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Coronavirus. L’Oms: “Non sono necessarie misure restrittive per viaggi e commercio”


E’ quanto messo nero su bianco nelle conclusioni del Comitato di emergenza dell’Oms che ieri sera ha deciso di decretare il nuovo Coronavirus come emergenza sanitaria pubblica internazionale. I Paesi che adotteranno misure che interferiscono in modo significativo con il traffico internazionale sono obbligati a inviare all'OMS la motivazione delle misure adottate entro 48 ore dalla loro attuazione. Se non ritenute idonee o giustificate l'OMS potrà richiedere ai paesi di riconsiderare le proprie misure

31 GEN - Ieri sera il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus ha dichiarato che il nuovo Coronavirus sviluppatosi in Cina e ormai presente in altri 18 Paesi nel Mondo è un’emergenza sanitaria pubblica internazionale (PHEIC).
 
Una decisione che, lo stesso Adhanom ha sottolineato con convinzione, "non deve mettere in nessun caso in dubbio gli sforzi e l’impegno della Cina nel contenere il contagio".
 
Anzi la dichiarazione di emergenza, si legge nel documento diffuso al termine della riunione, “dovrebbe essere vista nello spirito di sostegno e apprezzamento per la Cina, i suoi abitanti e le azioni che la Cina ha intrapreso in prima linea, con trasparenza e, si spera, con successo”. 
 
Ma la dichiarazione ora c’è e le prime raccomandazioni conseguenti sono state emanate nei confronti della Cina e degli altri Paesi.
 
Tra queste l’Oms ha però escluso la necessità di “alcuna restrizione ai viaggi o al commercio in base alle informazioni attualmente disponibili”.
 
E in proposito ha sottolineato che “ai sensi dell'articolo 43 dell'IHR (il Regolamento sanitario internazionale che è vincolante per gli stati firmatari, ndr), gli Stati aderenti che attuano ulteriori misure sanitarie che interferiscono in modo significativo con il traffico internazionale (rifiuto di ingresso o partenza di viaggiatori internazionali, bagagli, merci, container, mezzi di trasporto, merci e simili, o il loro ritardo, per più di 24 ore) sono obbligati a inviare all'OMS la motivazione e la giustificazione della misura delle misure adottate entro 48 ore dalla loro attuazione. L'OMS considererà la motivazione e potrà richiedere ai paesi di riconsiderare le proprie misure. L'OMS è tenuto a condividere con altri Stati parti le informazioni sulle misure e sulla giustificazione ricevute”.  
 
Una precisazione che dovrebbe riguardare ora anche l’Italia dopo l’annuncio del blocco dei voli da e per la Cina reso nota ieri sera dal Governo dopo la conferma dei primi due casi in Italia di nuovo Coronavirus.
 
Cosa cambia allora con la PHEIC decisa ieri sera dall’Oms?
Sono molte le raccomandazioni, oltre a quella di non compromettere viaggi e commercio, e in particolare per la Cina si prevede che essa debba continuare a:
• Attuare una strategia globale di comunicazione del rischio per informare regolarmente la popolazione sull'evoluzione dell'epidemia, sulle misure di prevenzione e protezione per la popolazione e sulle misure di risposta adottate per il suo contenimento.  
 
• Migliorare le misure di sanità pubblica per il contenimento dell'attuale epidemia.
 
• Garantire la resilienza del sistema sanitario e proteggere il personale sanitario. 
 
• Migliorare la sorveglianza e la ricerca di casi attivi in ​​tutta la Cina.
 
• Collaborare con l'OMS e i partner per condurre indagini per comprendere l'epidemiologia e l'evoluzione di questo focolaio e le misure per contenerlo.
 
• Condividere i dati rilevanti su casi umani.
 
• Continuare a identificare la fonte zoonotica dell'epidemia, e in particolare il potenziale di circolazione non appena sarà disponibile.
 
• Effettuare lo screening delle uscite negli aeroporti e nei porti internazionali, con l'obiettivo di individuare tempestivamente i viaggiatori sintomatici per ulteriori valutazioni e trattamenti, riducendo al minimo le interferenze con il traffico internazionale.  
 
Per tutti gli altri paesi l’Oms prevede un altro pacchetto di raccomandazioni sostenute dalla previsione di probabili nuove esportazioni di casi di contagio in qualsiasi Paese del Mondo.
“Pertanto – si legge nel documento dell’Oms - tutti i paesi dovrebbero essere preparati per il contenimento, inclusa la sorveglianza attiva, l'individuazione precoce, l'isolamento e la gestione dei casi, la traccia dei contatti e la prevenzione della diffusione continua condividendo i dati completi con l'OMS. 
L’Oms ricorda in proposito che i Paesi sono legalmente tenuti a condividere le informazioni con l'OMS ai sensi dell'IHR. 
 
L’Oms raccomanda inoltre che:
 
• Qualsiasi rilevamento di 2019-nCoV in un animale (comprese informazioni sulla specie, test diagnostici e informazioni epidemiologiche pertinenti) deve essere segnalato all'Organizzazione mondiale per la salute animale (OIE) come malattia emergente.
 
• I paesi dovrebbero porre particolare enfasi sulla riduzione delle infezioni umane, sulla prevenzione della trasmissione secondaria e della diffusione internazionale e sul contributo alla risposta internazionale attraverso la comunicazione e la collaborazione multisettoriali e la partecipazione attiva all'aumento delle conoscenze sul virus e sulla malattia, nonché al progresso della ricerca.  
 
• Il Comitato non raccomanda invece alcuna restrizione ai viaggi o al commercio in base alle informazioni attualmente disponibili. In proposito, come abbiamo visto, l’Oms ricorda che i Paesi che dovessero adottare misure restrittive in questi campi sono tenuti ad informare l’Oms sulle motivazioni delle decisioni che potrebbero anche essere revocate se giudicate non idonee o immotivate.
 
• L’Oms mette in guardia poi contro “le azioni che promuovono lo stigma o la discriminazione, in linea con i principi dell'articolo 3 dell'IHR”. 

31 gennaio 2020
© Riproduzione riservata

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