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Caro Farmaci. Assogenerici: “Prezzi più alti al mondo? Fake news o spot gratuito per una società che cerca investitori”

di Enrique Häusermann

Replica dell’associazione delle industrie del generico allo studio Medbelle sul prezzo dei farmaci in 50 paesi del mondo. “I dati esposti sono privi delle minime caratteristiche di fondatezza e correttezza del dato, e ciò si evince dal breve paragrafo relativo alla fonte dati: una ricerca web nelle farmacie on line assieme ad alcuni siti governativi”

21 NOV - Gentile Direttore,
abbiamo appreso con estremo stupore, da un articolo pubblicato sulla Sua testata che i prezzi dei farmaci nel nostro Paese sarebbero più alti del 90% rispetto alla media, secondo confronti realizzati tra 50 Paesi. La surreale rappresentazione proviene dai dati resi noti oggi dalla società Medbelle (UK): una piattaforma informatica di Digital Healthcare specializzata – come si evince dal sito web della medesima – in consulenze su rifacimenti del seno e lifting variegati.
 
Non ci è chiaro a che titolo e a valere su quale certificata esperienza la stessa abbia deciso di avventurarsi oltre i propri già lucrosi territori per sconfinare nel mare aperto delle riflessioni farmacoeconomiche.
 
Ce ne faremo una ragione dal momento che il web ci ha abituati all’impazzare di incredibili “panzane” planetarie cui c’è il rischio che “abbocchi” soprattutto chi è ben disposto ad abboccare.
 
Certo saremmo stati lieti se il pregevole studio avesse fornito alcuni elementi fondamentali ad accreditarne la validità. In mancanza di essi e memori del vecchio adagio “domandare è lecito, rispondere è cortesia”, mi permetto di porre alcuni quesiti per i quali avrei piacere di ottenere risposta dagli autori dello studio: di quali prezzi parliamo? gli autori sono consapevoli che i Paesi analizzati possono avere fino a 5 diversi livelli di prezzo?
 
Nel caso dell’Italia esistono, nell’ordine: il prezzo ex factory o realizzo industria (ciò che l’industria riceve da chi paga); il prezzo al pubblico, che include il costo della distribuzione (in Italia attorno al  40% del prezzo al pubblico); il prezzo di riferimento, basato su quello più basso tra i produttori di una singola molecola; il prezzo di aggiudicazione  in gara per le forniture ospedaliere (con riduzioni fino all’80% del prezzo di listino).
 
Di grazia, di quale prezzo trattasi?
Dalla documentazione fornita dalla Medbelle traspare che si è scelta la pragmatica, ma decisamente poco scientifica “media del pollo”, mixando allegramente 5 tipologie di prezzo.
 
Di più: di pragmatismo in pragmatismo, con un campionamento tanto comodo quanto surreale, su un pool di oltre 2mila principi attivi presenti sul mercato nazionale se ne scelgono appena 13. E si commettono “sviste” paradossali che destituiscono l’analisi di qualsiasi credibilità: tra i generici si annida un biosimilare (adalimumab); si considerano principi attivi che per molte confezioni non hanno un generico corrispondente in commercio; su alcuni dei principi attivi considerati non è prevista la sostituibilità tra generico e brand (es. Tacrolimus).
 
Non paghi, gli “studiosi” di Medbelle fanno la media delle medie, mischiando anche tutte le confezioni disponibili dei vari prodotti che, ovviamente, non sono sovrapponibili in tutti i mercati considerati.
 
Vista la metodologia utilizzata, il risultato apocalittico che ne deriva sul prezzo dei farmaci nel nostro Paese non è sorprendente. Però è senz’altro falso. 
 
I dati esposti sono privi delle minime caratteristiche di fondatezza e correttezza del dato, e ciò si evince dal breve paragrafo relativo alla fonte dati: una ricerca web nelle farmacie on line assieme ad alcuni siti governativi.
 
Viene il dubbio che questo comunicato stampa sull’analisi Medbelle sia una mera mossa pubblicitaria strategica che serve a questa società per recuperare finanziatori in giro per l’Europa. In questo la società sembra essere ben preparata, visto che recentemente ha reso noto di aver recuperato 7 milioni di sterline per un non meglio specificato “ospedale digitale” orientato a dare consulenze sulla scelta del miglior chirurgo estetico.
 
Credo che la poca serietà di questa fonte possa farci ritenere il discorso chiuso.
 
 
Enrique Häusermann
Presidente Assogenerici

21 novembre 2019
© Riproduzione riservata

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