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Coronavirus. Ansia e depressione, il prezzo pagato da chi è in prima linea

di Linda Carroll

Depressione, ansia, insonnia per gli operatori sanitari in prima linea negli ospedali di Wuhan e delle province maggiormente colpite da COVID-19. Un sondaggio in presa diretta, condotto tra il 29 gennaio e il 3 febbraio, ha evidenziato come questi sintomi siano i più ricorrenti tra coloro che operano in prima linea, in particolare se sono infermieri, donne che operano a Wuhan. Uno spaccato facilmente traslabile anche alla realtà italiana

24 MAR - (Reuters Health) – I tassi di depressione e ansia sono molto alti tra i medici e gli infermieri che curano i pazienti con Covid-19 in prima linea. È quanto suggerisce un nuovo studio cinese. I ricercatori hanno esaminato più di 1.000 operatori sanitari a Wuhan, epicentro dell’epidemia cinese di Covid-19, e in altre regioni del paese, tra cui 493 medici e 760 infermieri.
 
Dei 1.257 partecipanti al sondaggio, il 60,5% lavorava negli ospedali di Wuhan e il 41,5% erano operatori sanitari in prima linea. La maggior parte, il 64,7%, aveva un’età compresa tra 26 e 40 anni e il 76,7% erano donne. Nelle risposte raccolte tra il 29 gennaio e il 3 febbraio, il 70% ha riferito di provare angoscia. Più della metà, il 50,4%, ha riportato sintomi di depressione, il 44,6% ha mostrato sintomi di ansia e il 34% insonnia.

In particolare, hanno mostrato maggiore probabilità di riportare sintomi ansioso-depressivi gli infermieri, le donne, chi operava a Wuhan e gli altri operatori sanitari in prima linea direttamente coinvolti nella diagnosi, nel trattamento e nell’assistenza dei pazienti con Covid-19.

“Lavorare in prima linea è stato un fattore di rischio indipendente per risultati peggiori di salute mentale in tutte le dimensioni di interesse”, dicono i ricercatori, guidati da Jianbo Lai, della Zhejiang University School of Medicine.

“La risposta psicologica degli operatori sanitari a un’epidemia di malattie infettive è complicata – aggiungono gli autori – Le fonti di sofferenza possono esprimersi in sentimenti di vulnerabilità o perdita di controllo e preoccupazioni per la propria salute, sulla diffusione del virus, sulla salute della famiglia e di altre persone, sui cambiamenti nel lavoro e sull’isolamento”.

Lo studio
Il grado di sintomi di depressione, ansia, insonnia e angoscia è stato valutato dalle versioni cinesi del Patient Health Questionnaire in 9 elementi, dalla scala dei disturbi d’ansia generalizzati in 7 elementi, dall’indice di gravità dell’insonnia in 7 elementi e di 22 elementi per l’Impact of Event Scale-Revised.
 
Nel complesso, i ricercatori hanno scoperto che i partecipanti al di fuori della provincia di Hubei avevano il 38% in meno di probabilità di manifestare angoscia rispetto a quelli di Wuhan. Gli operatori sanitari impegnati in prima linea nella diagnosi, trattamento e cura dei pazienti con Covid-19 hanno avuto un odds ratio (Or) di 1,52 per i sintomi della depressione, rispetto a quelli non in prima linea.

Nello specifico, questo parametro è stato pari a 1,57 per i sintomi d’ansia, 2,97 per l’insonnia e 1,60 per l’angoscia. I tassi di sintomi depressivi gravi sono stati più bassi tra i medici (4,9%), rispetto al 7,1% degli infermieri.

“Devono essere immediatamente attuati interventi speciali per promuovere il benessere mentale negli operatori sanitari esposti al Covid-19, con particolare attenzione a donne, infermieri e operatori in prima linea”, concludono i ricercatori.

Fonte: JAMA Network Open
 
Linda Carroll
 
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
 

24 marzo 2020
© Riproduzione riservata

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