Menopausa precoce? Potrebbe dipendere da uno “scambio biologico”
Una frequente attività sessuale è tradotta dal corpo femminile come un segnale di disponibilità alla fecondazione. Se i rapporti invece poco frequenti, il corpo sceglie di non “investire” nell’ovulazione. Questo scambio biologico, secondo uno studio pubblicato dallarivista Royal Society Open Science, contribuirebbe a definire il timing della menopausa.
16 GEN -
(Reuters Health) – Le donne che hanno rapporti sessuali almeno una volta al mese presentano un rischio inferiore di entrare precocemente in menopausa, presto rispetto a quelle con una vita sessuale meno attiva. L’evidenza – che emerge da uno studio condotto sui dati di circa 3 mila donne statunitensi – lascia supporre che alla base di questo fenomeno vi sia una forma di scambio di energia biologica.
Nello studio le donne che avevano un’attività sessuale frequente (una o più volte a settimana) hanno fatto registrare il 28% in meno di probabilità di entrare in menopausa rispetto a chi segnalava di fare sesso con cadenza mensile.
“Se una donna non ha rapporti sessuali e non ci sono possibilità di gravidanza, il corpo ‘sceglie’ di non investire nell’ovulazione, perché sarebbe inutile”, di
Megan Arnot, dello University College London (UCL), che ha co-diretto la ricerca. Ciò determinerebbe una sorta di “scambio biologico” il corpo devia le risorse energetiche destinandole alla protezione e alle cure della progenie eventualmente esistente. Secondo Arnot i risultati danno consistenza all’idea che la menopausa umana in origine si sia sviluppata per ridurre il conflitto riproduttivo tra generazioni di donne e per consentire alle donne più adulte di aumentare la loro forma fisica investendo nei nipoti.
“Chiaramente, la menopausa è inevitabile per le donne e non esiste alcun intervento comportamentale che impedisca la cessazione riproduttiva”, dice Ruth Mace, docente di antropologia presso l’UCL che ha lavorato allo studio con Arnot. “Tuttavia, i risultati dello studio indicano che il timing della menopausa potrebbe essere adattivo in risposta alla probabilità di una gravidanza”.
La ricerca è stata pubblicata dalla rivista Royal Society Open Science e si è basata sui dati dello U.S. Study of Women’s Health Across the Nation, anche noto come studio SWAN.
Fonte: Royal Society Open Science
Reuters Staff
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
16 gennaio 2020
© Riproduzione riservata
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