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Screening mammografico, anche il web può aiutare a prendere una decisione consapevole. Il progetto presentato al Mario Negri


Coinvolte oltre 2mila donne, a cui sono stati presentati i benefici, i possibili danni e le controversie in corso sullo screening mammografico. Grazie all’utilizzo del web attraverso il quale le donne sonno state invitate a partecipare screening mammografico organizzato le donne hanno mostrato di compiere scelte consapevoli

11 GIU - Consentire alle donne di prendere decisioni consapevoli e informate rispetto allo screening mammografico attraverso l’utilizzo del web si può.
Questo il risultati del progetto Donna Informata Mammografia cui risultati sono stati presentati oggi a Milano nella sede dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri Irccs di Milano.
 
Un progetto che ha coinvolto oltre 2mila donne - sostenuto da un bando di finanziamento Airc, promosso dall’Istituto stesso, Zadig, Gisma e Lilt-Firenze, in collaborazione con i centri screening del Ssn di Cuneo, Firenze, Milano, Palermo, Reggio Emilia e Torino  - durante il quale è stato messo a punto uno strumento decisionale via web che ha invitato le donne a partecipare, per la prima volta, a uno screening mammografico organizzato.
 
Lo strumento è stato pensato per essere usato durante il processo decisionale che ogni donna mette in atto prima di accettare o meno l’invito allo screening mammografico alla luce delle informazioni ricevute e dei propri valori, preferenze ed esperienze. La conclusione? Le utilizzatrici hanno dimostrato di poter prendere decisioni più informate e più consapevoli rispetto alle donne che hanno letto solo una  brochure standard.
 
La scelta informata è stata fatta dal 44% delle donne che hanno utilizzato lo strumento decisionale digitale, contro il 37% delle donne che hanno letto l’informazione standard. L’aver aggiunto informazioni su incertezze e controversie non ha influito negativamente sulla partecipazione allo screening mammografico organizzato che risultata maggiore dell’80%. Le donne benché fossero al primo invito allo screening organizzato avevano già fatto una mammografia nel 70% dei casi.
 
“Lo strumento – spiega Paola Mosconi del Laboratorio di Ricerca per il coinvolgimento dei cittadini in Sanità dell’Istituto Mario Negri e coordinatrice del progetto –  si compone di diverse schermate ognuna in risposta ad una domanda. Attraverso brevi testi, schemi e tabelle vengono presentati i benefici, i possibili danni e le controversie in corso sullo screening mammografico, argomento raramente presentato alle donne”.
 
Focus group, interviste e letteratura di riferimento sono state la base per la messa a punto dello strumento decisionale che ha permesso alle donne di comporre il proprio percorso informativo con un approccio “nudging (di “spinta gentile”) che ha consentito ad ognuna di decidere a quali e quante informazioni accedere.
 
Per valutare l’effetto dello strumento decisionale, è stato condotto uno studio clinico randomizzato multicentrico che lo ha confrontato con l’informazione standard in genere fornita alle donne.  “Uno degli aspetti originali del progetto è proprio aver inserito questo intervento informativo e decisionale nella routine dei programmi di screening organizzati dal Ssn, supportando la possibilità che questo strumento venga adottato su scala nazionale” sostengono Livia Giordano e Eugenio Paci da molti anni attivi nel gruppo Italiano per lo screening mammografico Gisma.
 
Dopo la presentazione del progetto, del suo iter, dello strumento decisionale e dei risultati ottenuti, si sono confrontati diversi relatori sulle prospettive che i risultati aprono, discutendo sia gli aspetti di metodo legati alla partecipazione al progetto e allo strumento decisionale, sia l’importanza della corretta informazione in ambito sanitario e, infine, le prospettive future di utilizzo dello strumento decisionale messo a punto.

11 giugno 2019
© Riproduzione riservata

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