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Manovra: sulle gare per generici è scontro tra gli economisti


L’annuncio del Ministro Fazio di voler cancellare la norma prevista nella manovra che limita a 4 i generici ammessi alle gare per la rimborsabilità, scatena il dibattito tra gli economisti. Se Michele Polo su la voce.info critica la possibile esclusione della misura perché alimenterebbe gli interessi corporativi, il Cerm sottolinea invece come sia giusto eliminarla perché “non avrebbe prodotto gli effetti sperati”.

02 LUG - La misura contenuta nella bozza della manovra all’art. 11 comma 9, introduce una modifica al prezzo di riferimento dei farmaci in fascia “A” e prevede che per le gare per l’acquisto di generici debbano emergere solo 4 equivalenti rimborsabili. Nei giorni scorsi il Ministro della Salute Fazio ne aveva annunciato l'eliminazione intervenendo all'Assemblea di Farmindustria. Un annuncio subito criticato dall'economista Michele Polo, mentre per il Cerm (scarica lo studio in allegato) si tratta di una scelta giusta in quanto la misura “non avrebbe prodotto gli effetti sperati e nel medio-lungo periodo avrebbe portato anche contraccolpi negativi sulla concorrenza”. Il problema è la distribuzione. “Sul comparto delle copie economiche - spiega lo studio Cerm - pesa il fardello di una distribuzione, all’ingrosso e al dettaglio, ancora poco aperta al mercato”.
Per il Cerm il prezzo di riferimento italiano “è già ben disegnato”. Il prezzo di rimborso dal Ssn è già fissato al livello del più economico equivalente, con cluster di equivalenza che opportunamente pongono in diretta competizione tra loro solo strumenti perfettamente fungibili. Nei cluster trovano collocazione tutti gli off-patent con autorizzazione all’immissione in commercio (“Aic”) rilasciata dall’Aifa. “Il mercato farmaceutico italiano – sostiene il Cerm - ha bisogno sì di stimoli pro concorrenziali, ma non è da modifiche del prezzo di riferimento che queste possono giungere”.
Le ragioni. “Il contingentamento numerico – spiega una nota - delle farmacie e i loro margini di ricavo proporzionali al prezzo dei farmaci “A” mantengono alti gli incentivi a canalizzare al consumo i prodotti più costosi, sia in termini di prezzo unitario che di dimensione di packaging”. Secondo il Cerm “questi incentivi distorti rallentano la diffusione delle copie economiche e impediscono al prezzo di riferimento di svolgere al meglio il suo ruolo. E le distorsioni si trasmettono anche a monte, tra i produttori, che adattano le loro scelte, di ingresso sul mercato e di pricing, a quest i vincoli di sbocco”.
La ricetta del Cerm. “La vera riforma per lo sviluppo delle copie economiche è quella della distribuzione; e essa non avrebbe, si badi, effetti solo su grossisti e farmacie, ma su tutta la filiera ivi inclusi i produttori. Una distribuzione concorrenziale, che canalizza prontamente al consumo il prodotto più economico tra gli equivalenti, è condizione imprescindibile perché l’offerta di copie si rafforzi grazie all’opportunità di guadagnare quote di mercato con scelte di pricing allineate ai costi efficienti di produzione”.
 
L.F.

02 luglio 2010
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