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Coronavirus. Via al “triage telefonico” degli assistiti da parte dei medici di famiglia


Lo prevede un protocollo operativo per i medici di medicina generale messo a punto da Fimmg e Simg. Scotti e Cricelli: "Nessun allarmismo, solo misure di prevenzione". L’iniziativa è finalizzata ad evitare “che si possano moltiplicare le occasioni di contagio”.

22 FEB - I medici di famiglia italiana sono pronti a dar via a un triage telefonico di massa sui loro assisiti che presentano sintomi influenzali al fine di ridurre al minimo le occasioni di contatto tra pazienti che presentano sintomi compatibili con un sospetto di una affezione respiratoria di probabile origine virale suggestiva per Covid-19 da Coronavirus e altri pazienti.
 
Lo hanno annunciato oggi la Fimmg e la Simg sottolineando che l’iniziativa è finalizzata ad evitare “che si possano moltiplicare le occasioni di contagio”.
 
Per questo, scrivono il segretario della Fimmg Silvestro Scotti e il presidente della Simg Claudio Cricelli, “riteniamo sia doveroso per i colleghi della medicina generale aumentare la disponibilità telefonica ai pazienti che presentano sintomi influenzali così da evitare il più possibile che questi stessi pazienti debbano recarsi personalmente presso gli studi sul territorio o nei servizi sanitari come PS e Continuità Assistenziale”.
 
“In questo periodo - precisano Scotti e Cricelli - è normale che i casi di influenza siano ancora molti, tuttavia visti i casi di contagio che si sono verificati sarebbe molto imprudente se non chiedessimo ai colleghi della medicina generale di ridurre al minimo le possibilità di contatto con pazienti a rischio potenziale. Covid-19 ha dimostrato di essere un coronavirus molto contagioso e lo dimostra il possibile coinvolgimento del medico di famiglia del paziente indice di Codogno ricoverato per polmonite e in corso di accertamento, ciascuno deve fare la propria parte per fare in modo che questi casi restino solo un all’arme contenuto”.
 
Lo stesso appello alla prudenza e al buon senso Scotti e Cricelli lo rivolgono a tutti i cittadini/pazienti: “In caso di sintomi influenzali, anche di una febbre non troppo alta ma persistente, è bene che non ci si muova verso lo studio del medico di famiglia né verso l’ospedale se non dopo un contatto telefonico con i numeri di pubblica utilità creati a livello nazionale e regionale sulla infezione da coronavirus. Meglio se in presenza di sintomi di affezioni respiratorie restiamo a casa e chiamiamo il nostro medico di famiglia perché sarà lui a dirci come comportarci in assoluta sicurezza e a gestire il caso con le indicazioni migliori per noi e per gli altri compresi i conviventi”.
 
A tutti i medici della medicina generale verrà fornita, infatti, in queste ore una scheda di triage telefonico da utilizzare per porre telefonicamente ai pazienti sospetti di un contagio da Covid-19 domande con le quali fare una prima diagnosi. Sarà sempre il medico di famiglia a consigliare ogni ulteriore step da seguire.
 
“Queste misure - concludono Scotti e Cricelli - non devono assolutamente generare allarme. Servono ad evitare che i pazienti e i medici possano essere esposti a rischi inutili. Mai come oggi frequentare in maniera inappropriata uno studio medico o un pronto soccorso o il servizio di continuità assistenziale o qualunque presidio sanitario potrebbe esporci ad un rischio inutile. Sarà fondamentale a questo punto un endorsment dei cittadini anche attraverso le loro rappresentanze utile a spiegare come vanno utilizzati i servizi sanitari tutti durante una possibile diffusione pandemica, noi intanto lo iniziamo a fare come professionisti ma soprattutto forti del nostro rapporto fiduciario con i nostri assistiti, perché in fondo se tempo fa si diceva che una telefonata ti salva la vita in questo caso una telefonata ci salva dalla diffusione pandemica”. 

22 febbraio 2020
© Riproduzione riservata

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