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Coronavirus. Firmato il Dcpm con le nuove misure. Conte: “Anticipazione bozze ha creato incertezza e confusione. Non lo possiamo accettare”. Confermato blocco entrata e uscita per Lombardia e 14 province in Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Marche. Il testo 


Dopo le anticipazioni stampa delle bozze dei provvedimenti allo studio del Governo il premier scende a notte inoltrata in sala stampa e dopo aver stigmatizzato sulla "confusione e incertezza" derivanti dalla circolazione di Dpcm non firmati e non definitivi ha illustrato le misure prese che saranno pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale di oggi. Non esistono più le "zone rosse" ma due aree del Paese con rispettive misure di contenimento. Avviata produzione made in Italy per apparecchiature di terapia intensiva e sub intensiva: "ne produrremo 500 e più al mese". IL TESTO DEFINITIVO DEL DPCM

08 MAR - Dopo la circolazione delle prime bozze del Dpcm con le nuove misure di contenimento per contrastare il contagio da nuovo Coronavirus il presdente del Consiglio scende a notte inoltrata nella sala stampa di Palazzo Chigi per fermare il tam tam sulle anticipazioni dei provvedimenti allo studio del Governo. Per Giuseppe Conte dopo quanto accaduto nel pomeriggio con la diffusione su tutti i giornali delle bozze "è necessario chiarire quel che è successo, una cosa inaccettabile: un dpcm, che stavamo formando a livello di governo per regolamentare le nuove misure che entrano in vigore subito, lo abbiamo letto su tutti i giornali. Ne va della correttezza dell'operato del governo e della sicurezza degli italiani. Questa pubblicazione ha creato incertezza, insicurezza, confusione e non lo possiamo accettare".

Il premier ha spiegato che fino alle 19 sono state raccolte indicazioni e pareri dei ministri competenti e presidenti di regioni ma l'iter non era ancora completato, "adesso - ha detto - il decreto del presidente del Consiglio è stato elaborato nella sua versione definitiva: sono pervenute le osservazioni delle regioni e tra qualche ora sarà pubblicato in Gazzetta ufficiale e sarà vigente".
 
In primo luogo Conte ha chiarito che non esistono più "zone rosse" ma che il Paese è stato diviso in due aree, ognuna con specifiche misure di contenimento. Il primo pacchetto di misure riguarda il territorio della Lombardia e 14 province in Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Marche e cioè: Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Padova, Treviso, Venezia per un totale di circa 16,5 milioni di abitanti. Mentre le altre misure riguardano tutto il territorio nazionale.
 
La mappa del contagio in Italia (dati Protezione Civile aggiornati alle ore 19.00 del 7 marzo)

 
"Sarà consentito il rientro al proprio domicilio", ha sottolineato ancora Conte, "ma non possiamo più permetterci nelle aree previste dal decreto forme di aggregazione". "D'ora in poi chi avrà febbre da più di 37,5 gradi centigradi e infezioni respiratorie è fortemente raccomandato di restar presso proprio domicilio, a prescindere che siano positivi o no. Contattino il medico curante", ha spiegato Conte.
 
"Divieto assoluto di mobilità per chi sia stato in quarantena, dobbiamo limitare il contagio del virus e evitare il sovraccarico delle strutture ospedaliere. Con il nuovo decreto non ci sono più le zone rosse, i focolai stabiliti all'inizio. Non c'è più motivo di tenere le persone di Vò e del lodigiano in una zona rossa confinate. Sono state create zone più ampie". "Queste misure - ha continuato il premier - provocheranno disagio ma questo è il momento dell'auto-responsabilità, non del fare i furbi. Tutelare soprattutto la salute dei nostri nonni".
 
Sono sospese manifestazioni, eventi, spettacoli di qualsiasi natura, compresi quelli cinematografici e teatrali, in qualsiasi luogo, pubblico o privato. Sospesa l'apertura dei musei. "Le forze di polizia - ha sottolineato il premier - saranno legittimate a chiedere conto ai cittadini che si muovono sui territori interessati dalle nuove norme per il contenimento del Coronavirus: è un divieto non assoluto di muoversi ma la necessità di motivarlo sulla base di specifiche indicazioni. E' insomma una ridotta mobilità". In Lombardia e nelle 14 province interessate dal nuovo dpcm sul Coronavirus bar e ristoranti potranno stare aperti dalle 6 alle 18 purché garantiscano almeno un metro di distanza tra i clienti: la sanzione della sospensione dell'attività in caso di violazione; "Ci rendiamo conto che è molto severa ma non possiamo più consentire contagi".
 
Conte ha poi annunciato che è "stato sottoscritto un contratto che ci consentirà di avviare una linea produttiva tutta italiana di apparecchiature per la terapia intensiva e sub intensiva. Oggi abbiamo già 320 nuove apparecchiature e presto avremo 500 e anche più apparecchiature al mese".
 

 

08 marzo 2020
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