Idrossiclorochina. Aifa: “Entrata nella pratica clinica su base di evidenza incomplete. Servono più studi”
L’Agenzia del farmaco ha aggiornato la scheda relativa all’utilizzo di idrossiclorochina per la terapia dei pazienti affetti da COVID-19. In ogni caso si sconsiglia l’utilizzo dell’idrossiclorochina, in associazione con lopinavir/ritonavir o con azitromicina, al di fuori di studi clinici. LA SCHEDA
30 APR - “Lo stato attuale delle conoscenze sconsiglia l’utilizzo dell’idrossiclorochina, in associazione con lopinavir/ritonavir o con azitromicina, al di fuori di studi clinici. Poiché l’uso terapeutico dell’idrossiclorochina è ormai entrato nella pratica clinica sulla base di evidenze incomplete, è auspicabile la partecipazione a studi randomizzati che ne valutino l’efficacia”.
È quanto sottolinea l’Agenzia del farmaco in una nuova scheda relativa all’utilizzo di idrossiclorochina per la terapia dei pazienti affetti da COVID-19 aggiornata con una revisione critica delle ultime evidenze di letteratura e riporta in modo chiaro le prove di efficacia e sicurezza disponibili al momento, fornendo ai clinici elementi utili a orientare la prescrizione e a definire un rapporto fra i benefici e i rischi sul singolo paziente.
30 aprile 2020
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