su base giornaliera”.

L’intervento ideato da Moskowitz e dai suoi colleghi ha insegnato abilità che hanno dimostrato di aumentare le emozioni positive: notare e concentrarsi su eventi positivi, provare gratitudine per quegli eventi, avere maggiore consapevolezza, ricercare aspetti positivi anche negli eventi stressanti, concentrarsi sui propri punti di forza, stabilire obiettivi raggiungibili e trovare modi per mostrare gentilezza.

Lo studio
. Per testare l’intervento messo a punto, i ricercatori hanno reclutato 170 caregiver di paziento con demenza, assegnandoli in modo casuale a uno dei due gruppi: il gruppo di intervento, in cui i volontari hanno appreso abilità emozionali positive come riconoscere un evento positivo quotidiano e tenere un diario di gratitudine, e il gruppo di controllo, in cui ai volontari è stato chiesto di compilare questionari giornalieri sui loro sentimenti. Dopo le prime sei settimane, anche i membri del gruppo di controllo hanno ricevuto l’intervento comune al primo gruppo.
All’inizio e alla fine del periodo di studio, i volontari hanno compilato questionari per valutare depressione, ansia e stato di salute fisica.

Le sei sessioni che hanno incoraggiato emozioni positive facevano parte di un programma chiamato Leaf (Life Enhancing Activities for Family caregivers) e sono state presentate da un facilitatore tramite conferenza web su tablet forniti a ciascun partecipante. L’aspetto online della formazione ha permesso ai ricercatori di includere caregiver di tutto il Paese, comprese le aree rurali.

Quando i ricercatori hanno confrontato i questionari di prima e dopo il training di sei settimane, hanno scoperto che i volontari nel gruppo di intervento presentavano un calo del 7% nei sintomi della depressione e un calo del 9% nei sintomi di ansia rispetto al gruppo di controllo.
In altre parole, quelli del gruppo di intervento sono passati dal mostrare sintomi moderati di depressione a collocarsi nel range di normalità. Al contrario, i volontari nel gruppo di controllo sono rimasti nel range da lieve a moderato per quanto riguardava la depressione.

I commenti
“Gran parte della letteratura scientifica ha esaminato lo stress e i problemi del caregiver – osservs David Roth, professore e direttore del Center on Aging and Health della Johns Hopkins University di Baltimora – Ciò che è sottovalutato sono gli aspetti positivi di fornire assistenza per un membro della famiglia più anziano con demenza. Questo programma fornisce un buon contrappeso ai programmi che si concentrano sulla gestione dello stress”.

“È impressionante come dopo sole sei settimane l’intervento Leaf abbia avuto ripercussioni sui problemi di salute che colpiscono comunemente i caregivers della demenza – dice Sarah Stahl, assistente professore di psichiatria all’Università di Pittsburgh, non coinvolta nello studio – È possibile che il targeting di emozioni positive possa migliorare la salute e il benessere generale dei caregivers, che alla fine influisce sulla qualità delle cure che sono in grado di fornire ai propri familiari con demenza. Leaf è unico nel suo genere: si concentra sulla psicologia positiva per migliorare il benessere psicofisico”.
 
Fonte: Health Psychology
 
Linda Carroll
 

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science) 

03 maggio 2019
© Riproduzione riservata

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