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Covid. Due nuovi report dell’Iss sui rischi dell’acquisto di farmaci online e con le indicazioni per le persone con favismo 


Il primo è finalizzato a metetre al corrente gli operatori del settore sulla presenza di un consitente mercato illegale di farmaci online con annesso proliferare di false notizie sulle loro capacità terapeutiche per la Covid. L'altro documento si sofferma invece sulle problematiche connesse al trattamento con clorochina e l’idrossiclorochina nel caso di persone positive al Covid affette da favismo.

20 APR - Sono stati pubblicati due nuovi rapporti dell'Istituto superiore di sanità con le indicazioni per gli operatori sanitari in relazione all'emergenza Covid.
 
Uno (il n. 15) contiene le indicazioni relative ai rischi di acquisto online di farmaci per la prevenzione e terapia dell’infezione COVID-19 e alla diffusione sui social network di informazioni false sulle terapie.
 
Il rapporto presenta una panoramica sulla problematica della vendita in Internet di farmaci pubblicizzati come preventivi o curativi dell’infezione COVID-19 e fornisce indicazioni circa i rischi legati all’acquisto di medicinali attraverso farmacie online non autorizzate e alle terapie “fai da te”. Il documento ricorda che secondo la normativa italiana è possibile acquistare legalmente solo farmaci vendibili senza ricetta ed esclusivamente da farmacie online autorizzate dal Ministero della Salute.
 
Gli autori hanno effettuato un monitoraggio dei siti Internet che vendono farmaci attualmente in sperimentazione per la cura dell’infezione COVID-19 verificando che esiste un attivo mercato illegale che sta sfruttando l’emergenza sanitaria. Il documento passa anche in rassegna le principali notizie ingannevoli circolate sui social riguardo alla prevenzione e terapia dell’infezione.
 
L'altro rapporto (il n. 14) riguarda invece le indicazioni per un appropriato sostegno delle persone con enzimopenia G6PD (favismo) nell’attuale scenario emergenziale SARS-CoV-2.
 
L’enzimopenia G6PD è una condizione endemica nel nostro Paese e le persone con questo deficit sono quasi sempre asintomatiche, tuttavia alcuni fattori scatenanti ad azione ossidativa sui globuli rossi possono scatenare crisi emolitiche. L’insorgenza e l’intensità della crisi emolitica dipende dalla dose dell’agente scatenante.
 
Fra questi agenti vi sono farmaci quali la clorochina e l’idrossiclorochina, autorizzati dall’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) e utilizzati nei pazienti per fronteggiare la pandemia da coronavirus SARS-CoV-2 in assenza di un trattamento di comprovata efficacia.
 
Al fine di garantire una corretta presa in carico del paziente SARS-CoV-2 positivo è necessario assicurarsi del suo status G6PD prima di iniziare il trattamento farmacologico con clorochina o idrossiclorochina, attraverso l’anamnesi o attraverso il test di screening o quantitativo dell’attività G6PD. Occorre, pertanto, porre adeguata attenzione al warning sull’utilizzo di clorochina e idrossiclorochina in presenza di enzimopenia G6PD.
 
Vai al nostro speciale ISS con tutte le altre indicazioni per gli operatori sanitari, utili alla gestione della Covid-19. 

20 aprile 2020
© Riproduzione riservata

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