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Coronavirus. Sicurezza delle cure e rischio clinico. Il documento delle Regioni per gestire l’emergenza


La Sub Area Rischio Clinico della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni, coordinata dalla Regione Emilia-Romagna, ha messo a disposizione di tutte le Regioni un documento rivolto in particolare ai referenti regionali e aziendali per la sicurezza delle cure e la gestione del rischio sanitario. IL DOCUMENTO

12 MAR - Supporto alle Direzioni regionali e aziendali nella programmazione e pianificazione delle azioni stabilite per l’emergenza epidemiologica e per la gestione della crisi; collaborazione per la elaborazione e diffusione di materiale informativo per le strutture sanitarie e per i cittadini, in coerenza con quanto previsto dalle raccomandazioni internazionali, dalla normativa nazionale e dalle specifiche indicazioni regionali.
 
E ancora, utilizzo di metodi e strumenti del risk management sanitario per le attività correlate alla prevenzione e gestione dell’infezione da coronavirus (Incident reporting, Significant Event Audit per l’analisi di accadimenti significativi, ecc), ma anche vigilanza attraverso l’utilizzo dei flussi informativi sulle non conformità.

Sono queste alcune delle attività che i referenti regionali e aziendali per la sicurezza delle cure e la gestione del rischio sanitario possono attuare per contribuire allo sforzo comune di contrastare l’emergenza da coronavirus.
 
Attività che la Sub Area Rischio Clinico della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni, coordinata dalla Regione Emilia-Romagna, ha indicato in un documento puntando i riflettori sul contributo che la rete della sicurezza delle cure può fornire al Sistema sanitario.
 
“In un momento difficile per tutto il Paese – si legge nel documento – e in particolare per le organizzazioni sanitarie che stanno fronteggiando l’emergenza epidemiologica determinata dall’infezione da nuovo Coronavirus (Sars-CoV-2), tutti i settori e gli operatori interessati sono chiamati a fare la loro parte, continuando nelle loro (stra)ordinarie attività o rimodulando con la necessaria flessibilità i programmi prestabiliti”.
 
Tra le attività che i referenti regionali e aziendali per la sicurezza delle cure e la gestione possono realizzare, si legge nel documento, ci sono: piani di formazione ad hoc basati sulla simulazione e la formazione sul campo anche con la presenza di tutor, la produzione di strumenti di comunicazione (poster, checklist, algoritmi) per gli operatori sanitari; attività queste da realizzare in stretta collaborazione con le altre professioni interessate.
 
E poi il supporto al monitoraggio in tutti i setting della corretta applicazione delle pratiche promosse per garantire sicurezza a operatori e pazienti, per  favorire una migliore adesione ed evidenziare le possibili criticità.

12 marzo 2020
© Riproduzione riservata

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