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Congresso Simg: per smettere di fumare medici favorevoli a dispositivi alternativi alle ‘bionde’

di Mazia Caposio

Nonostante serva maggiore informazione, counselling e dispositivi che riducono il rischio sono le armi da mettere in campo per smettere di fumare. Consigliare e confrontarsi con il fumatore, puntando anche sulla riduzione del danno con prodotti alternativi, sembra essere la via privilegiata da seguire per accompagnarlo verso la disassuefazione

29 NOV - Sistemi  di fumo alternativi alle “bionde”, rischi e vantaggi che questi dispositivi possono comportare per smettere di fumare e chiarezza sulle notizie di cronaca provenienti da oltreoceano sui recenti decessi legati al vaping. Il simposio dal titolo “La gestione del paziente fumatore”, che si è tenuto in occasione del XXXVI Congresso della Società italiana di medicina generale (Simg) in corso a Firenze, è stata l’occasione per parlare di tutto questo.
 
Consigliare e confrontarsi con il fumatore, puntando anche sulla riduzione del danno con prodotti alternativi, sembra essere la via privilegiata da seguire per accompagnarlo verso la disassuefazione. "Il primo approccio è arrivare alla cessazione dal fumo - ha spiegato Damiano Parretti, responsabile nazionale Simg dell'Alta scuola e della macro-area Cronicità - ma occorre anche considerare che poi solo una minoranza dei pazienti fumatori smette". In tal caso dunque, la prospettiva cambia: “Dobbiamo perseverare in atteggiamenti drastici o cercare di arrivare, sempre con l'obiettivo di far smettere di fumare, a ridurre la tossicità del fumo, con il minor numero possibile di sostanze tossiche per la salute del fumatore?”, si chiede l’esperto.
 
"Il counselling è sicuramente la cosa più importante che possiamo mettere in atto per ridurre l'abitudine al fumo nei nostri pazienti", ha chiarito Mauro Ruggeri, responsabile sede nazionale Simg e segretario regionale Simg Toscana. "Il medico di medicina generale si trova in una posizione privilegiata per mettere in atto tutte quelle strategie di counselling che siano applicabili al setting della medicina generale”, ha aggiunto. "Credo, dunque, che siano assolutamente da prendere in considerazione anche i nuovi strumenti" in particolare per "quei pazienti che non riescono a smettere di fumare e dove anche una riduzione del danno da fumo di sigaretta è auspicabile".
 
In questa direzione sembra andare anche una ricerca, sempre presentata in sede congressuale, che la stessa Simg sta conducendo  sul tema su un campione di 400 medici. "Dalla Survey emerge una scarsa conoscenza da parte dei medici di medicina generale dei prodotti alternativi alla sigaretta tradizionale. Il 46% ha infatti risposto di non conoscere né sigarette elettroniche né device a tabacco riscaldato", ha osservato Letizia Rossi, medico di medicina generale di Perugia, presentando i dati parziali della ricerca. Tuttavia i medici intervistati non sembrano mostrare avversione verso tali dispositivi visto che il 57% si è mostrato possibilista nel consigliarli in un'ottica di riduzione del danno e di un percorso finalizzato alla cessazione del fumo. Solo il 31% ritiene totalmente negativo il loro utilizzo. Il 91% dei medici intervistati ritiene giusto l'interessamento delle associazioni scientifiche e delle associazioni di pazienti a questa nuova metodica, ma la scarsa conoscenza dei prodotti in commercio  fa "emerge - ha aggiunto Rossi - il bisogno di una maggiore conoscenza e informazione, oltre che di una formazione ad hoc”.
 
Il simposio è stato anche un’occasione per fare chiarezza circa le notizie di cronaca provenienti da oltreoceano sui recenti decessi legati al vaping. "Negli Stati Uniti ci sono state delle persone che si sono ammalate di una polmonite lipoidea provocata dall'introduzione nell'organismo di vitamina E acetato, un addensante di cannabinoidi che erano stati inseriti nei sistemi aperti", ha spigato Parretti.
 
"Ci sono stati 42 morti e fa riflettere il fatto che si tratti solo di persone giovani. È stato visto che la presenza di vitamina E acetato nei polmoni ha determinato l'insorgenza della polmonite lipoidea con insufficienza respiratoria. La sicurezza, quindi, è utilizzare sistemi chiusi che non possono essere manipolabili, in essi non si possono inserire sostanze. Per cui anche l'Fda (Food and Drug Administration) si è pronunciata a favore dell'utilizzo di strumenti che abbiano nel tabacco riscaldato il loro funzionamento, ma che al tempo stesso garantiscano la sicurezza attraverso la non possibilità di introduzione di altro nel sistema", ha concluso Parretti.
 
"Bisogna fare molta attenzione nel non dare false informazioni", ha aggiunto Ruggeri. "Non tutti i dispositivi sono stati al centro di questa segnalazione, quindi credo che già siano in atto tutti i controlli necessari per renderli più sicuri possibile".
 
Marzia Caposio

29 novembre 2019
© Riproduzione riservata

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