Coronavirus. Pronto Soccorso. Simeu: “Accessi calati fino al 30%”
La Società italiana di medicina di emergenza-urgenza segnala la drastica diminuzione degli accessi alle strutture d’emergenza dopo l'emergenza coronavirus in Italia. “Il calo certamente è frutto del timore del contagio diffuso fra la popolazione insieme all’osservanza delle restrizioni sulla frequentazione di luoghi affollati imposte a livello istituzionale”
26 FEB - A partire dallo scorso fine settimana sono drasticamente diminuiti gli accessi dei pazienti nei pronto soccorso di tutto il territorio nazionale, con punte del 30% in meno nelle regioni direttamente colpite dal virus, per scendere al 10%-15% nelle altre regioni. A segnalarlo è la Simeu.
“Il calo certamente è frutto del timore del contagio diffuso fra la popolazione insieme all’osservanza delle restrizioni sulla frequentazione di luoghi affollati imposte a livello istituzionale” ha commentato
Salvatore Manca, presidente nazionale della Società italiana di medicina di emergenza-urgenza”.
“L’emergenza sanitaria – evidenzia la Simeu - è gestita dove possibile con percorsi dedicati, tendenzialmente fuori dagli ambienti sanitari. In alcune regioni è stato predisposto l’allestimento di tende esterne ai dipartimenti di emergenza per un “check in pre triage” dei casi sospetti per la necessità di separare i flussi dei pazienti, dedicando spazi appositi all’emergenza coronavirus”.
“Tutto il personale dell’emergenza sanitaria nazionale, ospedaliera e territoriale, sta facendo fronte alla situazione di crisi rispondendo alla straordinaria richiesta di salute della popolazione pur nella situazione di gravissima crisi strutturale e di carenza del personale, ormai endemica e più volte sottolineata, che queste condizioni di emergenza esasperano ulteriormente, facendo il possibile per non far pesare sui cittadini tali gravi carenze. Come società scientifica e come cittadini siamo a fianco di tutti i colleghi direttamente coinvolti e in particolare dei medici e degli infermieri del pronto soccorso di Codogno che, attenendosi alle indicazioni del Ministero della Salute e sulla base delle informazioni disponibili sui pazienti in osservazione, hanno prestato le cure necessarie e hanno identificato il primo caso di ‘Sindrome respiratoria acuta grave Coronavirus 2’ consentendo l’avvio di tutte le misure del caso”.
“È di fondamentale importanza in questa situazione - ha sottolineato ancora Salvatore Manca - tutelare la sicurezza dei professionisti sanitari che lavorano in prima linea, con dotazione opportuna di presidi per la protezione dal contagio, come le semimaschere filtranti antipolvere, le FFP2 e FFP3, idonee a proteggere da microorganismi veicolati da goccioline di respiro, mentre le mascherine chirurgiche, che non presentano alcun bordo di tenuta sul volto né alcun sistema filtrante per aerosol solidi e liquidi, non sono sufficienti per la tutela dei sanitari”.
26 febbraio 2020
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