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Coronavirus. “I medici in pensione non bastano. Subito un Dpcm per assunzioni straordinarie”. Intervista a Carlo Palermo (Anaao)

di Giovanni Rodriquez

"In Italia per fare un concorso ci vuole almeno un anno. Ma noi non possiamo aspettare tutto questo tempo, abbiamo necessità di rispondere ora ad un'emergenza già in corso. Serve immediatamente un provvedimento del presidente del Consiglio che preveda delle assunzioni a tempo determinato, rinnovabili, con bandi che abbiamo una scedenza breve di massimo 7-10 giorni ed una selezione semplificata per colloqui". E per non ritrovarci in futuro in queste condizioni: "Dobbiamo investire globalmente circa 300 mln per finanziare 12.000 contratti di specialistica per 3-4 anni"

03 MAR - Aumentano a vista d'occhio i contagi nelle tre regioni interessate dal focolaio del nuovo coronavirus. Da qui un susseguirsi di appelli per far fronte da subito a due potenziali emergenze: potenziare le terapie intensive ed incrementare il personale sanitario in servizio. Su quest'ultimo punto nelle ultime 24 ore, in particolare dalla Lombardia, ad oggi la zona più colpita, l'assessore al Welfare Giulio Gallera ha ipotizzato un richiamo dei medici andati in pensione che ha trovato conferma nel decreto legge del minsitro Gualtieri. 
 
Ma è davvero questa la soluzione migliore? Ne abbiamo parlato con il segretario nazionale Anaao Assomed, Carlo Palermo.
 
Dottor Palermo, che ne pensa della possibilità di richiamare in servizio medici andati in pensione per affrontare l'emergenza coronavirus?
In situazioni di emergenza va tutto bene. Detto questo, la mia impressione è che il diniego da parte dei medici sarà ampio. Non dimentichiamo le condizioni in cui questi colleghi sono usciti dal Servizio sanitario nazionale. I tagli al personale, i carichi di lavoro crescenti, le condizioni rischiose nelle quali spesso si sono trovati ad operare hanno fatto vivere a molti il pensionamento quasi come un 'fine pena'. Tra l'altro è curioso che vengano richiamati in servizio degli over 65, magari polipatologici, che potrebbero essere i primi a rischiare in termini di conseguenze gravi per il possibile contagio. Non è certo questo il modo di affrontare un problema che è strutturale. Noi abbiamo bisogno di ben altri numeri.
 
In termini più generali, mettendo per un istante da parte l'emergenza coronavirus, possiamo notare anche un certo atteggiamento 'schizofrenico' da parte della politica dal momento che, in meno di 2 anni, prima si sono voluti favorire i pensionamenti con 'Quota 100' e poi è stata riconosciuta la possibilità ai medici di rimanere in servizio fino a 70 anni con il Milleproroghe.
Assolutamente sì. Con 'Quota 100' sono stati sprecati miliardi e si è rischiato di affossare il Servizio sanitario nazionale. Questa misura ha interessato una platea enorme di medici attualmente in servizio: ossia i nati dal 1954 al 1959, considerando il triennio 2019-2021. Parliamo di 35.000 camici bianchi. Se tutti avessero accettato di uscire, riesce ad immaginare le possibili ripercussioni sul Ssn? È stata una misura sciagurata. Per fortuna pochi colleghi hanno aderito a questa possibilità. Ma anche solo 600-800 colleghi all'anno che accettano questa uscita, in una condizione generale di depauperamento importante a livello di personale, producono ripercussioni non indifferenti sulla tenuta generale del sistema. Se avessero usato gli stessi fondi per rinforzare il Ssn avrebbero di certo fatto un qualcosa di socialmente più utile.
 
Tornando all'attualità, in termini numerici riesce a quantificarci la carenza di personale sanitario?
Ad oggi mancano circa 46.000 operatori. Di questi, 8.000 sono medici. Solo questo ha un valore economico di circa 2,5 miliardi di euro in termini di risorse risparmiate dalle Regioni. 
 
Alla luce di questi dati, agganciandoci ai provvedimenti legislativi degli ultimi anni, cosa si potrebbe fare da subito in termini di assunzioni?
Iniziamo a dire che, grazie all'ultima manovra, nel 2020 abbiamo un incremento di 2 miliardi del Fondo sanitario nazionale. Verosimilmente avremmo bisogno di almeno altri 2 miliardi all'anno per il prossimo quinquennio. Dico questo perché trovo poco plausibile una 'terapia choc' con un investimento sulla sanità di 12 miliardi in un unico anno. C'è poi da prendere in esame il Decreto Fiscale che è intervenuto nuovamente sul tetto di spesa per il personale sanitario già modificato dall'ex ministra Grillo con il Decreto Calabria. Possiamo così finalizzare fino al 15% dell'incremento del Fondo sanitario nazionale rispetto all'anno precedente per misure sul personale. 
 
Per renderla ancora più chiara, possiamo dire che su 2 miliardi di aumento del Fondo sanitario potremmo avere fino a 300 milioni aggiuntivi da destinare alle assunzioni di personale sanitario, è corretto?
Esattamente. C'è però la necessità che questo incremento sia costante, altrimenti verrebbero a mancare quelle risorse necessarie da finalizzare a nuove assunzioni. 
 
Sottolineiamo che si sta parlando di personale aggiuntivo, giusto?
Sì, stiamo parlando solo di personale aggiuntivo perché in ogni caso il turnover deve essere garantito, come chiarito già dal Decreto Calabria.
 
A tutto questo possiamo poi aggiungere la possibilità di assumere a tempo determinato gli specializzandi, così come previsto dal Milleproroghe.
Sì, con il Milleproroghe si aggiunge la possibilità di poter assumere anche gli specializzandi del 3°, 4° e 5° anno. In questo modo si allarga la platea degli interessati, visto che parliamo di circa 13.000 colleghi. Vanno poi considerati i circa 15.000 che si sono specializzati negli ultimi 3 anni e che, verosimilmente, hanno condizioni di sottoccupazione. Sommandoli avremmo una platea di circa 28.000-30.000 colleghi che potrebbero essere interessati ad entrare nel Ssn.
 
Si può pensare quindi di poter intervenire anche in questo modo per 'tamponare' l'attuale emergenza?
Parliamoci chiaro, qui in Italia per fare un concorso ci vuole almeno un anno. Ma noi non possiamo aspettare tutto questo tempo, abbiamo necessità di rispondere ora ad un'emergenza già in corso.
 
E quindi, che si potrebbe fare?
Serve immediatamente un Dpcm che preveda delle assunzioni a tempo determinato, rinnovabili, con bandi che abbiamo una scedenza breve di massimo 7-10 giorni.
 
Si potrebbero ipotizzare assunzioni con selezioni per colloqui in modo da accellerare ultriormente i tempi?
Sì, dovrebbero essere previste necessariamente delle procedure di selezione semplificate. Si tratterebbe di provvedimenti eccezionali per situazioni emergenziali.
 
Andando oltre l'emergenza, sarebbe a questo punto auspicabile un intervento più deciso del Governo sui contratti di formazione specialistica per evitare di ritrovarci anche in futuro in queste condizioni?
Noi partiamo oggi da un dotazione di circa 9.000 contratti. Diciamo che quelli strutturali sono circa 8.000, mentre quelli che richiedono un rinnovo del finanziamento sono circa un migiaio. Se a questi aggiungiamo i contratti regionali forse raggiungiamo quota 10.000 per il 2020-2021. Ma per riassorbire l'imbuto formativo abbiamo bisogno di circa 12.000 borse per 3-4 anni. Solo a quel punto il numero potrebbe essere rimodulato sulla base delle necessità.
 
E per finanziare questi contratti non sono certo necessari investimenti da capogiro.
Ma assolutamente no, parliamo di un investimento globale di circa 300 milioni.
 
Giovanni Rodriquez

03 marzo 2020
© Riproduzione riservata

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